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martedì 31 agosto 2010

Torrent My Book nuovo sito BitTorrent

Due studenti universitari, vorrebbero colmare il vuoto lasciato da TextBookTorrents., chiuso nel 2008 ed offrire agli studenti un posto dove condividere i libri. Il sito, però non avrà tracker, solo link.



TextBookTorrents ha rappresentato un grosso aiuto per gli studenti ed infatt,i nel suo massimo apogeo, il sito aveva oltre 70.000 iscritti.


Poi, però l'attenzione degli editori e le minacce di azioni legali, hanno obbligato il proprietario a chiudere il sito. In due anni, nessuno ha pensato ad aprire nei paesi più industrializzati un sito del genere, perchè ci sono sempre stati paesi in cui gli editori non arrivano e si possono trovare copie magari in lingua russa od araba. L'assurdo della situazione è che, come abbiamo scritto ci sono paesi in cui non è illegale il copiare materiale di origine straniera, come ad esempio l'Iran.


Ora due ragazzi, studenti universitari, vogliono, come detto, ritentare ed offrono un sito dove gli studenti possono condividere libri ed esperienze.


Sicuramente è da considerare la legittimità dell'operazione, forse i libri e la cultura dovrebbero essere gratuiti ma gli editori non la pensano così, la legge oltretutto dà loro ragione, quindi nonostante la loro passione e le loro buone intenzioni, i ragazzi si cacceranno in un sacco di guai.

Australia nuova campagnia anti-pirateria “Pirata per caso”

Mentre infuria in tribunale la battaglia che ha mosso AFACT contro iinet, dall'Awareness Foundation, (IPAF) è stata creata una campagna che cerca di sensibilizzare la gente al rispetto della proprietà intellettuale, facendole nel contempo conoscere, il valore ed il ruolo della stessa nella società.



Insomma l'IPAF, tenta con questa campagna un approccio molto più soft, non partendo lancia in resta ad accusare i pirati ma iniziando dal discorso che si può essere persone onestissime ma pirati accidentali.


Secondo, infatti, ricerche statistiche ben il 34% degli australiani ritiene la violazione del copy-right un furto ma poi circa un cittadino su tre, viola in vari modi il diritto d'autore per questo motivo, essendoci una sostanziale differenza fra quello che si pensa e quello che poi si fa, è stata lanciata questa campagna “Pirata Accidentale”.


Sull'home page della campagnia c'è poi un questionario con cinque domande, alle quali, se rispondi bene prendi gli applausi del pubblico ma non ti salvi lo stesso da precetti tipo comandamenti.


Per cui, già mi vedo un adulto che vedendo la grafica del questionario, scappa via subito, quindi non credo che ad essi sia diretta.

lunedì 30 agosto 2010

UK: Partito del Pirata spiega il “Digital Economy Act”

Come sappiamo in UK è stata approvata una legge che dovrebbe servire a limitare la pirateria di documenti protetti dal copy-right e sul modello dell'Hadopi francese, prevede l'intervento degli ISP , ora il Partito del Pirata ha cercato di chiarire bene la legge in una specie di guida tecnica divisa in cinque sezioni:



1) Introduction and the Initial Obligations Code


2) Technical measures to limit Internet access


3) Subscriber appeals


4) Web-blocking


5) Other Provisions and Summary


Questa guida sarebbe stata forse necessaria prima che fosse votata, di tutta fretta dall'uscente governo Brown, una legge che ancora non è completa e finale. A diversi dipartimenti governativi tra cui l'UFCOM, sono stati delegati i poteri e la capacità d'intervento ai sensi di legge.


Comunque, in questo, come in molti altri casi i governi hanno dimostrato di approvare leggi, impopolari, a vantaggio solo di pochi, grossi industriali, disinteressandosi completamente delle volontà dei contribuenti che li hanno votati e pagano per i loro stipendi.

domenica 29 agosto 2010

Copyright Group: altro ISP si rifiuta di consegnare i dati

Midcontinent Communications, un ISP che ha 250.000 clienti nel Nord e Sud Dakota ha presentato una mozione in tribunale, chiedendo l'annullamento della citazione ricevuta a nome della Voltage Pictures, produttrice del film “The hurt locker” che lo costringerebbe a rivelare l'identità di 143 individui, il cui indirizzo IP è stato individuato fra quelli che sono accusati di aver scaricato una copia illegale del film.



Nella mozione di annullamento, l'ISP, tramite i suoi legali, dice che nella citazione non si parla di ricompensare l'ISP, per il lavoro di ricerca aggiuntivo ed inoltre è piuttosto scettico riguardo al fatto che possa avere giurisdizione su di esso una corte di Washington D.C.. In tal senso, poiché intende rispettare la privacy dei suoi clienti, aspetterebbe che gli arrivi la citazione di un giudice locale.


Come sappiamo, il Copy-right Group ha pensato bene di arricchirsi, difendendo i diritti dei produttori indipendenti, non tutelati dalla MPAA, accollandosi le spese legali ma prendendosi, una grossa fetta del risarcimento, così in un anno ha citato circa 14.000 persone, in tutto il paese, suscitando un vespaio e grossa attenzione da parte dei media. Si deve, quindi aspettare , per forza opposizione a questa sua voglia di arricchirsi, mostrata in modo così plateale.

sabato 28 agosto 2010

Warner e Disney colpiscono chi offre pubblicità ai siti BitTorrent

Sembrerebbe che le aziende dei contenuti, intendano in ogni modo combattere la pirateria ed anche chi dà ai siti illegali mezzi di sostentamento.



The Hollywood Reporter per primo, riporta la notizia che Warner Bros e Disney hanno denunciato la società pubblicitaria, Triton Media in quanto aiuterebbe a tener in vita i siti illegali, fornendo pubblicità e un rendimento, tramite questa. Inoltre, la colpa di Triton Media sarebbe ancora maggiore in quanto era stata avvertita, tramite avvisi da Disney e dalla Warner ed avrebbe continuato invece ad offrire pubblicità. Quindi Triton è accusata di induzione e contributo alla violazione del copy-right.


Quindi il messaggio che vogliono lanciare le industrie dei contenuti è che le aziende pubblicitarie debbono stare attente a con chi fanno affari, altrimenti rischiano di pagare in prima persona. Bisognerà ora vedere se il loro punto di vista verrà accettato dai giudici.

Su Pirate Bay un film

Nel bene e nel male, il team di Pirate Bay è diventato famoso, si tratta solo di pirati avventurieri, oppure di gente che ha creduto ed ha combattuto per la net neutrality di internet?



Alcuni spezzoni del lungometraggio su cui sta lavorando Simon Klose regista e produttore svedese sono finiti su You tube, dove sono stati visti da molte, a testimonianza dell'interesse della gente per tutto quello che riguarda il controverso sito ed il suo team.


Il documentario dal titolo “TPB-AFK” il regista ha anche seguito il processo contro Pirate Bay ed ora seguirà l'appello.


Peter Sunde, l'ex portavoce di Pirate Bay ha detto che hanno dato aiuti e suggerimenti al regista ma essi non sono coinvolti nella produzione del film.


Ora Simon Klose, cerca aiuti e donazioni da parte del generoso popolo BitTorrent per finire il documentario egli ha dichiarato “ Voglio dimostrare che le persone che affermano che il P2P sta distruggendo la creazione culturale sono in errore e chiederò alla gente di internet di aiutarmi nell'impresa”.


