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giovedì 30 settembre 2010

ICTorrent, un periodo di pace

IC Torrent il tracker privato, divenuto famoso perchè è stato riportato dai media che era soggetto ad attacchi Ddos da parte dell'AiPlex Software, come aveva rivelato l'amministratore della stessa società di monitoraggio, dopo gli attacchi effettuati alla stessa società dalla comunity 4Chan ma, soprattutto, dopo il risalto internazionale, dato a tutta la vicenda, si gode un periodo di pacee festeggia il suo secondo compleanno.

Inoltre minaccia la stessa Aiplex Software, nel caso ricominciasse a dar fastidio al loro sito, di rendere pubbliche tutte le email scambiate con essi, dove, la società di monitoraggio che dovrebbe seguire sistemi legali per difendere i contenuti ad essa affidati dalle industrie produttrici, non fa certo una bella figura. Inoltre ICTorrent che sta per “ Intellect Clever” ha mostrato a TorrentFreak alcuni screenshot di film pirata con il loro marchio che sono stati trasmessi da TV nazionali indiane, nelle quali trasmissioni, la i di ICTorrent è ben visibile. Che dire, ci troviamo sempre più in situazioni anomale rispetto alla legge con una TV che usa film pirata e con una società a difesa di contenuti che utilizza metodi da hacker, speriamo che la legge che dovrebbe essere uguale per tutti, intervenga al più presto.

Tracker BitTorrent messi out da troppi utenti

Si è scritto che Open BitTorrent e PublicBitTorrent si contendono la prima posizione tra i tracker free usati dagli utenti BitTorrent e anche se non ospitano materiale o link, essi sono in grado di coordinare il download di oltre 20 milioni di persone in qualsiasi momento. Come sappiamo, però OpenBitTorrent ha avuto vari guai quest'anno ed ha dovuto cercare un nuovo host in Spagna, dove le leggi sul copyright sono diverse, per sfuggire alle pressioni dell'IFPI. Quindi quando all'inizio della settimana, ci si è accorti che il tracker non funzionava, tutti hanno pensato al peggio. I responsabili di OpenBitTorrent hanno invece chiarito che il numero eccessivo di utenti, ha messo fuori uso i server ed essi stanno provvedendo.



I loro guai hanno provocato anche gli stessi problemi a PublicBitTorrent che è stato assalito da troppi utenti e stanno mettendo server aggiuntivi. Entrambi i tracker dovrebbero essere di nuovo operativi per la fine della prossima settimana. Intanto sembrerebbe che i download fra gli utenti, vadano benissimo avanti lo stesso tramite DHT e PEX.

IMDb rifiuta film distribuito tramite BitTorrent

Ci sono alcuni produttori indipendenti e registi che pensano a cercare finanziamenti ed a distribuire gratuitamente il film tramite BitTorrent, ma poi, così facendo viene fatto loro dell'ostracismo e non riescono ad inserire la loro inserzione sopra IMDb. Sembrerebbe che il motivo per cui i responsabili di IMDb,il sito di proprietà di Amazon abbiano rifiutato Tunnell, il film horror, in produzione che ha richiesto aiuto agli utenti BitTorrent sia molto probabilmente perchè non ha un distributore ufficiale.



Julian Harvey e Enzo Tedeschi, i creatori del film hanno provato in tutti i modi a pubblicizzare il loro film su IMDb ma ben cinque volte è stata rifiutata l'inserzione, l'ultima volta è stata data questa risposta “Salve. Si prega di fornire informazioni di distribuzione o prove che uscirà nel 2010. Grazie.” In effetti dal momento che il film sarà disponibile su BitTorrent i due creatori non capiscono che altre informazioni sulla distribuzione possano dare a IMDb e secondo loro, l'unica ipotesi plausibile è che in assenza di un “corretto” distributore, non voglia listarli.

Naturalmente, IMDb è di proprietà di Amazon, così qualcuno potrebbe fare delle ipotesi e dire che un modello di distribuzione BitTorrent, non potrebbe essere utile per la loro attività. È interessante notare, che anche un altro film distribuito su BitTorrent Pioneer One, manca nell' elenco IMDb.

mercoledì 29 settembre 2010

Pirate Bay: secondo giorno dell'appello

Durante il secondo giorno l'accusa ha insistito sul fatto che Pirate Bay fosse un 'attività commerciale e che i quattro imputati, tutti coinvolti nella gestione, avessero guadagnato fino a 35 milioni di corone. Inoltre ognuno dei quattro aveva un proprio ruolo nell'organizzazione, si può dire criminale, ad esempio secondo il pubblico ministero Roswall, Gottfrid Svartholm e Fredrik sono stati i principali programmatori, Peter Sunde ha coordinato la programmazione e l'ottimizzazione della ricerca ed inoltre, curava i contratti con gli inserzionisti pubblicitari mentre Carl Lundstrom,è stato il finanziatore iniziale ed è stato, anche, coinvolto nella pianificazione strategica.



Più tardi prende la parola, Peter Danowsky dell' IFPI, che chiede venga mantenuta la precedente richiesta di risarcimento, in quanto gli imputati mettevano a disposizione del pubblico, album coperti dal copy-right, alcuni, come quelli dei Beatles, di cui non esiste una copia digitale acquistabile. Il danno deve essere per lui, calcolato su base mondiale, indipendentemente che i downloader non avessero lo stesso intenzione di acquistare legalmente la copia. Anche la presenza di album, in condivisione, prima del loro rilascio ufficiale dovrebbe richiedere danni compensativi più alti.


Ha poi preso la parola Monique Wadsted, che rappresenta le industrie cinematografiche statunitensi e ha detto che le case cinematografiche vogliono sia il risarcimento per i titoli in causa, ma anche danni generici per le perdite subite dall'industria in generale, a causa di The Pirate Bay. Ha detto inoltre, che The Pirate Bay rende più difficile, per i titolari dei diritti d'autore, recuperare i loro investimenti nel cinema.


Vedremo che cosa altro verrà detto nei prossimi giorni, per ora però l'appello è solo una copia del primo processo.

La RIAA fa chiudere Mulve.com

L'avevo detto, subito  che non era un servizio che potesse funzionare, in ogni caso non si può dire che non abbia subito avuto un grosso successo di pubblico, tale da far andare subito il sito off line, per il troppo carico di utenti.Dopo di che aveva riaperto ma ora è offline di nuovo, questa volta hanno agito i legali della RIAA.


Infatti un portavoce di Mulve che è un abbreviazione di Music love, ha detto che hanno ricevuto un avviso DMCA da parte dei legali della RIAA, che li costringeva a chiudere il sito.


Anche perchè il sito aveva ormai più di 30.000 visitatori al giorno e svolgeva oltre 15.000 ricerche ogni ora. Praticamente la RIAA ha scoperto, che un piccolo elemento del sito era ospitato sullo statunitense Hostgator e una volta intervenuti su quello, tutto il sito, anche se non conteneva materiale illegale, è andato down.


I responsabili hanno detto che proveranno a migliorare l'applicazione e torneranno on line.Ho i miei dubbi che però, dato il tipo di servizio, continueranno a restare on line.  

Primo giorno di processo per Pirate Bay

Il processo d'appello si apre subito con un colpo di scena, infatti gli imputati, presenti dovevano essere quattro ma risulta assente Gottfrid Svartholm che è malato in Cambogia e non ha potuto affrontare il viaggio, i giudici chiedono comunque che debbono essere inviate certificazioni mediche entro il 7 Ottobre.



Hanno poi parlato gli avvocati della difesa chiedendo l'assoluzione per i loro clienti e che la cifra, che essi sono condannati a pagare, venga ridotta. L'avvocato, invece di Peter Sunde e di Carl Lundström hanno chiesto, sempre l'assoluzione per i loro clienti, senza danni da pagare.

