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mercoledì 15 settembre 2010

GB: il 25% del costo di invio delle lettere agli ISP


Finora la legge sul Digital Economy Bill, nel Regno Unito, come sappiamo, votata di fretta, prima che il governo, causa elezioni, non potesse più farlo, aveva ancora molti punti non chiariti, fra questi a chi dovesse essere addebitato il costo delle lettere da inviare agli utenti colpevoli di violazione del diritto d'autore.



Soprattutto gli ISP, volevano chiarezza, costretti dal governo in attività che andavano al di là del loro lavoro di semplici vettori, come se il postino che porta la corrispondenza dovesse pagare l'affrancatura di tutte le lettere. D'altro canto, i titolari dei diritti, hanno sempre sostenuto che gli ISP hanno guadagnato per anni dal file-sharing sfrenato, rendendo felici i loro clienti offrendo abbonamenti che garantivano ad essi più banda. Ora comunque sembrerebbe che le menti più brillanti del governo abbiano trovato un modo chiaro per dividere le spese che toccheranno per il 75% ai detentori dei diritti e per il 25% agli ISP. Quindi al più presto verrà applicata la legge che permetterà ai giudici di bloccare interi siti web e vedrà i file-sharer colpevoli o innocenti, comunque monitorati e spiati e la vicenda svizzara della Logistep dovrebbe far riflettere sui diritti della privacy, che in ogni caso verranno calpestati.


Sembra comunque che chi riceva la lettera possa appellarsi almeno una volta senza costi, ovviamente se tutti scriveranno per dire che sono innocenti, la cosa verrà rivista e verrà messa una tassa.


In ogni caso è difficile pensare che gli ISP, zitti e buoni accetteranno di pagare questo 25% e non ritoccheranno invece i contratti di tutti gli utenti, magari anche di quelli che non hanno mai sentito la parola file-sharing. Molto probabilmente poi sappiamo che in queste cose ci saranno tanti innocenti che ci andranno di mezzo, ragazzi, persone con errori nel monitoraggio, connessioni wireless non protette, mentre come in Svezia con l'ipred, i più furbi e smaliziati saranno da parecchio passati a servizi che assicurano l'anonimato, VPN, proxy,seedboxes. Forse, quando, ad esempio, le case discografiche si renderanno conto, che con tutti questi sistemi e con le spese in più per il monitoraggio e l'invio delle lettere, i dischi non si vendono lo stesso, creeranno nuovi modelli di business digitali, chissà.

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