Il documentario dovrebbe uscire nell'autunno 2011 e il 28 agosto verrà aperto il sito ufficiale del progetto, dove le persone potranno contribuire allo stesso.

venerdì 27 agosto 2010

uTorrent patcha il bug delle Dll Windows

In questi giorni non si parla altro che di una vulnerabilità del sistema di gestione delle Dll di Windows che metterebbe a rischio molte applicazioni, tra cui, come avevamo anticipato, anche uTorrent, oltre a Firefox, Adobe Photoshop, ecc. Ora tutti gli utenti di uTorrent sono invitati ad aggiornare il loro client , con la correzione della vulnerabilità. Poiché Windows si rifiuta di patchare il sistema, le varie applicazioni, debbono provvedere per proprio conto.



E' stato quindi prontamente rilasciato dalla BitTorrent, uTorrent 2.0.4, che disattiva il caricamento delle dll dalla directory e quindi impedisce all'exploit di funzionare .I responsabili di uTorrent dicono di avere cura per la sicurezza dei loro utenti e si scusano dell'inconveniente, al quale hanno cercato di porre subito rimedio con la patch, mettendo quindi fuori dai rischi gli oltre 50 milioni di persone che usano uTorrent.

Tenembaum non intende pagare 67500 dollari

Joel Tenenbaum, di cui abbiamo parlato varie volte, non intende pagare 67500 dollari per aver condiviso illegalmente 30 canzoni e quindi è ricorso in appello. Dice lo studente che la cifra sembra bassa rispetto al risarcimento originale, richiestogli di 675.000 dollari e che poi il giudice Gertner ha ridotto giudicandolo eccessivo ed anti-costituzionale. Secondo lo studente, anche la cifra di 67500 dollari per 30 canzoni è folle e secondo il famoso avvocato di Tenembaum, Charles Nesson, docente di diritto ad Harvard, il danno causato alle etichette è stato di 21 dollari, perchè se lo studente avesse comprato i brani su Itunes, avrebbe pagato 99 cent a brano e 70 cent sarebbero stati dati da Apple alle etichette.



Del resto, anche la RIAA era ricorsa in appello, perchè non aveva accettato la riduzione del risarcimento effettuato dal giudice Gertner e non vuole che si crei un precedente legale pericoloso.


In base alle leggi sul Copy-right, Tenembaum poteva anche essere condannato a pagare 150.000 dollari a canzone se la giuria riconosceva l'infrazione come dolosa ed in ogni caso il minimo del risarcimento è di 750 dollari a brano e poi invece, nel suo caso, la giuria decise per un tot di 22500 dollari a canzone che portò la cifra totale a 675.000 dollari, ritenuta incostituzionale e ridotta, in un secondo momento, dal giudice Gertner. Quindi come si può vedere è proprio la legge che è sbagliata e che bisognerebbe modificare indubbiamente Charles Nesson, sfruttando l'interesse dei media, mira a costringere i politici a lavorare in tal senso.

Jac Holzman: il web non ucciderà la musica

In rete vengono riportati sempre pareri piuttosto discordanti di artisti ed esperti del settore musicale , riguardo al web e all'impatto che questo può avere sull'industria discografica.



Ora anche Jac Holzman, che ora ha 79 anni e che ha fondato Elektra Records, che festeggia il suo 60 esimo anniversario e scoperto i Doors e spinto le grosse case discografiche ad adottare il compact disk, dice, sempre riferendosi al web che l'industria musicale ha un futuro luminoso. Molto probabilmente lui ha visto le varie innovazioni tecnologiche rivoluzionare completamente il mondo musicale durante la sua lunga attività e non si lascia facilmente prendere dal panico.


Nel campo musicale, Holzman ha visto la nascita di tutto, l'LP, il dat, il CD,l'Mp3, BitTorrent. Quindi la tecnologia non lo spaventa, anzi dice che varie innovazioni tecno hanno fatto arricchire molte persone ed anche quando si tratta di internet e della distribuzione digitale, Holzman dice che le grandi etichette possono fiduciosamente investire capitali in questo campo anche perchè non hanno altra scelta. Quindi lui non è d'accordo con quanto detto, durante questa settimana dal cantante Fleetwood Mac, che Internet avrebbe distrutto il rock.


Sempre secondo Holzman, le grandi etichette hanno sbagliato a chiudere Napster perchè in quel momento l'ascesa del CD aveva lasciato un vuoto sulla possibilità di vendere i brani singoli. E con Napster ci sarebbe stata la possibilità di far soldi vendendo i singoli ad esempio a 79 cent.. Avrebbe avuto lo stesso successo il P2P? Forse, si, ma si sarebbe stabilito il principio che bisognava pagare per ottenere musica digitale.

 
Inoltre Holzman concorda con alcune idee di Lawrence Lessing sulle necessità di modificare le leggi sul diritto d'autore e sulla necessità di marchi meno restrittivi.


Per quello che riguarda poi le cause intentate dalla RIAA contro i file-sharer, pensa che siano state un errore ma dice anche che le industrie e gli artisti debbono guadagnare dalle loro produzioni e soprattutto gli ISP debbono dare ad essi qualcosa, perchè hanno sempre guadagnato, sfruttando la loro musica, senza pagare nulla.


Sempre secondo Holzmann, le etichette stanno pensando e studiando il modo più giusto per utilizzare le nuove tecnologie e lanciarsi nel mondo digitale, ormai nessuno ha più paura.

Difficile mantenere l'anonimato ai file-sharer di gay-porno

Come sappiamo la Lucas Entertainment ha intentato una causa federale contro 65 persone, presunti file-sharer che avrebbero scaricato una copia illegale del suo film Missing, utilizzando l'indicizzatore BitTorrent GayTorrent.net, ma la Lucas conosce solo l'indirizzo IP di queste persone, quindi deve ottenere tramite citazione in tribunale i dati dagli ISP.



Molte volte, le persone indagate, hanno scritto al giudice, affinchè la citazione fosse annullata e fosse conservato il loro anonimato.


Solo che queste richieste dovrebbero essere inoltrate, tramite un avvocato, in forma anonima, invece per problemi di costi, molte persone, scrivono al giudice, indicando il loro nome ed indirizzo e scoprendo così la loro identità.


Ad esempio un certo Donald M. del Connecticut in una lettera inviata al giudice federale, con l'intento di mantenere riservata la sua identità ha invece fornito pubblico accesso a tutti i suoi dati In altre parole Donald, cercando di mantenere la sua identità privata, si è rivelato essere l'ignoto # 57, un presunto utente uTorrent 2.0.2 che aveva scaricato file porno gay il 17 luglio.


Questo è anche lo scopo di questi processi in cui vengono citate moltissime persone, che rimangono sbigottite e non sanno fare i giusti passi legali.


Quindi se si vuole opporsi ad una citazione in giudizio occorre farlo in forma anonima, come hanno fatto molte persone, citate dal Copy.right Group, anche se, nel caso in cui l'opposizione non è accettata, l'identità viene rivelata in ogni caso.


Un avvocato della Florida, Graham Syfert ha creato tre documenti che le persone possono acquistare a 99 dollari,  nel caso in cui il loro provider li informi di un mandato di comparizione che chiede i loro dati personali in cause riguardanti il copy.right, ed il suo sogno è che oltre 10.000 citati comprino ed inviino tali documenti, paralizzando l'intero sistema legale e facendo capire che non dovrebbe essere permesso di intentare causa a tante persone.