 Gli avvocati dell'accusa hanno poi riepilogato la storia del sito di Pirate Bay che era all'inizio molto piccolo e gestito da Gottfrid Svartholm e Fredrik Neij, che tramite una società israeliana sono entrati in contatto con Carl Lundström, che era allora presidente della società Rix Telecom. In seguito fu deciso il lancio internazionale del sito basato sulla condivisione file e fu creata una società di cui Lundström, possedeva il 40% e gli altri due il 60%, nel gennaio 2005. Sempre secondo l'accusa e dalle email, sequestrate durante il raid, Lundström, si preoccupò che in seguito al cambiamento delle legge sul copy-right, Pirate Bay potesse essere considerato illegale in Svezia e cercò di convincere gli altri a spostare i server in Russia od Argentina.


Nel frattempo, però, i responsabili del sito avevano stretto accordi con una società australiana di pubblicità e cominciarono a guadagnare tramite gli annunci pubblicitari sul sito. Anzi l'accusa a conferma di ciò dice che al momento del raid sui server nel 2006, sui computer sequestrati risulta la prova che sul sito, c'erano 64 annunci pubblicitari.


Nel pomeriggio poi viene mostrato un video su come funziona il sito e viene anche dimostrato che spesso i responsabili non hanno ottemperato alle richieste di take-down. Altre email, prese durante il raid dimostrano che anche Peter Sunde era coinvolto nella gestione del sito e che tutti gli imputati hanno guadagnato tramite gli annunci pubblicitari.

martedì 28 settembre 2010

L'industria porno come il Copyright Group

Ormai è di moda in America citare tante persone, presunti violatori del copy-right ed anche l'industria porno, assetata di denaro, pensa di seguire la strada del Copyright Group, che come sappiamo ha citato oltre 14.000 persone, colpevoli di aver condiviso vari materiali, di produttori indipendenti, con lo scopo dichiarato di trasformare la pirateria in un business. Solo che i produttori di video porno hanno altre frecce molto convincenti nel loro arco, quando inviano le lettere agli utenti. Infatti chi è che magari preferisce una causa pubblica rischiando di far sapere ad amici e famigliari che gli piace scaricare video non proprio edificanti e non vuole invece transare per mantenere l'anonimato ? Ecco perchè i proprietari di queste aziende di film per adulti, continuano a citare, sapendo di aver trovato un filone d'oro. Ad esempio la



Larry Flynt Publications ha presentato una querela contro 635 anonimi, nel tentativo di frenare il download illegale sulle reti BitTorrent e anche la Lucas Entertainment, come abbiamo già scritto ha citato 53 persone. Ma la sete di guadagno non finisce qui, infatti i produttori di film per adulti vogliono agire in modo più aggressivo anche contro dei siti, sempre in tema, tipo YouTube ma dove gli utenti caricano i loro film per adulti e che, in base al DMCA,rimuovono prontamente i video non in regola, dietro segnalazione.
 
 Ma questo ai produttori di film porno non basta e vogliono che venga creato un sistema tipo impronte digitali, che possa far riconoscere il video prima che venga mostrato al pubblico. Gli studios potrebbe quindi decidere di farli rimuovere o mettere pubblicità su tali video, proprio come i proprietari dei contenuti fanno su YouTube tramite ContentID. Insomma le idee per arricchire di molto le loro entrate ai produttori di film per adulti, non mancano.

Anche Wikipedia distribuisce video tramite P2P

Wikipedia usa un nuovo progetto portato avanti dal consorzio P2P-Next per lo streaming video dal suo sito, anche perchè al contrario dei testi e delle immagini, i video sono più costosi da distribuire e questo potrebbe esaurire il badget a disposizione della fondazione o distoglierlo da altri programmi.

 Il consorsio P2P-Next è finanziato dall'UE ed è stato prodotta una nuova versione di “Swarmplayer”e gli utenti possono scaricare il plugin della versione Swarmplayer 2 beta che può prendere video da Wikipedia ed altri peer e li distribuisce ad altri. Sul sito di Wikipedia, un controllo javascript rileva se il plugin è istallato, altrimenti fa partire lo streaming direttamente dal server. Al contrario del normale download BitTorrent dove è solo importante nel download che i pacchetti vengano riassemblati alla fine, nello streaming, i pezzi iniziali debbono essere a posto prima che la visualizzazione possa cominciare. Per questo il consorzio P2P-Next, utilizza un sistema ibrido HTTP/BitTorrent, ossia all'inizio funziona il server HTTP di Wikipedia e poi inizia la tradizionale tecnica di condivisione BitTorrent.



Il sogno del consorzio P2P-Next è che tutte le emittenti del mondo utilizzino il loro sistema e la prova sperimentale che stanno affrontando con un sito come Wikipedia, sarà molto utile per testare in modo efficace la loro tecnologia.

BitTorrent premia con 1000 dollari la migliore app

Come abbiamo scritto, BitTorrent ha lanciato su BitTorrent Mainline la piattaforma di applicazioni e ci si aspetta che verrà aggiunta anche a uTorrent, per la fine dell'anno. Finora però non erano molte le app a disposizioni degli utenti e la BitTorrent per invogliare gli sviluppatori a produrre app ha stanziato un premio di 1000 dollari per l'applicazione migliore. Ora è stato annunciato che ha vinto l'app Zulu Music, sviluppata da Steven Viola e che permette di cercare e trovare nuovi artisti fra i 39229 album disponibili su Jamendo e scaricare la musica in formato Mp3 od ogg.



Lo sviluppatore aveva prodotto un'altra app Zulu TV che permetteva di trovare le ultime trasmissioni televisive ad esempio trovando i Torrent su EZTV che è stato molto felice di questa app che può apportare nuovo pubblico alla sua piattaforma. Con un solo click gli utenti possono abbonarsi agli spettacoli o scaricare i singoli episodi.


Il problema è che, tale app, potrebbe non essere del tutto in regola con i detentori dei diritti e BitTorrent ha preferito premiare un app che offre contenuti legali al 100%.


Inoltre è stata rilasciata un'altra app, in collaborazione conl'organizzazione che ospita le conferenze TED e che permette di sfogliare o scaricare copie, in alta qualità, delle conferenze.

Oggi inizia il processo contro Pirate Bay

E' passato un anno e mezzo da quando i membri del famoso team furono condannati ad un anno di prigione e al pagamento di 905 mila dollari, si trattava del 17 Aprile 2009.
Quello fu in qualche modo l'inizio della fine per alcuni grandi siti come ad esempio Mininova, costretta a togliere la maggior parte dei suoi Torrent. Il sito di Pirate Bay, da quello che è stato dichiarato, proprietà di una società con sede alle Seychelles continua imperturbato, ad essere on line, mentre i vecchi membri del suo team, pare che siano impegnati in altre attività.

Ma molti altri eventi ci sono stati in questo periodo anche dal punto di vista legale, ad esempio il blocco di Pirate Bay in Italia. Inoltre sono state introdotte nuove leggi tipo i tre avvisi e la disconnessione in Francia ed il Digital Economy Bill nel Regno Unito che rafforzano i rapporti fra ISP e detentori dei contenuti per controllare e monitorare la rete.

Nello stesso tempo, c'è stata solo repressione, perchè le industrie detentrici dei contenuti non hanno lanciato nuovi modelli di business. Il risultato del processo d'appello, con questo clima che si profila può essere scontato, secondo il nostro parere, questo può spiegare la scarsa attenzione dei media e dei diretti interessati, alla notizia, mentre il primo processo fu seguito da milioni di persone.

Anche i risultati delle elezioni svedesi mostrano che, forse, i temi riguardanti la lotta al diritto d'autore non sono, ormai i più graditi all'elettorato svedese, perchè il Partito del Pirata svedese ha preso pochi voti e non è riuscito ad entrare in parlamento. Vedremo un po' se i fan di Pirate Bay mostreranno il loro attaccamento al team durante le fasi del processo.



