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sabato 31 luglio 2010

Il Copyright Group copia sito web

Da molto on line si parla del gruppo legale che in pochi mesi ha sporto denunce contro oltre 14.000 presunti file-sharer,fra cui 5000 citati per aver condiviso illegalmente il film “The hurt locker.”



Come ben sappiamo, i legali costringono gli ISP a rivelare i dati che corrispondono agli indirizzi IP e poi viene inviata ai malcapitati una lettera che richiede un pagamento immediato per concludere amichevolmente la vicenda, senza strascichi legali. Da poco, come abbiamo scritto è stata data la possibilità ai destinatari delle lettere di poter pagare anche on line ma il sito, dove queste persone debbono dirigersi, è stato creato, copiandone integralmente un altro esistente, almeno fino a pochi giorni fa, come dimostrano le foto, perchè dopo l'articolo di Torrent Freak, il sito e l'immagine sono stati drasticamente cambiati.



Come i paladini del copy-right, gli strenui difensori del cinema, non pensano che è ugualmente illegale copiare un altro sito web?


Torrent Freak ha contattato i rappresentanti del sito Copy-right Enforcement Group per chiedere loro se erano associati al famoso studio legale o se avessero concesso essi stessi il permesso di copiare il codice sorgente e l'immagine ed essi hanno negato qualunque rapporto o permesso ed hanno detto che avrebbero subito inviato un avviso di cessare e desistere sia al Copy-right Group che allo studio legale Dunlap, Grubb & Weaver.


Sarà prontamente arrivato l'avviso, dal momento che il Copy-right Group ha cambiato tutto nel sito ?

venerdì 30 luglio 2010

Utorrent web funziona anche con Android ed IPAD

Come sappiamo uTorrent 3 alfa, ha integrati Griffin e Falcon ed ora l'accesso remoto sarà possibile, oltre che dall'iphone, anche dall'IPAD e da Android.



Tramite Falcon gli utenti, oltre a poter vedere video in streaming possono accedere da remoto al proprio client tramite un'interfaccia web sicura.


Inizialmente uTorrent web era disponibile solo su browser per PC standard ma circa un mese fa è stato aggiunto il supporto per iphone ed ora la funzionalità di controllo remoto è compatibile anche con IPAD ed Android, soprattutto dopo molte richieste in tal senso da parte degli utenti uTorrent.


Simon Morris della BitTorrent Inc ha infatti, annunciato il pieno supporto per le piattaforme IPAD ed Android compreso il Nexus one ed i dispositivi Ion di Google.


Inoltre Simon Morris assicura che la privacy degli utenti non corre pericoli perchè tutti i dati personali vengono criptati dal momento in cui gli utenti lasciano il browser e il loro uso di uTorrent non è mai reso esplicito né alla BitTorrent inc, né a terzi.


Per poter utilizzare l'interfaccia web gli utenti debbono scaricare od istallare Falcon  od  uTorrent 3 alfa e poi possono impostare nel client, un nome utente ed una password, che possono utilizzare per accedere in remoto ai loro Torrent.

Presto anche in Finlandia una nuova legge anti-pirateria

Anche in Finlandia, seguendo le orme di Francia e Gran Bretagna, verrà introdotta una legge che costringerà gli ISP ad avvertire gli utenti che violano il copy-right ma la legge viene contestata sia dai detentori dei diritti d'autore, che dai sostenitori della net neutrality.



La Finlandia, come sappiamo è un paese all'avanguardia per quello che riguarda internet e da poco è divenuto diritto fondamentale per i suoi cittadini avere almeno accesso ad una connessione internet di 1mbps ma, secondo le società detentrici dei diritti d'autore, almeno il 50% degli utenti viola il copy-right.


Ora il governo finlandese sta per emanare una legge che costringerà gli ISP ad inviare lettere agli utenti che violano il copy-right, in base a segnalazioni che verranno inviate dai detentori dei diritti, ai quali spettano le spese dei monitoraggi.


Queste lettere però non avranno poi conseguenze, potrebbero servire a fine educativo o di minaccia.


Le associazioni anti-pirateria sono quindi insoddisfatte in quanto gli utenti potrebbero collezionare decine di lettere senza averne alcun danno, mentre le associazioni debbono spendere soldi per pagare le ditte che effettueranno i monitoraggi.


Invece gli esponenti del Partito del Pirata pensano che in tal modo gli utenti verranno spiati, mettendo a rischio la loro privacy e costringendoli a scegliere sistemi VPN o proxy, mentre  sarebbe preferibile legalizzare il file-sharing senza fini di lucro.