C'è però anche da dire che finora solo pochi imputati hanno avuto accettata la richiesta di annullamento del mandato di comparizione.

giovedì 26 agosto 2010

Colpa degli utenti se è difficile mantenere standard di sicurezza on line

Ricerca su ricerca, sembra proprio che mantenere standard di sicurezza validi dipenda dagli utenti che sono prontissimi in rete a rivelare i loro dati personali, compresi anche atti illeciti che hanno compiuto. Ora in base a vari esperimenti è molto più facile che gli utenti siano pronti a confidare le loro faccende personali in un ambiente, diciamo confidenziale, favorevole.



In tal senso, alcuni ricercatori della Carnegie Mellon University hanno rilasciato due pagine web, in una, figurava la dicitura ufficiale “Carnegie Mellon: sondaggio sui comportamenti etici”, l'altra,era presentata come un sondaggio scherzoso in un sito web, intitolato “Quanto siete cattivi'?”.


Di sondaggi del genere in rete ce ne sono a migliaia ed in effetti, ci si diverte a rispondere alle domande ma penso che nessuno abbia ritenuto di doversi preoccuparsi di dove vanno a finire i dati. Il problema è che ognuno di noi, considera internet un altro aspetto del mondo quotidiano ma in realtà non è così, come giustamente ha detto il Ceo di Google, Se prendiamo anche confidenza con un estraneo durante un viaggio, in treno, in aereo è molto probabile che ognuno di noi, resetti la maggior parte delle informazioni ricavate dal colloquio a voce, alla fine del viaggio, Internet, prima ce lo mettiamo in testa, meglio è, non funziona così, ha la memoria di un elefante, quindi conserva tutto. Tornando ai risultati riportati dai ricercatori, quasi tra l'1,74% e l'1,98% in più in media delle persone ha risposto al “sondaggio allegro” rispetto a quello professionale.


Si è inoltre evidenziato, che comunque venisse presentato il sondaggio, gli utenti rispondevano poco a domande dirette rispetto alle loro abitudini etiche ma davano, praticamente, le stesse informazioni richieste tramite queste domande, rispondendo ad altre camuffate in modo informale.


Quindi, in base ai risultati della ricerca si può concludere dicendo che è abbastanza semplice, per malintenzionati, indurre gli utenti a rivelare informazioni personali e che gli utenti possono essere ingannati da indizi, a cui rispondono in modo soggettivo, che sono l'esatto opposto di quelli riconosciuti da un osservatore indipendente. Quindi riuscire a mantenere on line standard elevati di sicurezza sarà sempre più difficile.

Autore di software chiede che il Torrent non venga rimosso

Il proprietario di una piccola società, la Coding Robots, è rimasto sconvolto nel vedere che la sua applicazione per MAC. Memoires, che consente agli utenti di tenere un diario semplice ed elegante, era stata “medicata” come si dice nei canali P2P, ossia resa illegale e condivisa su Pirate Bay.



Al contrario di altri proprietari dei diritti, l'amministratore della Coding Robots, non ha chiesto la rimozione del Torrent ma anzi ha inviato un avviso di attività ridicola al team di Pirate Bay, chiedendo di tenere, il file a dimostrazione di come un lavoro per crakkare, fatto male, possa rovinare un ottimo programma. Inoltre, nella lettera ha spiegato tutto ciò che aveva sbagliato il cracker Minamoto.


Dopo varie esclamazioni colorite, Chestnykh conclude dicendo “chiedo che non si rimuova il torrent in modo che la gente possa ridere delle competenze di Minamoto e comunque, dovrebbe essere richiesto un crack migliore in modo da non paralizzare l'esperienza d'uso di un programma così bello”.


Invece il torent è stato rimosso, che si sia offeso Minamoto, oppure il team di Pirate Bay non è stato insensibile al dolore di un creatore di programma che vedeva il suo lavoro, storpiato in questo modo ?

Danimarca: il tasso di illegalità sale

Nonostante gli sforzi compiuti dalle varie associazioni anti-pirateria, al fine di educare le persone al rispetto del diritto d'autore, sia con campagne educative nelle scuole sia, con denunce  nei confronti dei siti e dei singoli evasori, il fenomeno sembra inarrestabile ed oltretutto in crescita.



Infatti, in base ad un sondaggio effettuato, nella prima settimana d'agosto da YouGov Zapera, pubblicazione MetroXpress intervistando un numero significativo di persone, di età compresa fra i 18 ed i 74 anni, è risultato che il 23% degli intervistati, cerca e trova film e musica su internet, mentre nel 2009 la percentuale era del 20% e se si parla solo di musica, il 27% del campione ha dichiarato di usare i metodi di condivisione per acquisirla, mentre nel 2009 la percentuale era del 24%.


Le campagne pubblicitarie, utilizzate per dissuadere la gente dal violare le leggi sul copy-right sono state solo uno spreco di soldi, conclude, quindi, la MetroXpress perchè le persone non si convincono che esse stanno facendo qualcosa di illegale, per esse il condividere non è come il rubare.


Anche i rappresentanti del ministero della cultura danese sono convinti che il problema del download illegale è enorme e la violazione su internet ha raggiunto livelli tali da impensierire il governo e spingerlo a nominare una commissione, che studierà a fondo il problema e relazionerà al governo entro la fine dell'anno.

I protocolli di emule ed uTorrent non sono poi tanto offuscati

Ci sono protocolli di cui è più difficile identificare il traffico web,che è facilmente individuabile tramite la porta TCP 80, ossia i cosiddetti protocolli offuscati tipo emule, uTorrent e Skype. Chi ha tutto l'interesse ad identificare e decriptare questi protocolli ? Sicuramente gli ISP, che vogliono evidenziare il traffico P2P per filtrarlo, vedi Comcast, risolvendo in tal modo, a loro parere, gli ingorghi di banda. Ci sono poi le ditte che offrono e vendono sistemi di monitoraggio agli ISP, molti dei quali sfruttano la deep packed inspection.



Ora a quanto riporta Ars technica, due ricercatori svedesi, Erik Hjelmvik and Wolfgang John,hanno rilasciato un lavoro in cui dimostrano come sia facile eludere i mezzi di offuscamento, dal titolo "Breaking and Improving Protocol Obfuscation,", con lo scopo, secondo loro, non di offrire un nuovo metodo alle società che si occupano di monitoraggio ma di spingere, Skype, Utorrent ed emule, ad utilizzare sistemi migliori per nascondere il loro traffico.


I ricercatori quindi, dicono che tramite un software open source, riescono a individuare fino al 90% del traffico, di questi programmi, Skype sarebbe  stato il più difficile da decriptare. Gli sviluppatori di Skype, uTorrent, Emule, sempre secondo i ricercatori, dovrebbero oscurare interamente le proprietà del flusso,ad esempio, con aggiunta casuale di pacchetti, randomizzando le direzioni di scambi dei pacchetti ecc. Lavoro di ricerca interessante, speriamo solo che il sistema per monitorare i protocolli cosiddetti “offuscati” non cada in mani sbagliate.

mercoledì 25 agosto 2010

Server warez governativo in Iran

Indubbiamente l'Iran è uno strano paese, soprattutto per noi occidentali, che lo vediamo spesso come una mina vagante anche perchè sappiamo tutti che possiede armi nucleari. Inoltre l'intransigenza dell'ortodossia islamica è difficilmente comprensibile per noi, come sono difficili da comprendere la censura nei confronti dei propri cittadini ma anche le sue leggi sul copy-right, tanto determinate a difendere le sue opere nazionali ma lasciando che tutto quello che ha un origine estera venga piratato.