L'appello, comunque, dovrebbe durare dal 28 settembre al 15 ottobre e soprattutto si baserà sulle audizioni del precedente processo ed anche se alcuni imputati avrebbero voluto rilasciare le loro dichiarazioni sulle parti da impugnare, questo è stato impedito. Dice infatti Peter Sunde” Ho chiesto di parlare e mi è stato negato. Questo è abbastanza folle ed incomprensibile”

lunedì 27 settembre 2010

Sistemi nucleari iraniani sotto attacco del Virus Stuxnet

Secondo quanto confermato dai funzionari iraniani sarebbero oltre 30.000 i PC Windows infettati nel paese e sembrerebbe soprattutto essere stato preso di mira il reattore di Bushehr egli iraniani hanno dato la colpa ai servizi segreti di Istraele impegnati secondo loro, in una vera e propria cyberwar. Sul sito web dell'Organizzazione sull'energia atomica iraniana c'è scritto che ci sono stati gravi danni nella struttura.

 Il virus Stuxnet era stato segnalato da VirusBlokAda, una società di sicurezza con sede in Bielorussia e circa un mese dopo la Microsoft ha riconosciuto che sfruttando le vulnerabilità 0-day, il virus si riesce ad insinuare nei computer che controllano gli impianti industriali di grosse aziende.

Il reattore colpito, è stato al centro di grosse tensioni fra Iran ed Occidente, in quanto si crede che il combustibile esaurito del reattore, potrebbe essere ritrasformato in plutonio di alta qualità ed usato per costruire armi atomiche. Vero è che, come ha fatto sapere Symantec, l'Iran ha subito l'attacco più massiccio da parte del virus Stuxnet con oltre il 60% dei computer colpiti. Come detto il virus, utilizza le vulnerabilità -0-day di Windows per insinuarsi dentro le macchine e nasconde il suo codice utilizzando un rootkit nelle macchine di controllo dei processi industriali. La Microsoft ha provveduto a risolvere due, delle quattro vulnerabilità-0-day che possono aprire la strada al worm, ed ha detto che presto avrebbe fornito patch per le altre due.

GB: svelato il motivo delle mancate citazioni di file-sharer

Il gruppo Anonimus 4Chan ha mandato qualche tempo fa in tilt il sito dell'ACS law, oltre quello più famoso della RIAA e poi durante il ripristino, per errore, sono state rese disponibili tutte le email private, che sono state prontamente rese disponibili a tutti su Pirate Bay. Una vicenda che già successe a Mediadefender e provocò grossi danni d'immagine alla società.

Ora parrebbe che quanto scritto in un email spieghi perchè, prima gli avvocati della Davenport Lyons e poi quelli dell'ACS law, abbiano mandato lettere ai presunti violatori del copyright ma ne abbiano citato realmente pochi. Anzi spiega anche un caso che fece molto scalpore, quello di Isabella Barwinska, che fu condannata a 16000 sterline per aver condiviso un solo gioco, il Dream pinball 3D. Di questo caso, io scrissi sul blog di P2P forum, ora defunto, anche perchè sono quasi quattro anni che mi interesso di notizie P2P, questo a significare che chi fa da sé, fa per tre, anche grazie a blogger. Questa vicenda, comunque fu pubblicizzata molto dagli stessi avvocati e fu seguita da migliaia di lettere inviate dallo studio Davenport Lyons con richiesta di 500 sterline, come a voler significare, se non pagate, quello che è successo a Isabella Barwinska, potrebbe capitare anche a voi. In base anche a quanto dichiarato da un avvocato, David Harris e riportato allora da vari media, era stato proprio un caso interamente a favore dei detentori dei diritti, mentre le altre sentenze in contumacia non avevano avuto questi risultati e era stata opportunamente sfruttata la cosa che la donna non aveva messo legali in difesa e non si era appellata contro la sentenza.

domenica 26 settembre 2010

Suddenlink scollega file-sharer per sei mesi

Mentre in Francia, con tanto di legge applicata non si è arrivati a nessuna disconnessione, l'America è un grande paese, indubbiamente anche per l'anomalia dei suoi abitanti. Infatti l' ISP Suddenlink, sta attuando una sua visione riveduta e corretta del DMCA, che secondo lui lo obbliga a scollegare gli utenti per sei mesi.

 Potremmo pensare, indubbiamente che questa sua politica aziendale sia chiarita nel contratto d'abbonamento, neanche questo, in quanto c'è scritto solo che, in caso di recidività nello scaricare file illegali, si potranno adottare altri provvedimenti, fra i quali anche la possibilità di disconnessione dell'account. Ma il rapporto fra i tre avvisi ed i sei mesi di sospensione non è specificato. L'ISP, però dichiara di stare rispettando ed applicando il DMCA e di essere nei suoi diritti, del resto anche Cox attua simili pratiche e Comcast ha per lungo tempo filtrato gli utenti BitTorrent. Sembra che fossero tutti nei loro diritti ma appare invece chiaro che gli utenti non hanno neanche diritto alla trasparenza nell'informazione.

venerdì 24 settembre 2010

Giudice dà ragione all'ISP Midcontinent

La telenovelas messa in piedi dal Copyright Group, continua ad interessare i tribunali, oltre i media con sempre nuovi colpi di scena. Avevamo scritto che un ISP del Sud Dakota, Midcontinent Comunications,, si era opposto alla citazione del Copyright Group, rifiutandosi di dare le informazioni richieste riguardo ai suoi clienti ed adducendo varie obiezioni, tra cui la mancanza di giurisdizione del tribunale di Washington D.C, ed anche che tale lavoro, richiedeva spese aggiuntive e non compensate da parte dell'ISP.

 Ora il giudice del Sud Dakota, dove l'ISP ha presentato la sua opposizione alla citazione, ha dato ragione all'ISP in base all'articolo 45, della legge federale, il quale prevede che i mandati di comparizione debbono essere presentati 1) all'interno del distretto di corte di emissione;2) al di fuori del quartiere, ma entro 100 miglia dal luogo previsto per la deposizione, 3) all'interno dello Stato se una legge statale lo permette 4)al di fuori dello stato se un giudice lo autorizza ed una legge federale lo permette.


In base alla disattesa di uno di questi punti, come detto, il giudice ha dato ragione all'ISP, inoltre la citazione è arrivata per mezzo fax mentre avrebbe dovuto essere inviata a mezzo raccomandata o consegnata personalmente. Quindi tutti gli utenti del l'ISP Midcontinent potranno stare tranquilli perchè i loro dati, corrispondenti agli indirizzi IP, non saranno inviati.

Caso di citazione filesharer senza registrazione copyright

Ormai nel Regno Unito ed ancora più negli USA, è iniziata la fase delle citazioni di gruppo di presunti trasgressori del copy-right a scopo di lucro. Addirittura un produttore per film per adulti ha citato 670 utenti BitTorrent, colpevoli, secondo lui di aver scaricato Der Onkel Gute , non un lungometraggio del 1912, ormai libero per tutti ma uno sconosciuto film per adulti ma non ha registrato, all'apposito ufficio, il copyright per il suo film.

Ormai la strada del Copyright Group che come sappiamo hanno citato migliaia di utenti, colpevoli, a loro avviso, di aver condiviso The hurt locker, film realizzato da produttori indipendenti è stata seguita da molti legali. Questi, citano gli utenti, indicando gli indirizzi IP, chiedono al tribunale che gli ISP consegnino loro i dati corrispondenti agli IP e poi a queste persone inviano lettere chiedendo soldi per risolvere il contenzioso e mettendo loro paura, minacciando conseguenze legali molto più gravi.



Evan Stone, a tale scopo, è stato ingaggiato dalla Mick Haig Productions ed ha citato 670 utenti BitTorrent la scorsa settimana presso la corte del distretto del nord del Texas, colpevoli, secondo lui di aver scaricato il film per adulti “Der Onkel Gute” omonimo di un cortometraggio del 1912.