In ogni caso la proposta di legge seguirà il suo iter parlamentare e si pensa che possa essere approvata entro la fine dell'anno.

Il Partito del Pirata si offre come host per Wikileaks

Wikileaks ha pubblicato oltre 90.000 documenti relativi alla guerra in Afghanistan riservati e potrebbe rischiare ripercussioni da parte del governo degli Stati Uniti, il Partito del Pirata quindi, ha lasciato interviste dichiarando che in caso di problemi,offrirebbe server ed hosting a Wikileaks.



Il Partito del Pirata dice di credere nella democrazia e di non aver paura di lottare per essa. Personalmente speriamo che queste pie intenzioni verranno espresse anche lontano dalle elezioni e che il team di Pirate Bay faccia beneficenza con quello che incassa di pubblicità ma siccome non crediamo più a babbo natale o alla befana, continueremo a raccontare notizie, nude e crude, tenendoci i commenti per noi, anche per far sì che i lettori eventuali, possano sviluppare le loro idee, che potrebbero essere diverse dalle nostre.


Secondo, infatti, Anna Troberg del Partito del Pirata, l'America starebbe facendo pressioni in Svezia per chiudere Wikileaks, come hanno già fatto con the Pirate Bay, poiché Wikileaks colpisce al cuore il potere politico americano.


PRQ è la società svedese gestita da Gottfrid Svartholm e Fredrik Neij famosi per Pirate Bay ( ma non erano ormai nullatenenti in Svezia ?) che attualmente fornisce hosting per Wikileaks ma in caso di pericolo, il Partito del Pirata è pronto ad offrire server ed hosting al famoso sito.


Del resto il Partito del Pirata offre anche aiuto ad attivisti per la democrazia in Iran ed è sempre pronto a sostenere voci indipendenti contro i poteri forti.

mercoledì 28 luglio 2010

Umaps: come appaiono i peers in Google maps

Un'applicazione non utilissima ma interessante può essere aggiunta a Griffin uTorrent e permette di visualizzare tutti i peers su Google maps, con la possibilità di zoomare a livello della strada, ossia si può praticamente vedere dove i peers vivono. Questo può, soprattutto, far ben capire come la possibilità di non essere rintracciati non esista ed anche la differenza che si nota usando client come Utorrent e Vuze, liberamente oppure tramite un tracker privato dove non compare la posizione dei singoli peers ma tutto è nascosto in un grande data-center.



Quindi soprattutto i novizi dovrebbero imparare a tenere gli occhi aperti in quanto i trasferimenti BitTorrent sono tutt'altro che anonimi e coloro che invece vogliono tenere nascosta la loro reale posizione agli altri utenti BitTorrent, dovrebbero utilizzare un seedbox o iscriversi a servizi tipo BTGuard o TorrentPrivacy.

Anche Peter Sunde bannato da Pirate Bay

Fra le molte cause che hanno visto coinvolti in Svezia gli amministratori, diciamo storici, di Pirate Bay, perchè ormai neanche i bambini possono credere che essi non c'entrano più niente con il sito, a maggio Gottfrid Svartholm e Fredrik Neij,erano stati diffidati dalla corte d'appello dal partecipare ancora al funzionamento del sito, pena una multa di 500.000 corone, ossia circa 70.000 dollari, ora anche l'ex portavoce, Peter Sunde, è stato aggiunto a questa lista


Peter Sunde è rimasto comunque sorpreso dalla decisione della corte distrettuale e dal fatto che questa possa pensare di poterlo giudicare anche se non vive più in Svezia e dice lui non c'entra già più niente, come gli altri due con la gestione di Pirate Bay.


L'ex portavoce di Pirate Bay pensa quindi di ricorrere contro la sentenza, anche se, molto probabilmente, già l'appello della causa più importante che essi hanno perso e che li ha visti, fra l'altro, condannati ad un anno di prigione e che si terrà in autunno, dovrebbe rendere inutile quest'altro ricorso.


La maggior parte delle persone però pensa che i tre siano ancora saldamente coinvolti nella gestione del sito e che in qualche paradiso fiscale facciano scomparire gli enormi proventi guadagnati tramite la pubblicità, per cui in Svezia potrebbero essere condannati a qualsiasi cifra, tanto risultano nullatenenti.