 Per assurdo, l'Organizzazione di ricerca per la Scienza e la Tecnologia, strettamente legata al governo iraniano, fornisce un server warez dove, le applicazioni straniere come Office e Photoshop sono accessibili per tutti i cittadini, con crack e keigen inclusi.



Dal 2001, l'Iran ha aderito al WIPO ma non ha mai firmato l'OMPI e gli altri trattati internazionale, che avrebbe reso illegale la copia dei prodotti stranieri.


Quindi anche per i produttori di contenuti di tutto il mondo, l'Iran è una mina vagante.

I giocatori di Steam preferiscono uTorrent

Valve, società che sviluppa video-giochi e li distribuisce, ha pubblicato i suoi dati relativi all'hardware ed al software utilizzato dagli utenti del suo client, Steam, la piattaforma che distribuisce e gestisce oltre 1100 giochi nella comunità, formata da oltre 25 milioni di giocatori nel mondo. Secondo i dati, ottenuti solo con persone che utilizzano la piattaforma Windows, tra i software dominano Flash, Acrobat e Firefox, ma anche uTorrent sembrerebbe molto diffuso in molti sistemi, quasi come Itunes.



Come detto la società Valve che, a suo dire, controlla il 70% della distribuzione digitale dei giochi e quindi i dati, interessando oltre 25 milioni di persone sono significativi, ha iniziato a luglio a raccogliere informazioni, su base volontaria sul software in uso sui computer dei suoi consumatori.
 
In base ai dati, ha poi pubblicato le percentuali di utilizzo, come possiamo vedere qui, chiaramente il software più usato con una percentuale del 100% è lo stesso client Steam della società, seguono con il 96,79% Adobe Flash Player e Acrobat con il 73,18%.
Al terzo posto c'è Firefox con il 63,05% ma è sicuramente interessante il dato che riguarda Itunes ossia il 30,73% ed ancora più impressionante quello, riguardante l'uso di uTorrent del 29,41%. Più alto della statistica sull'uso mondiale di uTorrent fra i client P2P, che è del 25, 77%, mentre il tasso di uso di Vuze è molto, più basso, forse, anche perchè, l'analisi è stata fatta solo su piattaforma Windows. Sono comunque presenti tutti i maggiori client BitTorrent, per cui si potrebbe dire che oltre un terzo dei clienti Valve utilizzano programmi P2P ma comprano lo stesso i giochi.

Svezia: due studentesse, colpevoli, tradite da Facebook

Due studentesse, sono state portate davanti al tribunale distrettuale di Stoccolma e condannate a pagare, circa 270 dollari (2000 corone), che avevano usato mezzi truffaldini per registrare un incontro fra insegnanti, dove si parlava di classificazione al fine di ottenere informazioni che potevano portarle a migliorare i loro voti e poi se ne erano vantate su Facebook.



Le ragazze erano riuscite ad entrare in possesso della chiave del locale in cui si doveva tenere la riunione e poi avevano filmato tutto.
Indubbiamente, come ha detto poco tempo fa il Ceo di Google, bisognerebbe stare molto attenti a quanto si dice nei social network ma in questo caso è stato utile il fatto che molte persone abbiano letto, il post in cui le ragazze si vantavano delle loro bravata.

Lady Gaga la nuova regina di Twitter

Ebbene si il sorpasso ai vertici è avvenuto e Britney Spears ha perso il trono con i suoi 5.721.702 fan è stata battuta da lady Gaga con i suoi 5.777.492 fan, molto probabilmente perchè è più simpatica . Infatti ha rilasciato subito un video, finito su you tube per ringraziare i suoi fan.



In ogni caso ci sono solo cinque persone con più di cinque milioni di fan ed in auto-promozione continua. Come Ashton Kutcher, Ellene Degeneres ma anche il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama , è fra queste i cinque milioni. Anche nella top cinquanta sono tutti personaggi famosi che sanno utilizzare bene la loro popolarità spingendo i loro fan ad acquistare i loro album o biglietti per i loro spettacoli-


martedì 24 agosto 2010

L' ACS Law deferito alla commissione disciplinare

Lo studio legale ACS Law e soprattutto il suo principale Andrew Crossley, sono stati per la seconda volta deferiti al tribunale di disciplina, in seguito ai metodi coercitivi che avrebbero usato con i presunti violatori del copy-right, cosa che li avrebbe portati a guadagnare oltre un milione di dollari.



The Solicitors Regulatory Authority (SRA) è l'organo che regola la condotta di oltre 110.000 avvocati e la sua funzione è quella di controllare e garantire l'operato degli avvocati, in base alle lamentele del pubblico e può imporre loro una sanzione disciplinare, oppure sospenderli.


A partire dall'8 Luglio 2010 la SRA (The Solicitors Regulatory Authority) ha ricevuto oltre 418 reclami ufficiali contro lo studio ACS law e già nel 2009, l'associazione dei consumatori Which ? Aveva accusato lo studio legale di mobbing, dicendo che mandava lettere minatorie ai presunti file-sharing.


Oggi, finalmente, dopo tanti reclami, la SRA ha deciso di deferire Andrew Crossley, alla commissione di disciplina (SDT). Il tribunale può decidere in base alle violazioni deontologiche legate alla professione e come detto, può condannarlo ad una multa, un biasimo o sospenderlo dall'ordine.


Crossley, del resto era stato già sottoposto ad azione disciplinare e multato ed ammonito per essersi comportato in maniera indegna come avvocato.


E' ovvio che i detentori del copy-right debbano ricorrere a legali contro chi ha violato i loro diritti ma l'intervento contro i presunti violatori, deve essere fatto rispettando la legge, non in modo persecutorio, altrimenti dalla ragione si passa al torto, speriamo che Crossley, da ora in poi si comporti diversamente.

I tre siti BitTorrent al top negli ultimi cinque anni

Sembrava che il 2009 fosse l'anno della fine dei siti BitTorrent, dato l'attacco sferrato ai maggiori, dalle associazioni- antipirateria, ma almeno due, Isohunt e Pirate Bay, sono ancora lì, secondo una classifica redatta da Torrent Freak in base al numero dei visitatori giornalieri.



Certo il 2010 deve ancora finire e chissà come andrà l'appello contro il team di Pirate Bay. Anche se il sito, come detto più volte, non è più di proprietà del team, bisognerà sempre vedere, se le associazioni di pirateria riusciranno a metterlo off-line. Alcuni siti, non ci sono più, comunque ad esempio Torrent Spy, chiuso nel 2008 in seguito ad una causa persa che lo costringeva inoltre, a consegnare i dati dei suoi utenti statunitensi alla MPAA.


Altri siti, invece, stanno divenendo sempre più grossi, come KickassTorrents, fondato nel 2009, che è già compreso fra i primi cinque siti della classifica.


Altri ancora, sono usciti dalla classifica come Mininova, che dopo aver perso una causa, che l'obbligava al filtraggio, ha dovuto eliminare oltre un milione di Torrent e quindi è divenuto un sito con un numero assai minore di visitatori giornalieri.