Ma è stato appunto scoperto che tale film non è stato mai registrato presso il Copyright Office ed una lunga serie di precedenti legali, mostra che non è possibile citare persone, senza addurre prove della registrazione del copyright del materiale in oggetto. Quindi, per ciascuno dei 670 accusati dovrebbe essere facile opporsi alla citazione, adducendo tale motivo, oltretutto essi possono anche dire di aver voluto scaricare il film omonimo, ormai di pubblico dominio.

Strane petizioni presentate dalle associazioni anti-pirateria

E' di pochi giorni fa la notizia, che il parlamento Europeo ha approvato la famosa relazione Gallo che offre suggerimenti per nuove norme anti-pirateria. Secondo gli oppositori della relazione, gli interessi dei lobbisti dell'industria dell'intrattenimento mirano a trasformare internet in uno stato di polizia. La Quadrature du Net avrebbe scoperto che molte petizioni firmate dagli artisti, a richiesta di norme più severe a difese del copy-right e presentate dalle associazioni anti-pirateria per convincere i deputati europei ad approvare la relazione, presentano nomi sospetti, ad esempio risulta firmatario il regista ungherese László Kovács, morto tre anni fa ed è anche presente un nome che corrisponde ad una bambina di sette anni.


Soprattutto la petizione presentata a sostegno della relazione, inviata da Eurocinema, che rappresenta i produttori cinematografici e televisivi in Europa ha fatto nascere molti sospetti, anche perchè un terzo dei nomi presenti tra i firmatari è ungherese ed alcuni non si è affatto sicuri che esistano. Anche i due registi ungheresi Ibolya Fekete e Attila Janisch, contattati hanno detto di non aver firmato mai la petizione. Indubbiamente non fa piacere riscontrare questa scarsa onestà da parte delle associazioni anti-pirateria nel voler convincere i deputati europei e mette certamente ansia per il futuro, in quanto le stesse potrebbero tentare qualsiasi trucco per convincere i governi o gli ISP dei vari paesi europei ad anteporre i loro interessi a quelli dei cittadini e degli utenti di internet.

Mulve.com per i download di musica per ora non funziona

Molti media parlavano di entusiasmo di questo sito che sembrava permettere il download di musica con l'istallazione di un particolare tipo di software, un'applicazione chiamata Mulve fornita con un pacchetto di 2 MB con soli 2 file, il programma d'istallazione ed un file di testo che spiega come si potesse donare al progetto. Il fatto è che ci dobbiamo fidare di quanto scritto nel riportare la notizia, perchè come si può vedere sul sito, il collegamento non funziona e i responsabili del progetto stanno risolvendo.

In genere, quando vengono offerti software miracolosi che permettono il download di musica, dietro c'è sempre qualche trucco o malware ma, dalle prove effettuate con molti sistemi anti-virus il software sembrava pulito. Il software una volta in esecuzione permette agli utenti di ricercare i brani desiderati e poi, per quasi ogni canzone, porta una grande ricchezza di risultati ed anche MP3 di qualità, fino a 320 Kbs.

Inoltre, il download, per chi l'ha provato, avveniva con velocità impressionante. Secondo i due responsabili del progetto, questo non si basa su una cartella condivisa, come Limewire e neanche è basato su uTorrent e non è nemmeno un 'applicazione di Google basata sulla ricerca di Mp3 ma vi è la diretta connessione ad un server di negozi on line che i responsabili non vogliono rivelare dove sono.

Secondo alcuni la musica era in parte proveniente da un server russo collegato a Vkontakte, un sito enorme di social network.

Insomma, per ora qualcosa di molto sperimentale, che bisogna vedere dove porterà e non si sa quanto legale, un consiglio, con la situazione che si sta profilando in Europa è meglio comprare le tracce su Itunes oppure ascoltare la musica dalle varie radio on line, in attesa che le grandi etichette si decidano a proporre nuovi modelli di business.

giovedì 23 settembre 2010

GB: giudice si oppone alle migliaia di citazioni

Paese che vai, giudice che trovi, mentre sembrerebbe che in America i giudici siano piuttosto a favore delle moltissime citazioni richieste dal Copyright Group, nel Regno Unito un giudice si è opposto alla richiesta effettuata dallo studio Gallant Macmillan a nome dei loro clienti Ministry of sound, un' etichetta indipendente, di ottenere i dati corrispondenti a migliaia di indirizzi IP dagli ISP.



Oltretutto il giudice ha detto che con l'entrata in vigore del Digital Economy Bill non sarà più possibile ottemperare a simili richieste. In ogni caso, egli dice che se ci sono così tante e-mail da mandare è possibile che ci siano stati degli errori.
Anzi, egli ha detto che è come usare una grossa mazza per rompere una noce. Inoltre il giudice non si spiega perchè tante e-mail inviate e poi nessun caso portato a giudizio.
Questo invece è facile da capire, per chi ha letto i molti casi simili, perchè è stato dimostrato che è molto più redditizio impaurire gli utenti e chiedere loro un risarcimento, piuttosto che citarli in tribunale e dover sostenere delle spese. Altra cosa strana, mai nessun ISP inglese si oppone alle citazioni, sia dell'ACS law, preso di mira anche dalla comunity di Anonimus, che dello studio Gallant Macmillan. Veramente sappiamo che Talk Talk non si presta ad accordi, con legali o detentori di contenuti, ma stranamente, anche se è uno dei più grossi ISP del paese, i suoi utenti non vengono mai segnalati in queste citazioni. Quindi per ora il giudice ha rifiutato di concedere a Ministry of Sound l'ordine del tribunale, dicendo di aver ricevuto per lettera lamentele da parte del pubblico e il querelante ha tempo di chiarire questi punti oscuri fino al 27 settembre .

Il parlamento Europeo approva relazione anti-pirateria

E' stata approvata con 328 voti a favore, 245 contrari ed 81 astenuti la relazione proposta da Marielle Gallo, dell'entourage di Sarkozy, che non è una legge ma questo non la rende meno pericolosa perchè offre consigli ai vari governi europei affinchè adottino misure sempre più severe contro la pirateria.



Fra le altre cose, spinge i governi ad adottare sistemi del tipo dei tre avvisi e la disconnessione e promuove accordi privati fra ISP e titolari del copyright, in modo che possano agire incisivamente sui trasgressori del diritto d'autore. L'attuazione di queste misure antipirateria potrebbe minacciare il diritto alla privacy ed ad un processo equo. Inoltre, come in qualche modo si vuol fare anche con ACTA ed in linea con le intenzioni espresse più volte dai membri del governo Obama, non s'intende distinguere penalmente la contraffazione e il file-sharing non autorizzato. Infatti i due termini sono usati in modo intercambiabile nella relazione Gallo e questo è sicuramente fuorviante. C'è però anche da dire, che non essendo una legge bisogna poi vedere come i rispettivi governi pensino di attuare le nuove norme. Si è visto, infatti, sia in Francia, che nel Regno Unito che non è passata la disconnessione, senza intervento del tribunale.

Inoltre, sempre nella stessa relazione, c'è scritto che i titolari dei diritti dovrebbero offrire un miglior accesso ai contenuti legali, non ci dovrebbe essere solo il monopolio di Itunes ma si dovrebbero creare varie opzioni a prezzi concorrenziali, in modo da aumentare il download legale nell'UE. Infine in alcuni punti la relazione cerca anche di difendere il diritto degli utenti a non dover dimostrare la legalità dei loro contenuti digitali, in quanto dovrebbero essere i proprietari dei contenuti a fornire prove certe della violazione. Certo è possibile che vengono stretti accordi privati fra fornitori di contenuti ed ISP ma quest'ultimi potrebbero attuare simili accordi se guadagnassero anch'essi tramite, ad esempio, abbonamenti con i quali possano offrire il download legale di contenuti altrimenti, come hanno sempre resistito finora , sarà molto difficile che in futuro decidano di stringere accordi con le major.

Paul McCartney vuol condividere la sua collezione

L'artista ex Beatles vuole condividere la sua collezione, che verrà digitalizzata ed è per la maggior parte inedita.