UFC fa causa a due siti di streaming

l'Ultimate Fighting Championship dopo aver molto minacciato azioni dure contro la pirateria, ora ha citato due siti di streaming Justin.tv e Ustream.tv per costringerli a rivelare l'identità di un uploader che ha caricato due eventi UFC all'inizio di quest'anno.



L'UFC, vede i suoi proventi pay-per-view minacciati dalla pirateria ed il presidente Dana White disse chiaramente, circa un mese fa, che era loro intenzione di combattere duramente contro chiunque cerchi di trasmettere illegalmente o di mandare in streaming gli eventi UFC ed aggiunse che quando si vedrà la gente finire in galera, gli altri smetteranno di mettere on line materiale illegale.


Ora Zuffa LLC,, la società madre che dichiara di essere il più grande fornitore di Pay-Per-View al mondo, ha appunto, citato due siti di streaming Justin.tv e Ustream.tv sperando di costringere le imprese a rivelare l'identità di un utente che ha caricato due eventi UFC all'inizio di quest'anno.
L'UFC dice che il 2 gennaio 2010, oltre 36.000 persone hanno visto uno streaming illegale di UFC 108 che era stato caricato da un singolo indirizzo IP ed il 21 febbraio 2010, lo stesso indirizzo IP aveva caricato UFC 110, che poi è stata visto da 78 mila individui.


Oltretutto Zuffa LLC, oltre a voler ottenere l'identità dell'uploader ha intenzione di citare i due siti di streaming per violazione del copy-right e chiedere oltre cinque milioni di dollari che sarebbero stati rubati dai due siti, basandosi su calcoli derivati dal fatto che nel 2009 l'UFC avrebbe incassato oltre 350 milioni di dollari grazie alle entrate delle Pay-Per-View. Secondo alcuni commentatori in ogni caso, anche se la battaglia è giusta, l' UFC dovrebbe evolvere riguardo ai modi in cui fornisce i contenuti per il consumatore e accettare una perdita a breve termine in vista di guadagni nel lungo periodo.

domenica 25 luglio 2010

Solo lo 0,3% dei file su BitTorrent è legale?

Secondo una nuova ricerca effettuata dall' Internet Commerce Security Laboratory dell'università di Ballarat in Australia scandagliando 23 tracker, l'89% dei file inclusi nel campione violava il copy-right mentre l'11% era ambigua e solo lo 0,3% era legale.



Su un campione di 1000 Torrent, scelti fra quelli che avevano più seed, 3 erano legali, 890 avevano origine illegale, 16 erano di origine ambigua e 91 pornografici.


Inoltre le categorie più condivise erano quelle di film, musica e show televisivi e fra queste categorie non c'era alcun file legale.


I ricercatori hanno detto che, anche riconoscendo come legali i 16 file ambigui, la percentuale dei file illegali nel campione era sempre del 97,9%.


I ricercatori avrebbero inoltre detto che il 4% dei Torrent era quella dove era concentrato l'80% dei seed e che i 10 Torrent con il maggior numero di seed erano tutti film a parte l'album "The Monster of Fame" di Lady Gaga al settimo posto.


Questa ricerca è stata riportata da molti media ad esempio Ars Technica ma Torrent Freak mette in guardia sulla sua veridicità, perchè dice che la metodologia usata lascia molti dubbi e parecchi dati sono proprio falsi.


Ad esempio,  prendendo in esame solo Isohunt, il sito indicizza 5,451,959 files Torrent unici e 85457 di questi provengono da Jamendo che ha tutti lavori con licenza Creative Commons, quindi già la percentuale di file legali sarebbe dell' 1,5%, senza mettere affatto nel conto tutte le distribuzioni Linux. I ricercatori non hanno ancora lasciato alcuna dichiarazione nei confronti di queste critiche.

NinjaVideo chiede aiuto

Abbiamo più volte parlato del cambiamento di rotta nei confronti della pirateria e della contraffazione negli Stati Uniti, che ha portato alla chiusura di nove siti collegati allo streaming.



Ora il gestore di NinjaVideo, una donna conosciuta con il nome di Phara ha pubblicato una richiesta di fondi. Infatti si trovano a combattere contro una forza formidabile e non hanno più nulla, così dicono. Del resto sono stati subito congelati, a questo ed altri siti tutti i conti personali degli amministratori ed anche i conti dove arrivavano le donazioni degli utenti.


Anche se NinjaVideo era una risorsa libera e non ha mai preso soldi dai propri utenti.


Phara, nel suo messaggio dice chiaramente disperata, che hanno bisogno di aiuto e sostegno economico, in quanto le loro vite e la loro libertà dipendono da questo.