Ma andiamo a riportare la statistica, fatta da Torrent freak anche per festeggiare i suoi cinque anni di attività nel riportare notizie che riguardano il mondo P2P.
2005


1.Torrent Spy
2.Pirate Bay
3.Mininova


2006


1.Torrent Spy
2.Mininova
3.Pirate Bay


2007


1.Mininova
2.Isohunt
3.Pirate Bay


2008


1.Pirate Bay
2.Mininova
3.Isohunt


2009
1.Pirate Bay
2.Torrenz.com
3.Isohunt


2010
1.Pirate Bay
2.Torrenz.com
3.Isohunt

lunedì 23 agosto 2010

L'espansione industriale tedesca legata alla mancanza di leggi sul copy-right?

In uno stupendo articolo, Ars Tecnica  riporta quanto pubblicato dallo Spiegel online, ossia l'ipotesi di un storico economista tedesco, Eckhard Höffner, secondo il quale alla base dell'espansione industriale della Germania ci sarebbe stata l'assoluta mancanza di leggi del diritto d'autore nei secoli XIII e XIX, che avrebbe diffuso l conoscenze tali da portare la Germania ai massimi livelli, verso la metà e la fine del secolo XIX.



Secondo il parere dell'economista intorno al 1830 c'erano oltre 14.000 pubblicazioni in Germania, soprattutto effettuate da piccole case editrici che non avevano paura d'infrangere le leggi sul diritto d'autore. Quindi moltissime persone, in quei tempi che non potevano comprare i libri, perchè troppo costosi, hanno messo insieme, una piccola biblioteca di ristampe.


Nel contempo in Gran Bretagna venivano rilasciati, mille libri l'anno che, soggetti alle leggi sul diritto d'autore non potevano essere diffusi, e secondo l'economista tutta la nazione ha subito di questa situazione.


C'è però da dire che il discorso è in parte semplicistico e legato ad una guerra Inghilterra-Regno Unito, che indubbiamente ha perso il vantaggio offertogli dal periodo dell'espansione coloniale.


Infatti ad esempio basta guardare il PIL dell'Australia la cui politica editoriale era strettamente legata a quella della Gran Bretagna per accorgersi che ci sono delle carenze, in questo ragionamemto. Lo stesso discorso lo potremmo fare per il Canada, con un PIL ancora più impressionante e che si è è conformato alle leggi sul copy-right inglese fin dal 1920. Inoltre lo stesso discorso lo potremmo fare, ancora, in Europa, per Danimarca e Finlandia dove da lungo tempo ci sono leggi riguardanti il copy-right.


Quindi bisogna in effetti chiedersi quanto in realtà il Regno Unito abbia sofferto per le sue leggi sul copy-right, certo è stato surclassato, per quello che riguarda la crescita economica da Germania e Stati Uniti, ma stiamo ancora parlando del paese della grande letteratura , tipo Charles Dickens, John Stewart Mill, Jane Austen, Lewis Carroll, e Arthur Conan Doyle. 


Senza poi ricordare tutte le scoperte scientifiche nate qui, ad esempio la natura dell'elettrone, le leggi sull'evoluzione, le leggi elettromagnetiche, la spiegazione del sistema nervoso e l'elenco è molto, molto lungo.


Quindi in sintesi, una teoria interessante, ma non confermata dai fatti e che però fa nascere interrogativi: le leggi sul copy-right possono aver scoraggiato nei secoli, la diffusione delle conoscenze e quindi aver inciso sulla produttività e in che misura ?


Ci sarà comunque sempre, anche oggi, dico io chi scriverà e s'informerà per sete di conoscenza, senza fini di lucro, perchè ciò è insito nella natura umana, google adsense favorevole o contrario, perchè alla fine non si potrà fermare, come non si può bloccare un fiume in piena, la voglia di conoscenza e il desiderio di condividere la stessa.

domenica 22 agosto 2010

Manager degli U2, è contro il concetto di free

Nei giorni precedenti ferragosto è uscita una lunga intervista del manager degli U2 Paul McGuinness sull'edizione inglese di GQ Magazine, che parla del futuro della musica, chiaramente come è solito fare da anni, dando tutta la colpa della crisi dell'industria musicale, alla pirateria. Il succo del discorso, dal suo punto di vista si può concentrare sul fatto che la band fa spettacoli ma vende sempre meno dischi.



Fra le cause che lui individua, c'è il fatto che sempre più giovani cercano materiale illegale e questo senza sentirsi moralmente in colpa.


Altro fattore negativo è stata secondo lui, l'introduzione della banda larga, che serve essenzialmente per scaricare materiale illegale. Qui c'è sicuramente da dire che non so se esisterebbe ad esempio You tube se ci fossero tutte connessioni di vecchio tipo.


Ma soprattutto secondo il manager degli U2 è stato il free che ha distrutto il mondo musicale ed ora sta facendo la stessa cosa con film e libri e forse, ora che la situazione è gravissima le grandi etichette discografiche si rendono conto che il “free” ha un prezzo, che comporta meno investimenti nei talenti e quindi anche meno artisti.


Inoltre egli dice che i grandi artisti non vogliono parlare di pirateria perchè hanno paura, in tal modo di inimicarsi i loro fan, basta vedere come Lars Ulrich dei Metallica sia stato massacrato quando ha criticato Napster.


Paul McGuiness, per risolvere il problema, vorrebbe in tutto il mondo un intervento degli ISP che controllino e filtrino come prevedono la “risposta graduata “ applicata in Francia e il Digital Economy Bill, nel Regno Unito, non che ci siano paesi come la Spagna ed il Brasile con un tasso di pirateria alle stelle.


Il mondo che egli sogna è quello senza più scarichi gratis ma con utenti che paghino sempre gli artisti, anche per gli streaming su internet ossia un mondo di micro.pagamenti, in cui la tecnologia permetterà di identificare l'utilizzo di ogni canzone, poi di identificarne immediatamente il detentore dei diritti e retribuirlo.


Inoltre gli utenti potranno pagare per un servizio come Spotify o attraverso abbonamenti direttamente con gli ISP, con cifre differenziate se si vuole migliore qualità ed un servizio più rapido. E una significativa minoranza continuerà a comprare i CD, desiderare la confezione, i disegni della copertina e il senso di appartenenza.


Insomma per il manager degli U2, abbasso il free, viva qualunque forma di pagamento.

Winny: virus sostituisce file con immagini manga

Winny, il client P2P più diffuso in Giappone, è stato colpito da un'altra minaccia creata da un 27enne giapponese di Osaka, Masato Nakatsuji, che era già arrestato per violazione del copy-right. L'hacker, ora, avrebbe prodotto un malware in grado di distruggere tutti i file del computer, sostituendoli con immagini Manga non professionali di argomento marino, calamari, polpi ecc.



Il virus era trasmesso tramite un file di canzoni e se lasciato incontrollato, poteva danneggiare tutti i file del computer. Al momento che la persona che aveva scaricato il virus, tentava di aprire un file infetto, si ritrovava con un 'immagine Manga. Inoltre il virus, chiamato Ikatako, inviava i dati dei computer infetti ad un server e finora la polizia ha detto che il malware ha fatto 20.000 vittime. L'hacker è stato arrestato.

Caso Harper portato alla Corte Suprema

Due avvocati, famosi difensori di imputati accusati di violazione del copy-right, Charles Nesson, professore di diritto ad Harvard e Ray Beckermann, avvocato e blogger di "Recording Industry vs. the People" hanno deciso di ricorrere alla Corte Suprema perchè chiarisca alcuni punti della legge sul copy-right scritta in età analogica e non digitale.