Fra le 30 e le 100 persone della società Hewlett-Packard stanno lavorando al progetto, creando l'infrastruttura informatica L'HP chiama la “collezione Mc Cartney” una delle opere più complete e meno del 5% dell'intero materiale a disposizione è stato condiviso.

E' facile che alla fine venga creato un sistema ibrido, con parti non visibili al pubblico e parti che l'artista intende condividere. HP potrebbe anche decidere di mettere in vendita, poi la struttura creata ad artisti che intendano condividere il loro materiale.

Copyright Group: nuove richieste di annullamento citazione

Non si può dire che i giudici di Washington D.C. ed anche di altre parti del paese, non siano sovraccarichi di lavoro a causa delle richieste di annullamento della citazione con la quale gli avvocati del Copyright Group hanno richiesto agli ISP i dati di migliaia di utenti. Alcuni giudici poi, reagiscono anche in modo strano ad esempio Rosemary Collyer che ha ricevuto da parte di molti utenti anonimi una "motion omnibus" che solleva il problema della giurisdizione di Washington D.C, ha detto che darà tempo agli oppositori della citazione fino al 29 ottobre per presentare i loro nomi, indirizzi, numeri di telefono e indirizzi email al tribunale, cosa che essi, proprio con la mozione volevano evitare.

 Altro caso strano è stato proposto non a Washington D.C, ma al distretto dell'Illinois dove una persona il cui indirizzo IP compariva nella citazione, ha richiesto l'annullamento non per motivi di giurisdizione ma perchè gestisce una rete aperta WiFi, con una connessione via cavo Comcast e la condivide con il suo quartiere, ossia ha già iniziato a discolparsi dall'accusa.
Quindi nei tribunali americani è, in questa fase, il caos più assoluto con tanta gente che, dopo aver seguito le cause della RIAA per anni ed aver visto, quanto costa di spese legali, pur essendo innocenti, discolparsi, compie proprio azioni stupide, spinti dalla paura.

mercoledì 22 settembre 2010

Hadopi segnalati decine di migliaia d'indirizzi IP

Sta divenendo operativa la tanto discussa legge Hadopi in Francia ed i titolari dei diritti stanno segnalando decine di migliaia di indirizzi Ip e gli ISP dovranno consegnare i dati entro una settimana, altrimenti rischiano 1500 euro di multa.



Gli utenti che riceveranno tre lettere d'avviso, verranno segnalati poi ad un giudice che potrà decidere sanzioni economiche o la disconnessione da internet.


Come sappiamo la società Trident Media Guard è stata scelta per compiere quest'opera di monitoraggio e segnalazione ma il numero sembra effettivamente enorme. Per ora i titolari dei diritti forniscono oltre 10.000 IP al giorno e presto si prevede che tale numero salirà a 150.000. Chi è sottoposto, oltretutto per legge a grossi carichi di lavoro sono gli ISP che come detto dovranno consegnare tutti i dati degli utenti entro una settimana, altrimenti potrebbero essere condannati a multe, mentre nel caso che riguardava l'identificazione degli utenti segnalati dal Copyright Group, la Time Warner era stata obbligata dal giudice a segnalare solo 28 casi al mese, meno di uno al giorno, proprio perchè questa identificazione richiede personale e spese aggiuntive da parte degli ISP.
 
Comunque è facile che entro pochi mesi ci siano i primi utenti, multati e scollegati in Francia e questo bisognerà vedere se ridurrà i tassi di pirateria, anche se sembrerebbe che gli utenti che utilizzano servizi, tipo Rapidshare o Megaupload, oppure Usenet, non vengano monitorati.

lunedì 20 settembre 2010

Il partito del pirata non è entrato in parlamento

Si aspettavano di ripetere il successo ottenuto nelle votazioni per il Parlamento Europeo, dove avevano conquistato due seggi, ma disgraziatamente non è andata così, quindi né Wikileaks, né Pirate Bay potranno essere ospitati sotto l'immunità parlamentare. Ormai sembra chiaro che stanno attorno all'uno per cento, ben lontani dal 4% che gli serviva per entrare in parlamento.

Essi dicono di essersi impegnati e di aver condotto forse la loro migliore campagna elettorale ma il popolo svedese sembra aver deciso altrimenti. Questo non è certo di buon auspicio per il processo di appello contro il team di Pirate Bay che comincerà fra nove giorni. Dice giustamente Falkvinge "Ogni generazione deve riconquistare la democrazia. Nessuno ha detto che sarebbe stata una lotta facile "Ci riproveranno,comunque, alle prossime elezioni.

Continua l'operazione payback, colpita la RIAA


Avevamo parlato degli attacchi DoS, che la comunity 4Chan aveva sferrato contro la società di monitoraggio Aiplex Software ed il sito della MPAA, ora è la volta dei siti della RIAA e gli stessi individui minacciano anche la BPI britannica. La cosa assurda, come riportano molti media,è che si sono uniti a quella definita operazione Payback persone che niente c'entrano con il gruppo Anonimus, molto probabilmente soprattutto le citazioni dei 14.000 file-sharer da parte del Copy-right Group, rendono sempre più invise a tutti le associazioni anti-pirateria.

Torrent Freak parla della “protesta del futuro”ma a leggere il comunicato di Anonimus, non è questa l'impressione che si ha, “ Anonimus è stanco di interessi corporativi che controllano lla rete e ostacolano i diritti del popolo nel diffondere informazioni, ma ancora più importante, il diritto di condividere l'uno con l'altro. La RIAA e la MPAA fingono di aiutare gli artisti e la loro causa, eppure non fanno niente del genere. Nei loro occhi non vi è la speranza,ci sono solo i segni del dollaro.” Come si può vedere sono solo atti piuttosto immaturi di adolescenti che non si rendono conto di stare violando la legge e quindi rischiare condanne e nel contempo non risolvere nulla perchè dopo poche ore i siti sono di nuovo on line.

Anche gli scienziati usano BitTorrent

Il professore Richard Dawkins, biologo ed ateo convinto, ha spesso divulgato opinioni contro il creazionismo e ha anche scritto di come il mondo molto probabilmente sarebbe migliore senza religioni. Il suo ultimo lavoro, intitolato "Faith School Menace" , ha esplorato gli effetti deleteri delle scuole religiose sui bambini Il documentario è andato in onda sul canale televisivo More4 di Channel 4 e come succede sempre, con gli episodi TV, il resto del mondo è rimasto tagliato fuori, in quanto solo i cittadini del Regno Unito hanno potuto vedere il documentario. Il professore ha seguaci in tutto il mondo che si lamentavano di non poter vedere il lavoro in Australia o in altre parti del mondo così Dawkins sotto il suo account ufficiale, ha messo il link di YouTube, ora fatto rimuovere per questioni di diritti da parte di Channel 4 e anche alcuni link di un file Torrent su Pirate Bay.



Un uomo di scienza vuole che la cultura si diffonda il più possibile e non ha pensato certo, ai diritti di channel 4 violati e poi magari solo poche persone avrebbero scaricato il file e avrebbero anche rivisto il documentario quando la televisione dei rispettivi paesi si sarebbe decisa a trasmetterlo.

Contratti degli Isp sempre più contro il P2P

Indubbiamente credo che pochi leggano le clausole quando firmano per un abbonamento a banda larga, è un po' come quando si istalla un software si dovrebbe leggere tutto, ma chi ha il tempo? Cominciano ad essere, invece realmente sorprendenti le cose che ci sono scritte e soprattutto molto contrarie alla neutralità della rete. Parecchio interessante sono, ad esempio, le clausole del contratto Take che Time Warner Cable, propone ai suoi utenti.
 Ad esempio c'è scritto, come ci fa sapere Ars Technica, che è vietato inviare, caricare o rendere disponibile qualsiasi materiale o contenuti che violano i diritti e la dignità degli altri. Sinceramente non si capisce perchè si dia così importanza all'offesa alla dignità altrui, anche perchè c'è la legge in questi casi che interviene ed i tribunali sono pieni di cause, mosse da qualcuno, presumibilmente offeso da qualcun altro e se ad esempio si offendono due automobilisti non è che gli levano la macchina, quindi perchè in questo caso è minacciata la perdita della connessione ad internet ? Altra cosa strana che c'è scritta è che il servizio deve essere per uso personale e non commerciale, quindi non bisogna trarre da esso profitto. Capisco che se si tratta di una società oppure di un libero professionista il discorso può essere giusto ma il freelancer che scrive ogni tanto per qualche giornale ? Trae profitto, è vero, ma molto saltuario quindi è giusto che usi la sua connessione, che paga ogni mese.