Phara dice, inoltre,che hanno contro il governo federale degli Stati Uniti, una cosa pietrificante.


Molto probabilmente poi il governo è sostenuto da Hollywood e vorranno dare un esempio forte, magari ci saranno pene pesanti per gli esponenti di NinjaVideo che potrebbero essere condannati a parecchi anni di galera ed hanno bisogno quindi di un valido patrocinio legale e per questo chiedono almeno un dollaro, da parte di ogni persona che legga l'appello.

Germania: Rapidshare vince ancora

Secondo la corte d' appello di Dusseldorf, Rapidshare, il famoso sito di hosting, prende tutte le misure per evitare che film vietati circolino in internet. Questa sentenza ha capovolto il precedente verdetto, della causa intentata contro il famoso sito di hosting dalla Capelight Pictures che aveva riconosciuto Rapidshare colpevole di non prendere le giuste precauzioni per evitare la condivisione di film vietati.



Rapidshare ospita una grande quantità di film, musica e software che vengono distribuiti senza il consenso dei titolari dei diritti e per questo motivo, già varie volte è stato trascinato in tribunale dalle società detentrici dei contenuti ma è riuscito più volte vincitore.


Infatti in maggio un tribunale degli Stati Uniti ha riconosciuto che Rapidshare non è colpevole di violazione del copy-right e poco tempo dopo, un tribunale tedesco ha decretato che Rapidshare non può essere ritenuto colpevole per le violazioni commesse dai suoi utenti.


Ora, anche in questa causa contro la Capilight Pictures, come detto, la Corte d'appello ha dato ragione a Rapidshare, annullando la precedente sentenza contro di lui.


Sia l'avvocato che Christian Schmid, fondatore e CEO di RapidShare sono molto soddisfatti della sentenza che considerano un'ulteriore passo nella giusta direzione e sperano che le industrie dei contenuti accettino questi modelli di business e cerchino di stringere alleanze con essi invece di spendere soldi per citarli in tribunale, chiedendo risarcimenti che poi, in base alla legge, essi non possono pretendere.

giovedì 22 luglio 2010

Romania: molti file-sharer rischiano fino a quattro anni di carcere

Oltre il protocollo BitTorrent ci sono molti file-sharer che condividono tramite direct Connect, ora un'associazione affiliata all'IFPI ha raccolto prove su molti condivisori che utilizzano questo sistema ed ha avvertito che, questo mese, consegnerà i risultati delle sue indagini alla polizia.



Questi sistemi direct connect in cui il filesharer condivide la sua intera collezione che può essere di musica o film, si sono visti anche in Svezia e possono essere molto più facilmente individuati.


Secondo i dati dell'AIMR, l'associazione anti-pirateria rumena, il loro paese è leader per quello che riguarda questo tipo di condivisioni illegali.


Ci sarebbero oltre 913 centri attivi in Romania ed al secondo posto c'è l'Italia con 526, mentre gli Stati Uniti sono al decimo posto con 143.


Sempre secondo l'AIMR ci sono sempre 75000 utenti connessi in tal modo che divengono 100.000 nel weekend, il numero sembra basso ma il materiale illegale condiviso è dell'ordine dei 17.000 terabyte.


L'AIMR ha quindi individuato oltre 40 persone che condividono più di 5000 brani musicali e che sono utenti abituali e di questi ha rintracciato l'indirizzo IP che fornirà alla polizia, la quale, dopo aver provveduto ad ottenere dagli ISP i dati personali, perquisirà i computer per accertare se l'origine dei dati condivisi è illegale o no.

UK:Filesoup, altro caso come Oink

Ricordiamo sicuramente il caso di Ellis, l'ex amministratore di Oink, che accusato di reati penali, fu poi prosciolto, dopo anni, da tutte le accuse. Ora due amministratori di Filesoup, una delle più antiche comunità BitTorrent sono stati accusati di cospirazione al fine di violare il diritto d'autore ed è il secondo caso penale contro gli amministratori di siti BitTorrent.



Filesoup è una comunità BitTorrent fondata nel 2003 ed è sopravvissuta senza problemi fino al 2009, quando la polizia e membri dell'associazione anti-pirateria FACT hanno condotto un raid nella casa dell'amministratore di Filesoup, conosciuto come “the geeker” ed un'altra incursione è stata effettuata a casa di un altro amministratore, entrambi sono stati poi arrestati ed interrogati.


La cosa più strana è che il materiale sequestrato è stato preso in consegna dall'associazione FACT,dietro la quale c'è la MPAA e non dalla polizia.