Il caso in questione, è quello di Whitney Harper, che adolescente era stata individuata dalla società Mediasentry mentre condivideva file illegali. La donna si è sempre difesa, dicendo che la sua era stata una violazione innocente, in quanto pensava che scaricare tramite i mezzi P2P fosse come sentire musica alla radio. IL giudizio di primo grado ha riconosciuto, in parte, la non volontarietà della ragazza ad infrangere la legge, riducendo il rimborso per ogni brano da 750 dollari a 200.


Invece nell'appello, tre giudici non hanno riconosciuto, la buona fede della ragazza dicendo che sui CD c'è chiaramente scritto che il brano è protetto dal diritto d'autore. Per cui la ragazza è stata condannata a pagare 750 dollari a brano, che moltiplicati per 37 canzoni, divengono una cifra totale di 27.750 dollari.


Qui il nodo della vicenda, sul quale, i due avvocati di grido e Kiwi Carrera Harper ex alunno del professor Nesson, il quale difenderà la donna e che ha difeso Jammie Thomas nel suo secondo processo, vogliono chiarimenti da parte della Corte Suprema. Infatti la difesa punta sul fatto che la legge è stata creata in epoca in cui esistevano solo cassette e CD ed i possessori di questi contenitori, non potevano certo dire che non sapevano di stare violando una copia protetta dal copy-right ma attualmente si è in epoca digitale, ciò non ha senso e non è giusto negare una pena ridotta, quando sulle reti P2P non si trova alcun avviso del genere che possa indicare, all'ingenuo visitatore di stare violando la legge. Ora tocca alla Corte Suprema esprimere il suo parere.

sabato 21 agosto 2010

La Global Gaming Factory vuol legalizzare Demonoid

 Come dimenticare la famosa Global Gaming Factory, che voleva assolutamente comprare il sito di Pirate Bay? Solo che poi si è scoperto che tutta questa liquidità la società non l'aveva.


Ma Hans Pandeya, il Ceo di Global Gaming Factory, ha in questi mesi continuato i suoi piani per acquisire altri siti BitTorrent, sappiamo, infatti, che aveva fatto anche un offerta di 20 milioni di dollari per acquisire Mininova, prima che la società perdesse la famosa causa con la Brein e fosse costretta a eliminare tutti i Torrent illegali e vedendo nel contempo vedere diminuire moltissimo i propri visitatori. Ora, Hans Pandeya, ha fatto un offerta al proprietario del sito Demonoid dicendo che pensa non sia troppo tardi, per acquisire e convertire i siti BitTorrent in piattaforme legali per la distribuzione dei contenuti.

Inoltre fra le sue mire ci sarebbero ancora Pirate Bay ed Isohunt che però fanno sapere di non essere interessati, soprattutto perchè non sono affatto convinti della solidità finanziaria della Global Gaming Factory.

Nonostante lo scetticismo, Pandeya crede fermamente nel suo progetto di trasformare i siti torrent in distributori legali di musica e negozi di film, e non c'è dubbio che questa non sarà l'ultima volta che i media porteranno nuove notizie dei suoi tentativi.

Comunque anche il proprietario di Demonoid ha rifiutato l'offerta, dicendo che non ha alcuna intenzione di vendere alla Global Gaming Factory e vuole rimanere così com'è.

Truffatori usano il nome di Emule e Pirate Bay

Che Pirate Bay sia un sito discusso, da chi amato, da chi odiato, si può dire tranquillamente ma è soprattutto un sito famoso, spesso, inoltre nominato dai media, quindi è ovvio che attiri truffatori c vogliano attirare ingenui visitatori, sfruttando il suo nome. Ci sono molti siti truffaldini che creano problemi a persone che mirano a a raggiungere The Pirate Ba,e che  accidentalmente innseriscono l'URL con errori di battitura. Ora uno di questi siti vuole registrare il marchio Pirate Bay negli USA:


Ci sono sempre stati siti che hanno cercato di utilizzare i nomi famosi si siti di file-sharing per imbrogliare gli utenti e far pagare loro anche versioni di programmi gratuiti. E' stato fatto spesso anche con uTorrent ed emule. Molto spesso invece i visitatori di questi siti truffaldini non trovano ciò che li ha attirati ma invece si prendono dei virus.


Ora il blog sunbeltblog, ha individuato moltissimi siti che sfruttano il nome Pirate Bay ed appaiono ben posizionati nella ricerca su Google: :piratebay.org/,/piatebay.org/,piratesbay.org/./piratesbay.com/,/piratebay.com/,thepriatebay.org/
://thpiratebay.org//thepiratesbay.org//thepirateby.org/http://www.thepiratbay.org//videobay.com
/piratebay.com/. Su questi siti poi si offre un falso download di emule che è invece un malware.


Tuttavia molti domini di questi siti truffaldini fanno capo ad una società la Enterprises Pioneer e hanno proprietari anonimi ma uno è stato individuato e si tratta di Craig Pratka of Yaphank, New York.
Craig Pratka sembra essere legato ad una società denominata BladeBook, che è quella che possiede decine di altri domini. Ora poi sembra che BladeBook si stia specializzando in un nuovo ramo, marchi di fabbrica.


Secondo lo United States Patent and Trademark Office,, Pratka , ossia la società Bladebook ha presentato una richiesta di registrazione di marchio negli Stati Uniti per The Pirate Bay (Numero di serie 85.032.017) e Pirates Bay (Numero di serie 85.032.022) e come motivo è stato fornito: business che vuole offrire agli utenti un accesso on line a siti web di terze parti, con contenuti audio-visivi scaricabili , tipo lungometraggi totali o parziali, clip di film,programmi televisivi, eventi sportivi, musica, video musicali e giochi interattivi.


Cosa vorranno realizzare con questi marchi? Il mistero è profondo anche perchè la società Bladebook e Pratka non hanno rilasciato finora commenti.

venerdì 20 agosto 2010

La RIAA interviene nell'accordo Google-Verizon

Ormai da tempo si è capito che la RIAA, la quale ha dichiarato tempo fa che non vuole più perseguire i singoli file-sharer, vuol spingere il Congresso a legiferare qualcosa che spinga gli ISP ad intervenire attivamente, sul modello dei “tre avvisi e la disconnessione” approvato in Francia, per controllare la diffusione del materiale illegale in rete.



Quindi l'associazione anti-pirateria ha mandato una lettera al CEO di Google, Eric Schmidt, dicendo che i produttori di contenuti sono molto interessati ai dettagli della loro proposta in quanto ritengono che, in una politica che riguardi internet, si debba far distinzione fra contenuti legali ed illegali e che si debba permettere agli ISP di adottare tutte le possibili misure per impedire in rete la diffusione di materiale illegale e la pedo-pornografia.


I produttori di contenuti aggiungono, che essi condividono l'idea di un internet sicuro ed accessibile per le persone e per le attività commerciali ma è necessario l'ordine, per raggiungere questo obiettivo, non il caos.


Quindi la RIAA invoca a gran voce che agli ISP sia data mano libera sul monitoraggio e filtraggio del materiale illegale ed avverte che l'attuale regime giuridico e normativo non funziona per i produttori di contenuti, le cui industrie sono in crisi e molti lavoratori rischiano il licenziamento.