Ma ancora più assurda è la politica di gestione del traffico, che l'ISP intende applicare in cui si dice chiaramente che verranno limitate il numero delle sessioni che un utente P2P può condurre nello stesso tempo ed altresì verrà limitata la larghezza di banda disponibile per protocolli P2P ed anche altri, secondo quello che l'ISP ritiene appropriato.


Insomma siamo veramente all'assurdo, andando su internet non ci si può inquietare altrimenti si rischierebbe di offendere qualcuno, non si può lavorare e non si può scaricare una distro Linux, tramite P2P perchè si viene filtrati. Non si capisce allora perchè pagare questa connessione, con cui non si può fare nula. Stessero infatti attenti gli ISP che così rischiano di perdere molti clienti, anche se i responsabili di TWC, dicono che per ora non hanno attuato nessun tipo di gestione del traffico, certo, però che il futuro è molto incerto.

domenica 19 settembre 2010

AiPlex Software colpito da 4chan

Aiplex Software, la società piuttosto sconosciuta di monitoraggio, balzata alla ribalta per le dichiarazioni del suo amministratore, poi smentite è stata presa di mira da 4chan, la comunità piuttosto estremista che il Guardian una volta definì come "pazza, giovanile ... brillante, ridicola e preoccupante” La società AiPlex Software che è solita attaccare i siti BitTorrent con attacchi DoS è stata colpita nella stessa maniera, quasi a voler dimostrare che come essa infrange la legge anche altri possono farlo.



Speriamo che le forze dell'ordine cybercriminali vigilino meglio su queste forme illegali di attacchi ai siti da qualunque parte queste provengono. Poiché si era diffusa la notizia che Aiplex Software avesse colpito con attacchi DdoS, Pirate Bay, il messaggio lasciato dal singolo responsabile dell'attacco parla di questo. Mentre invece un lavoro di gruppo ha creato gli stessi problemi al sito della MPAA, non si sa per quale motivo la comunità 4chan, abbia agito anche contro di loro, forse perchè si avvicina l'appello contro il team di Pirate Bay che ha tantissimi fans? La MPAA comunque ha in poco tempo risolto spostando il sito su un nuovo indirizzo IP.

Die Beauty al cinema e su Pirate Bay

Questa volta non si tratta di una pre-realise sfuggita su internet. Infatti la regista Stina Bergman ha proprio collaborato con Pirate Bay per far uscire il suo film sul sito, in contemporanea con la visione nei cinema. Infatti il film è presentato al cinema Bio Rio di Stoccolma ma nello stesso tempo è offerto sul sito di Pirate Bay dove può essere scaricato con licenza Creative Commons BY-NC-SA . Il film “Die Beauty” secondo gli autori è un thriller surreale ambientato in un febbrile mondo di fiaba. Mentre Hollywood vede Pirate Bay come un nemico Stina Bergman, pensa che la collaborazione con il sito possa giovarle, infatti più persone, vedono il suo film, più ne parlano e lo commentano,più spettatori è possibile che, dal passa parola, decidano di vederlo anche al cinema.



Del resto si è visto chiaramente che anche tutti i lungometraggi messi sulla piattaforma VODO e poi
sponsorizzati dai grandi siti BitTorrent, hanno avuto un gran successo di pubblico.

Siti Warez colpiti, uno anche in Italia


Continuando il discorso iniziato nel precedente articolo, riguardante il quanto mai oscuro e settario mondo dei gruppi scena, sempre da informazioni raccolte da Torrent Freak risulterebbero colpiti siti Warez classificati come 3.0 o 2.5, quindi la polizia è riuscita a colpire il vertice della piramide dei gruppi Warez. Ad esempio il gruppo BAR era classificato come 3.0, quello LOST come 2.5,anche DLR era classificato come 2.5, SC come 2.0 , poi c'è il sito chiuso in Italia di cui però si sa che era importante ma non come fosse classificato.



Molto probabilmente il lavoro della polizia, che si dice sia durato due anni è stato preciso ed accurato e soprattutto sono stati usati informatori di alto livello all'interno dei gruppi scena.


Io credo che bisogna questa volta essere grati alla polizia di aver scardinato una parte di organizzazione che sembra più malavitosa che legata alla voglia di condividere sapere e cultura che unisce tanti amanti del p2p.

Come funziona la gerarchia dei siti scena Warez

Abbiamo parlato più volte del raid che dal Belgio ha interessato vari paesi europei, ora Torrent Freak ha raccolto informazioni su quali siti scena siano stati colpiti e fra questi risulterebbe, un non identificato sito warez, localizzato in Italia ma soprattutto ci dà chiarimenti su come tali gruppi siano gerarchicamente organizzati.


Secondo le fonti di Torrent Freak i rappresentanti degli 8 gruppi con maggior punteggio si riuniscono ogni tanti mesi e decidono quali sono i gruppi scena che debbono essere considerati i migliori al mondo, in base a vari fattori. I siti considerati a livello globale sono 27 fra questi

2 siti sono classificati 3.0 (vertice della piramide), 3 siti sono classificati 2.5, 4 siti sono classificati 2.0, 5 siti sono classificati 1.5, 6 siti sono classificati 1.0 e 7 siti sono classificati 0,5.

I traders sono membri scena che possono muovere file in questi 27 top siti ed in altri gruppi scena.

Essi possono farlo acquistando punti e stando nella lista dei top 20 uploader. Vediamo ora come si fanno i punti. Il trader in posizione uno ottiene 20 punti quello in 20sima posizione prende 1 punto. Se poi il trader con 20 punti è su un sito classificato come 3, ottiene 60 punti, un trader con un solo punto e in un sito classificato 0,5, otterrà solo 10 punti. 
 
Tutti i punti maturati sono posti in una classifica e in base ai punti acquisiti, ogni settimana vengono proclamati i migliori trader.

sabato 18 settembre 2010

Colin Greenwood : il futuro dei Radiohead e della musica

Colin Greenwood bassista della band Radiohead, parla del rilascio di “in raimbows” avvenuto tre anni fa e dice che ora stanno studiando come rilasciare i loro prossimi brani, facendo il punto su alcuni importanti cambiamenti tecnologici e culturali, avvenuti nel frattempo. Soprattutto allora la loro paura era che il brano trapelasse on line prima dell'uscita ufficiale, fortunatamente questo non avvenne ma il successo, secondo lui, derivò anche dalla qualità delle canzoni, fatto che molti hanno trascurato.



Ora lui, dice che il suo modo di ottenere musica è variato da quando aveva 13 anni ma la sua passione è inalterata. Egli utilizza varie fonti: Itunes,Spotify, blog playlist, podcast, streaming online, ormai non utilizza quasi per niente i CD ma spesso trova la tecnologia frustante e ad esempio pensa che Itunes sia goffo e vorrebbe che fosse elegante come l'hardware Apple.


Secondo lui, quindi in questa fase di evoluzione della musica digitale la tecnologia non ha fornito nuovi sistemi di creazione o di distribuzione della musica. Greenwood è però convinto che internet ha sostituito i club o le sale da concerto come luoghi dove le persone possano condividere idee e le loro passioni musicali. Egli capisce che sono divenuti distributori di musica ma gli manca un'etichetta di grosso livello.Infatti gli sarebbe piaciuto stare insieme ai Blur, ai Beatles, ai Beastie Boys .C'è, secondo lui, meno interesse per l'aspetto tecnologico della rete e più attenzione su ciò che i servizi web possono fornire e questo per gli artisti può essere eccitante perchè li avvicina al loro pubblico.


