Paese che vai, giudice che trovi, mentre sembrerebbe che in America i giudici siano piuttosto a favore delle moltissime citazioni richieste dal Copyright Group, nel Regno Unito un giudice si è opposto alla richiesta effettuata dallo studio Gallant Macmillan a nome dei loro clienti Ministry of sound, un' etichetta indipendente, di ottenere i dati corrispondenti a migliaia di indirizzi IP dagli ISP.
Oltretutto il giudice ha detto che con l'entrata in vigore del Digital Economy Bill non sarà più possibile ottemperare a simili richieste. In ogni caso, egli dice che se ci sono così tante e-mail da mandare è possibile che ci siano stati degli errori.
Anzi, egli ha detto che è come usare una grossa mazza per rompere una noce. Inoltre il giudice non si spiega perchè tante e-mail inviate e poi nessun caso portato a giudizio.
Questo invece è facile da capire, per chi ha letto i molti casi simili, perchè è stato dimostrato che è molto più redditizio impaurire gli utenti e chiedere loro un risarcimento, piuttosto che citarli in tribunale e dover sostenere delle spese. Altra cosa strana, mai nessun ISP inglese si oppone alle citazioni, sia dell'ACS law, preso di mira anche dalla comunity di Anonimus, che dello studio Gallant Macmillan. Veramente sappiamo che Talk Talk non si presta ad accordi, con legali o detentori di contenuti, ma stranamente, anche se è uno dei più grossi ISP del paese, i suoi utenti non vengono mai segnalati in queste citazioni. Quindi per ora il giudice ha rifiutato di concedere a Ministry of Sound l'ordine del tribunale, dicendo di aver ricevuto per lettera lamentele da parte del pubblico e il querelante ha tempo di chiarire questi punti oscuri fino al 27 settembre .
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