Ora,dopo quasi un anno le due persone coinvolte sono state accusate di cospirazione al fine di violare il copy-right a fini di lucro. In effetti Filesoup era un forum di discussione non un tracker dove c'erano link a torrent ed il capo d'accusa recita “ Cospirazione al fine di violare il copyright comunicando l'opera al pubblico, in violazione della Sezione 1 della Criminal Law Act 1977.


I due amministratori sono ora in libertà provvisoria e si sono rivolti agli stessi legali che hanno difeso Ellis, solo che i capi d'accusa sono molto diversi.


Infatti l'ex-amministratore di Oink era stato accusato di cospirazione per truffare ed invece questa volta l'associazione Fact ha aggiustato il tiro e sarà molto più difficile per i due amministratori difendersi dall'accusa di cospirazione al fine di violare il copy-right.

Giappone: arrestato il primo utente BitTorrent

In genere, i giapponesi preferiscono condividere usando Winny che però è pieno di virus, perciò una persona di 31 anni, arrestato dall'unità ciber-criminale di Tokio, aveva pensato di condividere più di 165 show televisivi su BitTorrent pensando di essere più al sicuro su questa rete dai rischi rappresentati da virus e polizia ma evidentemente su questo ultimo punto si era proprio sbagliato.



In effetti caricare show televisivi su internet è illegale e qualunque mezzo si utilizzi, poi si può essere scoperti ed arrestati, come la vicenda dimostra.


L'uomo, accusato di aver caricato 3 show televisivi a giugno e di averne condivisi 165 fra febbraio e luglio, ha confessato, dicendo di averli caricati perchè molta gente non li aveva visti in TV ed inoltre di non aver usato Winny perchè aveva paura di prendersi qualche virus e di avere saputo inoltre che la polizia non indagava sulla rete BitTorrent.


Ma sappiamo che la legge non ammette ignoranza, del resto anche se questo è il primo utente BitTorrent arrestato, l'ano scorso un file-sharer che aveva caricato sulla rete Winny il film “Wanted” è stato poi condannato a due anni di carcere.

Il partito del pirata svedese lancia pirate ISP

Il Partito del Pirata svedese che è divenuto l'host di Pirate Bay, quando altri provider lo avevano dovuto abbandonare, ora pensa di lanciare Pirate ISP insieme ad altri partner ed offrirà servizi a banda larga, garantendo l'anonimato e nello stesso tempo gli introiti serviranno a finanziare il partito.



Gustav Nipe, studente di economia, e membro del Partito Pirata è ora CEO di The Pirate ISP e ha parlato della filosofia che ispirerà il nuovo ISP in linea con le idee del Partito del Pirata e che ha già iniziato un beta-testing nella città di Lund.


La loro idea è di competere con gli altri ISP offrendo un servizio anonimo ai loro clienti sempre basato su iPredator.


All'inizio cercheranno di prendere il 5% del mercato di Lund e poi espandersi in altre due città della Svezia, senza cercare di crescere troppo ma offrendo un buon servizio ai propri clienti.

Inoltre i responsabili del sito hanno dichiarato ai media che non permetteranno al governo svedese di monitorare Pirate ISP e non conserveranno i log dei loro utenti. Se poi avranno opposizioni nel fare ciò combatteranno fino in fondo, in quanto non sono d'accordo con le leggi e diverrebbe una battaglia costituzionale. Non hanno ancora chiarito come intendano difendersi dalle ingerenze esterne, in particolare quelle degli Stati Uniti.


Soprattutto rassicurano che i loro potenziali clienti file-sharer non dovranno temere di ricevere lettere con avvisi d'infrazione da parte dell'associazione Antipiratbyrån, anche se non scoprono tutte le frecce del loro arco, ossia come pensano di evitare ciò.


Henrik Ponten dell'associazione Antipiratbyrån, non sembra molto impressionato, del resto la legge IPRED è chiara è permette alle associazioni anti-pirateria di costringere gli ISP a rivelare i nomi degli utenti violatori del copy-right.

Legenda TV off line ? No,una bufala

Una notizia era stata diffusa in rete. che Legendas TV, già obiettivo di precedenti azioni anti-pirateria, era stato oscurato in seguito ad indagini intraprese dalle forze dell'ordine degli Stati Uniti che, come sappiamo, hanno poco tempo fa, bloccato nove siti e confiscato beni, congelato conti in quindici banche, etc.