Cinque modi per usare BitTorrent in modo anonimo

Sempre più persone fra gli utenti BitTorrent, preferiscono nascondere il loro IP e navigare in modo anonimo ed i servizi che assicurano ciò, hanno sicuramente avuto un boom. Torrent Freak, sempre molto informato sui metodi più usati dagli utenti BitTorrent, fa una rapida carrellata dei servizi più diffusi, andando da quelli gratuiti, che però impongono restrizioni ed una navigazione più lenta, a quelli a pagamento.



Servizi VPN (a pagamento e gratuiti)
Molti utenti BitTorrent ricorrono a servizi VPN che, per pochi dollari al mese, prendono tutto il traffico sui loro server, nascondendo gli IP dei clienti mentre quelli gratuiti, sono, come detto più lenti e quindi non adatti agli utenti più esigenti. Alcuni ad esempio sono Ipredator, itsHidden, StrongVPN, ma ce ne sono moltissimi altri che garantiscono una navigazione anonima, non solo per l'uso di BitTorrent.

BTGuard ( a pagamento)

Questo è un servizio di proxy che nasconde gli indirizzi IP dei suoi clienti e funziona con client proxy "Socks V5", compresi Vuze ed uTorrent.


TorrentPrivacy (a pagamento)
Altro servizio proxy più o meno simile a BTGuard ma che funziona solo su piattaforma Windows e gestito dai responsabili di TorrentReactor.


Anomos (gratis)
Anomos come dice wiki è uno pseudonimo di: protocollo multi peer-to-peer criptato È basato sul concetto del protocollo BitTorrent peer/tracker in combinazione con un livello a "cipolla" di routing anonima (onion Routing, Tor), con l'ulteriore vantaggio di una cifratura end-to-end. Dalla combinazione di queste tecnologie, è stata creata una piattaforma dove da nessuna parte al di fuori del tracker fidato si potrà avere ulteriori informazioni sull'utente e su quello che sta scaricando. In effetti tra le proposte presenti nell'”idea bank” c'era anche quella di cercare a far rientrare Anonimus in uTorrent, anche perchè il client non è pienamente compatibile con i normali file torrent ed utilizza un proprio file atorrent, ma è sicuramente il client BitTorrent più sicuro.


Seedbox ( a pagamento)
E' un server ad alta velocità, utilizzato per trasferimento Torrent, una volta che il download è completato è possibile scaricare il file sul proprio PC, tramite connessione HTTP veloce.

Presto otto nuove sorprese su uTorrent

Utorrent, come sappiamo, è un client utilizzato da oltre 50 milioni di persone e tiene al parere dei suoi utenti, per cui in maggio ha introdotto “ithe idea Bank”,dove le persone potessero proporre le nuove feature, che volevano fossero aggiunte al client e che poi potevano essere votate da altri utilizzatori di uTorrent. In tal modo, oltre 100 proposte sono state presentate in “idea bank”, e 60 sono sotto esame da parte del team, mentre le 8 più votate, verranno presto realizzate ed aggiunte ad uTorrent.

Ecco le otto proposte più votate ed in via di attuazione:


1.uTorrent per Linux, proposta che ha ricevuto oltre 5300 voti e molto presto sarà esaudita.


2.Priorità più dettagliate per download di file multipli
Se si vogliono scaricare archivi che contengono più file, è per ora possibile dare solo la priorità in base a tre impostazioni, bassa, media ed alta, ma si potrebbero aggiungere fino a 16 priorità.


3. Inviare un email quando il download è completato
Gli utenti potrebbero anche esseri lontani dal computer, quando un download è finito ed invece, tramite email possono subito essere avvertiti.


4.Impostare la condivisione solo quando il computer è inattivo
Molti utenti vogliono condividere sempre, altri vogliono, invece usare l'intera larghezza di banda, per altre cose oppure debbono lavorare ed il client, può influire sulle prestazioni, a meno che non sia configurato ottimamente. Quindi si può impostare nel client, un periodo d'inattività e la condivisione può essere fatta iniziare quando l'utente ha finito il suo lavoro.


5.Scansione anti-virus a download completato
Le reti BitTorrent possono essere sempre a rischio virus e un controllo antivirus automatico potrà aiutare a far sì che niente di pericoloso raggiunga l'utente attraverso la rete


6.Password per l'uso di uTorrent
Spesso il computer è utilizzato da altre persone, soprattutto minori, che potrebbero usare uTorrent impropriamente scaricando file vietati o pericolosi, impostando, invece, una password il programma potrà rimanere in funzione, senza che sia importante chi sta al computer.


7.Spostare file Torrent e dati con un click .
I responsabili BitTorrent dicono a tale proposito, che cercheranno nella versione 2.2 di rendere più facile il percorso dei file scaricati, permettendo di rinominarli e di spostare il contenuto, tutto in un solo passaggio.


8.UnRAR ossia la decompressione e lo spostamento dei file di supporto
Molto spesso capita di scaricare grossi archivi, suddivisi in più RAR che hanno bisogno di procedure più complesse per essere estratti e ora  questa nuova funzionalità, permetterà di ottimizzare il processo, senza perdere tempo.


9.uTorrent diverrà open-source
Questa proposta è stata molto votata, ma non sembrerebbe per ora che il team di uTorrent abbia intenzione di raccogliere il suggerimento.

Un re dell'industria porno dice che la pirateria è pubblicità

Secondo il Ceo di Private Media Group, una delle più grandi società d'intrattenimento per adulti, quotata anche al Nasdaq in borsa, la pirateria e l'industria pornografica sono strettamente correlate, in quanto più persone vedono, più promozione si ha. Quindi lui considera la pirateria come un fenomeno difficile da combattere e che è, invece, da sfruttare con nuovi modelli di business, ad esempio vendendo accessori al grande pubblico acquistato tramite essa. Indubbiamente il Ceo di Private Media Group la pensa diversamente da molti suoi concorrenti, ma non bisogna dimenticare che la società è stata per breve tempo proprietaria di Napster.



Il Ceo dice che i giovani sono attratti dalla pirateria e non importa ad essi se è possibile identificare il loro indirizzo IP, continuano lo stesso a scaricare, è un fenomeno a cui bisognerà rassegnarsi ed appunto si dovrà sfruttare la potenza del download illegale come strumento promozionale e vendendo quello che è difficile “piratare”.

Brein rintraccia Sunde e filma l'incontro

Sempre più difficile riuscire a bloccare il sito di Pirate Bay e a costringere i tre del team al pagamento, ma Brein la famosa associazione anti-pirateria rintraccia Sunde, che era in Europa, in Austria alla conferenza “Arte nell'era digitale” e anche qui Sunde aveva avuto qualche problema con Werner Muller e gli consegna una copia della sentenza,  che condanna a pagare 50.000 euro al giorno i tre del team, per ogni giorno in cui essi non blocchino l'accesso degli utenti olandesi al sito di Pirate Bay, cosa che il sito non ha mai intrapreso e non sembra avere l'intenzione d'intraprendere.



Inoltre Tim Kuik, della Brein, ha filmato l'incontro e ha dichiarato che Sunde è ora consapevole del verdetto e i termini sono in esecuzione, deve presentarsi o pagare.