Queste sono alcune considerazioni che sta facendo la band, prima di decidere come rilasciare la loro musica, in questa incerta fase di transizione fra vecchio e nuovo.

RCN dal 1 novembre potrà filtrare il traffico P2P

Sempre meno chiare le regole sulla net neutrality della rete, del resto abbiamo visto come Comcast abbia vinto quando si è rivolta ad un tribunale contro il provvedimento emanato nei confronti della società, dalla FCC per aver filtrato gli utenti BitTorrent. Indubbiamente tale vittoria ha creato un precedente importante.

Ora in base a quanto ha deciso un giudice, dal 1 Novembre la RCN, potrà riprendere i suoi sistemi di filtraggio nei confronti del traffico P2P, previo avviso della clientela. Molte class action sono state, infatti, intentate contro gli ISP, fra queste, quella guidata da Sabrina Chin, che, nel 2008, intentò causa contro l'RCN, colpevole, a suo avviso, di aver strozzato il traffico P2P, invece di impegnarsi in metodi neutrali che evitassero la congestione della rete. Ora la scorsa settimana, un giudice di New York, ha firmato una soluzione del caso che riguardava i 446.657 membri della class action e l'RCN, pur non ammettendo niente si era impegnata a fermare il filtraggio del traffico P2P per 18 mesi a partire dal 1 maggio 2009.



Molte sono state come detto, le obiezioni su quanto deciso dalla RCN, ma il giudice ha rifiutato tutte le obiezioni e ha detto che la transazione è giusta quindi gli avvocati otterranno 540 mila dollari , circa 605 dollari l'ora e Sabrina Chin 3000 dollari e l'RCN potrà fare quello che vuole a partire dal 1 Novembre, previo avviso dei clienti, del resto, come detto, la FCC aveva detto che limitazioni, tipo quelle applicate dalla RCN sul traffico P2P, sono pratiche illecite(vedi vicenda Comcast) ma un tribunale ha poi concluso che la FCC non ha l'autorità per impedire che gli ISP utilizzino tali sistemi per risolvere gli ingorghi della rete.

venerdì 17 settembre 2010

BSA: software illegali in 4 computer su 10

La BSA ha pubblicato un suo nuovo report che non si discosta molto dagli anni passati e che lamenta come in 42 paesi la pirateria del software abbia raggiunto livelli preoccupanti, soprattutto dovuti ad aziende che comprano un certo numero di licenze collettive ma poi usano molte più copie per i loro bisogni.

La BSA, Business Software Alliance, fornisce anche una sua possibile soluzione che se i governi riducessero il tasso di pirateria del software del 2,5% nei prossimi quattro anni si avrebbero 142 miliardi di dollari in più, mezzo milione di nuovi posti di lavoro nel campo tecnologico e 32 milardi di nuove entrate fiscali. La BSA si lamenta inoltre che questo problema che ha prodotto oltre 51 miliardi in meno, non venga considerato un fattore importante nelle valutazioni del rallentamento dell'economia globale. Secondo la BSA quindi, la pirateria del software è uno di quei fattori, che provocano rischi per la sicurezza nazionale e per la stabilità economica dei paesi, ai quali i governi dovrebbero pensare con attenzione e prendere al più presto provvedimenti.



Chiaramente il report, molto di parte, è stato criticato da più analisti del settore anche perchè non sempre è giusta l'opzione una copia illegale di software, una mancata vendita.
 
 Oltretutto nelle piccole aziende, che utilizzano software illegale, sono stati assunti nuovi dipendenti, tagliando appunto sulle spese per acquistare software legale. Quindi, anche gli effetti della riduzione della pirateria del software sul mercato del lavoro, sono tutti da dimostrare.
 
Rimane però, un fatto su cui tutti concordano, ossia che la pirateria del software, ancora di più di aziende che utilizzano internet 6 e sistemi operativi non più supportati rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale, in quanto i software illegali non possono essere aggiornati con patch di sicurezza, creando quindi ambienti che potrebbero essere tranquillamente sfruttati da disonesti ed usati poi per diffondere altrove le minacce. Urge quindi al più presto un intervento nazionale che crei accordi soprattutto fra produttori di software e piccole imprese che garantisca a tutti guadagni onesti e sicurezza.

Imputati di Far Cry alla riscossa

Come abbiamo più volte detto, i legali del Copyright Group, che hanno citato oltre 14.000 persone per conto di produttori indipendenti, sono apparsi all'attenzione dei media inizialmente per aver citato oltre 4000 persone per aver scaricato copie illegali del film di Uwe Boll Far Cry.

 Finora erano state posti molti dubbi riguardo il potere giurisdizionale della corte di Washington D.C, nei confronti di tanti imputati sparsi per il paese, ma si trattava, per lo più, di obiezioni scritte di proprio pugno dagli stessi imputati.

Ora invece alcuni imputati del caso Far Cry si sono consorziati ed hanno assunto legali e sono pronti alla guerra. Gli avvocati di queste persone chiedono che i mandati di comparizione siano annullati e che i convenuti siano allontanati dalla citazione, sempre per il problema della mancanza di giurisdizionalità della corte. Ma nella “omnibus motion” viene anche richiesto che la società produttrice del film sia obbligata dalla corte a pagare tutte le spese legali che hanno affrontato gli imputati, dovendosi difendere in un posto così lontano da quello in cui essi risiedono. Secondo i legali degli imputati dall'indirizzo IP facilmente si può risalire su internet alla località dove la persona che lo possiede risiede e non c'era bisogno di un'unica citazione a Washington D.C.


Molto probabilmente la ditta produttrice del film Far Cry, che ha firmato l'accordo con il Copyright Group, non si aspettava che la vicenda prendesse questa strada, perchè è molto probabile che i soldi li perda, invece di guadagnarli.


Bisognerà ora vedere cosa pensa di tutta la vicenda il giudice Rosemary Collyer, che già aveva dato ordine ai querelanti, dopo aver ricevuto tante lettere di singoli imputati, senza aiuto legale, di chiarire i rapporti degli accusati con il distretto della Colunbia.

Pirate Bay bloccato dagli ISP portoghesi?

Come è già avvenuto in Italia ed in Danimarca, ora anche in Portogallo ACAPOR, un'associazione che rappresenta gli interessi di ditte di noleggio film ha depositato una denuncia presso il ministero della Cultura portoghese chiedendo che gli ISP blocchino l'accesso del sito The Pirate Bay, agli utenti portoghesi,



Secondo l'associazione anti-pirateria, Pirate Bay sarebbe direttamente responsabile degli oltre quindici milioni di download illegali che si hanno ogni anno in Portogallo. L'associazione ha iniziato un'analoga azione contro il sito Piratatuga.net che si collega a film, musica e giochi hostati da altre parti ed ha oltre 50.0000 visitatori al giorno. Inoltre ACAPOR, ha inoltre richiesto al pubblico ministero di individuare le generalità degli amministratori di Piratatuga.net e di iniziare contro di essi un processo penale.


Mentre in Svezia sta per iniziare l'appello contro il team storico di Pirate Bay, sembra, in ogni caso, che il sito abbia notevoli guai anche nel resto d'Europa.

giovedì 16 settembre 2010

Il potere pubblicitario del file-sharing

Ci troviamo quasi sempre di fronte a due modi di visualizzare la futura realtà, da una parte ci sono i detentori del diritto d'autore che debbono vivere del loro lavoro e giustamente cercano che vengano fatte rispettate le leggi attuali sul copy-right, dall'altra l'avvento digitale, che porta sempre più persone a cercare di condividere copie di materiale che trovano on line. In questo dualismo, chi vincerà? Dificile a dirsi soprattutto se il sistema open di Google, che sicuramente guadagna ma offre anche tanti servizi che usiamo tutti, verrà sostituito dalla visione molto più chiusa degli affaristi dietro a Facebook.