Dopo poco, però il sito Legendas TV è tornata on line e sembrava tutto procedesse come al solito. Sono state fatte, però, parecchie ipotesi. Il sito era nei guai? Era stato preso di mira dal governo americano e si era salvato ? Poi un messaggio ha chiarito che si trattava di una bufala ma fatta trapelare con uno scopo, ossia quello di protestare contro le notizie, spesso false, diffuse dai media.


Nel 2009 infatti l' APCM, un'associazione che rappresenta gli interessi di Universal, Warner, SonyBMG, Disney, Paramount, Fox e altri, riuscì a mandare Legendas TV offline , minacciando Qt, il datacenter, che ospitava il sito. Pochi giorni fa, sempre l'APCM ha partecipato ad un'azione durante la quale la polizia brasiliana ha chiuso il sito Brasile.Series.com, che ospitava link di programmi televisivi ed ha arrestato Cesar lo studente peruviano che amministrava il sito, insieme alla sua ragazza. Secondo le forze dell'ordine, i due giovani sono accusati di aver infranto le leggi sul copy-right traendone lucro perchè il sito accettava donazioni ed aveva annunci pubblicitari.


APCM ha fatto varie dichiarazioni ai media tra cui alcune, vere tipo che il sito contava 800.000 utenti ed offriva link a show come House,Friends e Big Bang Theory ecc, altre invece, secondo gli amministratori di legendas, assolutamente false, per cui ha deciso di fare qualcosa al riguardo.


Gli esponenti di Legendas TV hanno dichiarato a Torrent Freak che l'APCM aveva detto che gli amministratori di Brasile-Series erano criminali e che erano diventati ricchi e che inoltre erano coinvolti nel traffico di droga e queste menzogne sono probabilmente un modo per intimorire altri siti. Per questo essi hanno finto di essere off line, per mostrare al pubblico come i media postano notizie senza reale conoscenza dei fatti e quindi l'informazione è molto di parte ed asimmetrica e se un giorno le associazioni anti-pirateria riuscissero a colpire il loro sito, la gente non dovrebbe credere a tutto ciò che queste diranno.

martedì 20 luglio 2010

Olanda: Zippo non dovrà bloccare Pirate Bay

Da poco un tribunale ha  ordinato, definitivamente, ai tre del team di Pirate Bay di filtrare o di bloccare il sito agli utenti olandesi ma anche se ciò, non avvenisse l'ISP Zippo non dovrà bloccare Pirate Bay. Secondo il giudice non vi è alcuna prova che la maggioranza degli utenti dell'ISP violano il copy-right attraverso Pirate Bay, per cui un blocco sarebbe ingiustificato.
Praticamente ora in Europa siamo sul due pari, in quanto in Italia ed in Danimarca i tribunali hanno obbligato gli ISP a bloccare Pirate Bay, mentre in Belgio, prima, ed ora in Olanda, la Corte ha deliberato che il blocco fosse un procedimento eccessivo.
Invece l'associazione anti-pirateria Brein avrebbe voluto che l'ISP Zippo, bloccasse l'indirizzo Ip con tutti i nomi di dominio ed i futuri indirizzi IP del sito, entro 24 ore, dalla notifica da parte di Brein, ma, come abbiamo scritto, l'ISP Zippo, ha rifiutato ed ha preferito ricorrere al tribunale, coadiuvato dal rivale XS4ALL, il quale pensava che la sentenza sarebbe stata molto importante per tutti gli ISP e per il futuro di internet.




Il tribunale però, ha deciso in favore dei due ISP ma Brein non demorde e continuerà la sua battaglia anche perchè la causa vinta contro i tre del team, conta molto poco dal momento che il sito è ancora visibile da parte degli utenti olandesi e Tim Kuik responsabile di Brein dice che non è ammissibile che gli amministratori di Pirate Bay si nascondano in Thailandia od in Cambogia ed il sito permanga visibilissimo, continueranno ,quindi, in tribunale la lotta contro gli ISP Zippo ed XS4ALL, per ottenere l'ordine che li costringa ad oscurare il sito.

Rapidshare vince contro i domini “tarocchi”

Rapidshare aveva depositato molte controversie al WIPO (World Intellectual Property Organization) contro siti che abusavano del suo marchio, colpevoli anche di concorrenza sleale ed ora ha riportato una vittoria prendendo il controllo di molti di questi domini , ma in alcuni casi però non gli è stato riconosciuto l'abuso da parte dei siti.