Più volte i tre del team hanno detto che essi non sono più i proprietari di Pirate Bay che è di proprietà di una società alle Seychelles ma il giudice ha detto di non aver ricevuto prove che confermassero la cosa ed ha condannato, come detto, i tre del team a bloccare il sito agli utenti olandesi o a pagare 50.000 euro per ogni giorno di mancato blocco. Cosa farà o dirà, ora Sunde?

giovedì 19 agosto 2010

Il Ceo di Google mette in guardia sui social network

Strettamente collegato con l'articolo di Wired che parlava della morte del web è questa dichiarazione del Ceo di Google, lEric Schmidt, che in una lunga intervista al Wall Street Journal, mette fra l'altro,in guardia sul lato oscuro dei social network.
Molto probabilmente si tratta anche di dichiarazioni interessate ma non possiamo non essere d'accordo con lui quando dice, che ogni cosa che si scrive on line è eterna e può rovinare permanentemente la reputazione delle persone e anzi iSchmidt prevede che, la gente in futuro sarà costretta a cambiare nome pur di sfuggire al suo passato digitale.



Indubbiamente l'evoluzione dei social network ha cambiato il web e ha permesso alle persone di rimanere in contatto con amici e famigliari ed ha fornito una piattaforma per condividere informazioni.


Anche la ricerca on line e le news, sono sempre più condizionate dai social network, sia come mezzo di contatto che di diffusione di notizie.


Solo, che bisogna stare attenti a quello che si dice on line, perchè ci vogliono pochi secondi a scrivere qualcosa di compromettente che rapidamente può fare il giro del mondo e può essere tirata fuori dopo decenni.


Sappiamo perfettamente che le società, prima di assumere una persona, controllano, ormai la sua rete sociale on line e che molti licenziamenti, si sono avuti in seguito a quanto scritto sui siti di social network.


Inoltre anche dal punto di vista famigliare, si potrebbe cambiare il proverbio dicendo, fra moglie e marito non mettere il sito, perchè dell'uso che si fa dei social network come Facebook e Twitter spesso gioiscono solo gli avvocati divorzisti , in cerca di prove.


Dice giustamente il Ceo di Google per il web vale lo stesso proverbio dell'elefante, non dimentica mai e un valido motore di ricerca, come il suo, può ritrovare tutto in pochi minuti.


Quindi lui assolutamente non consiglia di cambiare la propria identità, per cercare di nascondere il proprio passato digitale ma al contrario di esercitare discrezione e buon senso e pensarci due volte prima di postare.

Il web è morto, la rete no?

Ormai da giorni si discute sui media di due articoli, ben fatti ed approfonditi del direttore di Wired USA Chris Anderson e dell'editorialista Michael Wolff., secondo i quali, il World wild web sarebbe in declino, sostituito dalle applicazioni presenti negli smartphone dove invece di cercare, si ottiene.



Chris Anderson spiega che in tal modo si realizza la naturale evoluzione del capitalismo, mentre Michael Wolff interpreta il fenomeno come provocato da grossi investitori, che abbandonano il web per pascoli più redditizi.


Tutti è due concordano che il web non è il culmine della rivoluzione digitale ed ormai l'evoluzione degli smartphone ha provocato una sempre maggiore concentrazione degli utenti in piattaforme chiuse, dove trovano tutto ed anche i produttori possono incontrare i loro clienti, quindi sono tutti felici.


Certo continueranno ad esserci le pagine web, ma il browser web diverrà sempre meno usato, come le cartoline ed i telegrammi e il centro di gravità di tutti i media si sposterà in ambiente post-html.


Oltretutto da ricerche statistiche compiute da Compete, risulta che i primi dieci siti web hanno rappresentato il 31% di pagine visualizzate nel 2001 negli USA,  il 40% nel 2006 e circa il 75% nel 2010. Ormai non c'è più spazio per i piccoli, tutto il traffico è monopolizzato da grandi siti, secondo Yuri Milner, il russo che detiene il 10% di Facebook, alcuni forti gruppi di potere economico  possono avere il controllo di milioni di persone. In effetti Facebook con oltre 500 milioni di iscritti non è più un sito web, bisognerebbe inventare una nuova definizione, per rappresentare qualcosa di così maestoso.


Ma proprio la presenza di affaristi come Milner, propensi ad un accaparramento ed una verticalizzazione, sul modello dei media tradizionali, porta l'utopia collettivista del web a morire.


La contrapposizione è ormai fra un sistema aperto come quello di Google, che ha controllato il traffico e le vendite e che ha dominato sul web come Cesare Augusto su Roma e quello dei contenuti, al quale anche Steve Jobs si è votato ed anzi controlla sia i distributori di contenuti (Itunes) che i dispositivi (ipod,iphone,ipad), attraverso i quali il contenuto viene consumato.


Insomma è stato l'utente medio ad uccidere il web, usando app per iphone ? Oppure Facebook? E Wikileaks e linux e l'open source e tutti quelli che diffondono liberamente i contenuti o fanno ricerche, utilizzando il web ma non vogliono diventare cechi su un telefonino, dove li mettiamo? Ai posteri la risposta ma per me il web è tutt'altro che morto.

mercoledì 18 agosto 2010

Stretto accordo fra WikileaKs e Partito del Pirata svedese

Julian Assange, portavoce di Wikileaks ha stretto un accordo con il Partito del Pirata, durante una sua recente visita in Svezia, e quest'ultimo si è impegnato a ospitare nuovi server di Wikileaks per proteggere la libertà di stampa.



Come sappiamo, dopo che sono state rilasciate sul sito di Wikileaks oltre 90 pagine riguardanti la guerra in Afganisthan, il governo degli Stati Uniti ha minacciato la sua chiusura, quindi ora i rappresentanti del sito cercano appoggi presso i governi europei.


Rick Falkvinge, capo del Partito del Pirata si è dimostrato soddisfatto dell'accordo, firmato con Wikileaks che dimostra come il loro partito s'impegni veramente per cambiare il mondo, facendo sì che il potere venga gestito con trasparenza e responsabilità.


Anche Julian Assange di Wikileaks ha commentato favorevolmente l'accordo, dicendo che le loro organizzazioni condividono molti valori e spera che nel futuro si possano aiutare a vicenda nel migliore dei modi.


Infatti Assange oltre all'hosting pensa alla presenza del Partito del Pirata nel nuovo Parlamento svedese, in quanto fra poco ci saranno le elezioni che potrebbe garantire la libertà di stampa di Wikileaks e di altre organizzazioni simili.

Dramma per la Fox, Vampires Suck già su BitTorrent

Ancora una volta una copia incompleta di un film è diffusa in rete, prima del rilascio ufficiale, probabilmente si tratta di una versione workprint di Vampires Suck, che è già stata scaricata almeno centomila volte.



Molto spesso accade che già, dopo pochissimo dalla prima, girino in rete versioni vietate dei film ma è certamente molto più grave quando vengono rilasciate copie illegali, settimane prima dell'uscita ufficiale del film.


Già nel passato era successa la stessa cosa con Men Origins: Wolverine, che era trapelato in rete tre settimane prima della sua uscita ufficiale ed allora la Fox incaricò la MPAA e l'FBI di investigare e fu trovato un uploader che non molto probabilmente però non era il primo ad aver rilasciato la copia incompiuta del film.


Ora, dopo un anno è successa la stessa cosa con Vampires Suck, rilasciato sui canali P2P dal gruppo Kingdom. La Fox, però questa volta, sembrerebbe voler agire nell'ombra, forse per contenere le perdite anche se ha mandato avvisi di takedown a vari siti BitTorrent ed anche a Google.


Nonostante ciò, come detto, la copia illegale è stata scaricata oltre centomila volte ma molto probabilmente sarà stata la curiosità a spingere le persone, che non si accontenteranno certo di una copia incompleta e vorranno vederlo al cinema, almeno si spera.