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giovedì 16 settembre 2010

Il potere pubblicitario del file-sharing

Ci troviamo quasi sempre di fronte a due modi di visualizzare la futura realtà, da una parte ci sono i detentori del diritto d'autore che debbono vivere del loro lavoro e giustamente cercano che vengano fatte rispettate le leggi attuali sul copy-right, dall'altra l'avvento digitale, che porta sempre più persone a cercare di condividere copie di materiale che trovano on line. In questo dualismo, chi vincerà? Dificile a dirsi soprattutto se il sistema open di Google, che sicuramente guadagna ma offre anche tanti servizi che usiamo tutti, verrà sostituito dalla visione molto più chiusa degli affaristi dietro a Facebook.



Ma il potere della condivisione, nell'aumentare le persone che vengono a conoscenza di un prodotto e quindi, infine anche delle vendite può essere testimoniato anche dalla vicenda di Notch, che gestisce una società chiamata  Mojang Specifications e ha decine di progetti in cantiere. Per ora, però, il suo obiettivo principale è un gioco chiamato Minecraft. Lo sviluppo del gioco che è ancora in versione alfa ha già attirato un pubblico di fan e parecchi video girano su Youtube.

Minecraft ha 658.429 giocatori registrati ma molte versioni girano sui siti Torrent e Warez. La cosa impressionante, però è che 155.521 ossia il 23,62%dei giocatori registrati hanno già comprato il gioco di loro spontanea volontà.

Notch, che è anch'egli autore capisce anche il punto di vista delle major, solo che questo modo di condividere contenuti rappresenterà un beneficio per l'umanità ma si scontra con gli attuali modelli economici. Comunque, secondo Notch dovrebbe vincere la pirateria, perchè l'alternativa sarebbe troppo triste per l'umanità. Del resto come ha fatto notare Jean Luc Godard è moralmente accettabile che la cultura, ad esempio, non si diffonda per proteggere i diritti dei nipoti di artisti, che nulla hanno essi creato ma vogliono vivere di rendita ? Le leggi sul copy-right andrebbero quindi assolutamente riviste perchè la condivisione del sapere dovrebbe essere alla base di ogni società civile.


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