Già L'ex CEO di Rapidshare Bobby Chang in una lettera all'industria dell'intrattenimento, oltre ad offrire la collaborazione da parte del sito nel perseguire e bloccare gli utenti che caricavano materiale illegale, aveva avvertito che Rapidshare intendeva anche perseguire i siti di terze parti che utilizzavano il marchio Rapidshare per promuovere od incoraggiare la violazione di Copy-right.


Sembrerebbe che il WIPO abbia dato ragione a Rapidshare e che il sito sia riuscito a prendere il controllo di oltre due dozzine di domini con il nome Rapidshare da qualche parte nell'url, come ad esempio music-rapidshare.com o rapidshareprime.net,


Invece in altri casi, come ad esempio per il sito Rapidbay.net il controllo del nome di dominio è stato negato,perchè Rapid è un aggettivo usato spesso in internet ed il nome “bay” non ha niente in comune con “share”.


Forse la voglia di bloccare i siti che incoraggiano la violazione del copy-right, ma che sono anche concorrenti, l'ha portato ad agire oltre l'abuso del marchio, ma in tal caso sono necessari altri tipi di iniziative legali.

Copyright Group: pagamenti anche on line

Gli ormai famosi avvocati del Copyright-Group che come sappiamo, stanno trasformando il perseguire i condivisori di file illegali in un business, hanno apportato migliorie ad alcuni aspetti della loro azienda, ad esempio offrendo la possibilità a chi volesse risolvere subito il contenzioso, di pagare on line.



Inoltre stanno stringendo rapporti di collaborazione con 15 studi legali, distribuiti in tutto il paese, per perseguire chi non volesse pagare subito.


Del resto sono già arrivati a denunciare 150000 persone, 5000 solo per “The hurt locker” diffuse in tutto il paese e non è detto che si fermeranno qui.


Molte persone, poi, non intendono proprio pagare ma è difficile pensare che realmente intendano denunciare tutti coloro che rifiuteranno l'accordo extra- giudiziale, del resto abbiamo da poco scritto come la RIAA abbia speso oltre 16 milioni in spese legali, senza averne ricavato guadagno.


E' molto più probabile che il Copy-right Group scelga qualche caso, da portare in tribunale, dando a quest'ultimo molta pubblicità. in modo che altri ancora dubbiosi, si sbrigheranno a pagare.

Corte decide definitamente il ban di Pirate Bay agli utenti olandesi

L'olanda non è proprio più un sito propizio per i siti BitTorrent ma al contempo sembra che il team di Pirate Bay resista e non si presenta neanche alla sentenza definitiva della causa, intrapresa contro di essi dalla famosissima, ormai, associazione anti-pirateria Brein.



La vicenda è stata discussa varie volte ed è iniziata la scorsa estate quando l'associazione antipirateria Brein portò in tribunale gli ex amministratori del sito di Pirate Bay, chiedendo che applicassero un filtro in base ad una lista fornita dalla stessa Brein, oppure bloccassero il sito agli utenti olandesi.


Praticamente lo stesso tipo di procedimento intentato contro Mininova, che ha preferito eliminare più di un milione di Torrent.


La Corte diede ragione all'associazione anti-pirateria e condannò i tre del team a pagare una penale di 50.000 euro al giorno se non riuscivano a filtrare gli utenti olandesi. Il team ricorse in appello dicendo che non erano più loro i proprietari di Pirate Bay ma una nuova società con sede alle Seychelles, denominata Reservella. La corte ha, però, respinto questo punto della difesa, dicendo che gli imputati non hanno addotto alcun documento di vendita, quindi sono essi stessi considerati i proprietari del sito e debbono bloccare gli utenti olandesi.


La Corte ha altresì confermato che, pur non violando essi stessi il copy-right, sono però colpevoli di assistenza in violazione. A questo processo non si è presentato nessun legale né i membri del team.


Sarà efficace ora la sentenza definitiva? Perchè finora il team di Pirate Bay che già da marzo avrebbe dovuto applicare i filtri, ha continuato tranquillamente a lasciare tutto come prima. Però la sentenza sarà opportunamente utilizzata da Brein contro altri siti che favoriscono l'infrazione ed anche nel procedimento contro l'ISP Zippo, che si era rifiutato di bloccare Pirate Bay.