Ma il potere della condivisione, nell'aumentare le persone che vengono a conoscenza di un prodotto e quindi, infine anche delle vendite può essere testimoniato anche dalla vicenda di Notch, che gestisce una società chiamata  Mojang Specifications e ha decine di progetti in cantiere. Per ora, però, il suo obiettivo principale è un gioco chiamato Minecraft. Lo sviluppo del gioco che è ancora in versione alfa ha già attirato un pubblico di fan e parecchi video girano su Youtube.

Rettifica di Akamai

Si era parlato di come alcuni produttori di giochi usassero i software P2P ad insaputa dell'utente e sfruttando la sua larghezza di banda per il download di altri.

Fra i software citati c'era quello di Akamai che ha replicato su alcune inesattezze, secondo lui, scritte da Torrent Freak e dice che le condizioni del servizio sono tutte chiarite tramite la comunicazione EULA.

 Inoltre Akamai dice di aver cercato insieme ai suoi clienti le migliori soluzioni possibili. Invece è difficile che il tipo di servizio sia stato compreso dalla maggior parte dei giocatori, altrimenti non si capirebbero le lamentele espresse nei forum e blog che hanno spinto Torrent Freak a scrivere l'articolo.

Inoltre l'attività del software in background, è monitorata con un tool a linea di comando mentre sarebbe sicuramente auspicabile una maggiore trasparenza riguardo all'attività di queste applicazioni e l'impatto delle stesse sul computer degli utenti.

 Molto probabilmente, però è preferibile ridurre le informazioni al minimo, in tal modo si può continuare a veicolare dati sfruttando la banda degli utenti, praticamente quindi è preferibile, suscitare lamentele ma continuare un servizio, per essi praticamente a costo zero.

mercoledì 15 settembre 2010

GB: il 25% del costo di invio delle lettere agli ISP


Finora la legge sul Digital Economy Bill, nel Regno Unito, come sappiamo, votata di fretta, prima che il governo, causa elezioni, non potesse più farlo, aveva ancora molti punti non chiariti, fra questi a chi dovesse essere addebitato il costo delle lettere da inviare agli utenti colpevoli di violazione del diritto d'autore.



Soprattutto gli ISP, volevano chiarezza, costretti dal governo in attività che andavano al di là del loro lavoro di semplici vettori, come se il postino che porta la corrispondenza dovesse pagare l'affrancatura di tutte le lettere. D'altro canto, i titolari dei diritti, hanno sempre sostenuto che gli ISP hanno guadagnato per anni dal file-sharing sfrenato, rendendo felici i loro clienti offrendo abbonamenti che garantivano ad essi più banda. Ora comunque sembrerebbe che le menti più brillanti del governo abbiano trovato un modo chiaro per dividere le spese che toccheranno per il 75% ai detentori dei diritti e per il 25% agli ISP. Quindi al più presto verrà applicata la legge che permetterà ai giudici di bloccare interi siti web e vedrà i file-sharer colpevoli o innocenti, comunque monitorati e spiati e la vicenda svizzara della Logistep dovrebbe far riflettere sui diritti della privacy, che in ogni caso verranno calpestati.


Sembra comunque che chi riceva la lettera possa appellarsi almeno una volta senza costi, ovviamente se tutti scriveranno per dire che sono innocenti, la cosa verrà rivista e verrà messa una tassa.


In ogni caso è difficile pensare che gli ISP, zitti e buoni accetteranno di pagare questo 25% e non ritoccheranno invece i contratti di tutti gli utenti, magari anche di quelli che non hanno mai sentito la parola file-sharing. Molto probabilmente poi sappiamo che in queste cose ci saranno tanti innocenti che ci andranno di mezzo, ragazzi, persone con errori nel monitoraggio, connessioni wireless non protette, mentre come in Svezia con l'ipred, i più furbi e smaliziati saranno da parecchio passati a servizi che assicurano l'anonimato, VPN, proxy,seedboxes. Forse, quando, ad esempio, le case discografiche si renderanno conto, che con tutti questi sistemi e con le spese in più per il monitoraggio e l'invio delle lettere, i dischi non si vendono lo stesso, creeranno nuovi modelli di business digitali, chissà.

Jean Luc Godard sempre più contro Hadopi

Il famoso regista 79 enne, che spesso si è espresso contro la legge francese Hadopi, dicendo che non dovrebbe esistere la proprietà intellettuale, ha ora contribuito con 1000 euro a sostenere il ricorso di un fotografo James Climent presso la Corte Europea dei diritti dell'uomo.Del resto Godard ha sempre chiaramente espresso le sue convinzioni anti-capitaliste ed anti-hollywood , anche ultimamente ha detto che non ha nessuna intenzione di andare a novembre ad Hollywood dove gli sarebbe stato consegnato un premio oscar speciale per la carriera.



Il caso del fotografo era iniziato nel 2005, quando Climent, appassionato di file-sharing tramite l'applicazione P2P Soulseek ricevette la visita della polizia, che trovò sul suo disco rigido 13.788 file MP3, da allora, iniziarono una serie di processi che alla fine lo condannarono a versare 20.000 euro alla SACEM.

Nel giugno 2010 il suo ultimo appello fu respinto. Climent, che si è sempre dichiarato non colpevole e che dice, in modo provocatorio di condividere ora oltre 30.000 brani, ha impegnato tutti i suoi soldi e quelli della sorella, nelle battaglie legali, che sono per lui divenute una questione di principio. Infatti egli dice che non è umano che qualcuno venga punito così pesantemente per condivisione di cultura e cerca appunto soldi per portare il suo caso alla Corte Europea. Molto sorpreso quindi Climent ha scritto nel suo blog di aver ricevuto un email di un produttore di Godard che gli comunicava che il famoso regista voleva contribuire alla sua difesa


Finora Climent ha raccolto 2225 euro ma gliene servono molti di più, come spiega nel suo blog  .

Norvegia: nuovo studio sugli effetti della pirateria sulla musica

Molte volte ricerche e statistiche hanno cercato di scoprire quanto l'avvento della musica digitale ed in particolar modo della pirateria, abbia inciso sulle entrate dell'industria musicale. In tal senso sembra particolarmente interessante uno studio condotto da Anders Sorbo e Richard Bjerkøe nella loro tesi per il master presso la Norwegian School of Management.

Nel loro lavoro di ricerca, i due hanno preso in esame il periodo 1999-2009 ed hanno scoperto che le entrate dell'industria musicale sono passate da 1,4 miliardi norvegesi del 1999 a 1,9 miliardi del 2009. Calcolando i valori dell'inflazione, si avrebbe un aumento del 4% delle entrate dell'industria musicale. Ancora più interessante, però è il dato riguardante i guadagni degli artisti che, secondo la ricerca sarebbero aumentati nello stesso periodo del 114% passando dai 255 milioni del 1999 ai 545 milioni del 2009.



Quindi sembrerebbe che la digitalizzazione abbia incrementato di molto le entrate degli artisti.


Anche se poi il numero degli artisti è aumentato del 28%, in ogni caso il reddito personale di ognuno è aumentato del 66%.


Oltretutto, quest'ultimi, intervistati su quale fossero le loro principali fonti di reddito, hanno dichiarato che le vendite di dischi non è mai stata la loro prima entrata, rappresentata invece dagli spettacoli dal vivo. Anzi già nel 2009 per il 25% degli artisti, gli spettacoli dal vivo rappresentavano oltre il 50% del loro reddito mentre nel 2009 tale percentuale è passata al 37%.


Quindi, gli artisti guadagnano di più, usando anche internet come mezzo pubblicitario,ciò che già stava già in crisi nel 1999 e lo è, ancora di più, nel 2009 è la vendita di dischi, quando le industrie musicali accetteranno la cosa e proporranno nuovi modelli di business digitali del tipo di Itunes, vedranno le loro entrate risalire velocemente.