In ogni caso, prima la Danimarca, poi l'Italia, ora forse l'Olanda il cerchio si fa sempre più stretto intorno a Pirate Bay.

sabato 17 luglio 2010

Twitter diviene 75 volte più veloce con BitTorrent

Avevamo già scritto di come molti siti famosi e soprattutto social network, tipo Twitter e Facebook, abbiano pensato al protocollo BitTorrent per aggiornare i dati dei loro utenti in minor tempo ed utilizzando il loro server e ora Twitter ha comunicato che il nuovo sistema chiamato “murder” e basato su BitTorrent rende l'implementazione dei server 75 volte più veloce.


Larry Gadea l'ingegnere che ha progettato “murder” basato sul client BitTornado si dichiara entusiasta dei risultati e dice di essere stato sempre un grande utilizzatore di BitTorrent con il quale ha scaricato moltissime iso Linux.

Ora, da prove effettuate, il nuovo sistema basato su BitTorrent è 75 volte più veloce rispetto al vecchio sistema di aggiornamento dei server e ognuno di questi oltre a scaricare i file diviene un punto di distribuzione contribuendo a diffondere il materiale ad altri, in tal modo un processo per il quale prima erano necessari 40 minuti, con “Murder” è stato compiuto in 12 secondi.

Il sistema “murder” è disponibile al pubblico liberamente, con licenza Apache, in tal modo che altri siti o social network siano interessati ad usarlo.


BitTorrent, quindi, si sta facendo un 'ottima fama come standard che possono utilizzare reti di grosse dimensioni per aggiornare i server in modo rapido ed efficiente ed inoltre sappiamo che anche reti televisive lo stanno utilizzando per distribuire in streaming i programmi ai loro utenti.

USA: chiusa piattaforma Wordpress con 73.000 blog

Continua il regime contro i siti che abusano in USA dopo quanto annunciato dal vice.presidente Joe Biden, riguardo al fatto che sarebbero state intraprese azioni dure contro i siti che violavano il copy-right sia nazionali che esteri.


Ora, è stato mandato off line un host Wordpress che ospitava 73.000 blog dietro l'ordine delle autorità a quanto pare, leggendo le mail scambiate tra l'host e l'ISP che gli forniva banda, in ogni caso tenuto a rispettare il più assoluto silenzio.


Blogetery.com aveva avuto come host BurstNet per 7 mesi ma il nove luglio, il sito è scomparso e nell'email BurstNet dice di essere stato costretto a comportarsi in tal modo dalle autorità per quanto era contenuto nel server e che è pronto a rifondere i soldi del canone ai responsabili della piattaforma Wordpress, Il proprietario ammette di aver ricevuto degli avvisi di rimozione per link a materiale coperto dal copy-right e di averli subito rimossi, quindi non capisce il motivo di quanto accaduto né dell'indagini che le autorità stanno conducendo su di lui.


Ancora più disperati sono i proprietari dei blog la maggior parte dei quali assolutamente legali che non sanno se e quando, potranno tornare sul loro blog in quanto gli unici contatti erano sul sito blogetery.com, che ora è off line.

Demonoid blocca IP di Cina e Taiwan

Il più famoso tracker BitTorrent ancora in attività ha spesso problemi che lo mandano off line, a volte dovuti a danni hardware ma più spesso ad attacchi Dos. In seguito ad uno di questi ultimi attacchi Demonoid ha preferito bloccare molti range di IP di Taiwan e Cina, luoghi da cui preferibilmente provengono gli attacchi.



Alcuni utenti di quelle regioni, infatti che non riuscivano più ad accedere a Demonoid e avevano in un primo momento pensato ad un blocco da parte degli ISP e si erano anche informati presso gli stessi, avendo rassicurazioni che non c'era alcun blocco da parte loro.


Il problema era infatti a monte, Demonoid, stanco di subire attacchi Dos che lo obbligano a lunghe ore di inattività e a un super lavoro da parte dei dipendenti ha deciso utilizzare il blocco per alcuni range di IP di parte della Cina e di Taiwan. L'amministratore non ha comunque spiegato se il blocco sarà momentaneo o permanente in ogni caso gli utenti di quelle regioni, nel frattempo, possono utilizzare servizi VPN per connettersi a Demonoid.

venerdì 16 luglio 2010

Brein: 422 siti di file-sharing fatti chiudere in sei mesi

Sembra un bollettino di guerra ma è un bis di quanto già visto nel 2009 e del resto non possiamo dimenticare che Brein, la famosa associazione anti-pirateria, ha costretto Mininova alla eliminazione di tutti i Torrent, ha intrapreso vari procedimenti contro Pirate Bay, insomma un vero molosso contro tutti i siti illegali e che non cede mai. La sua tattica è abbastanza conosciuta fare pressioni sull'host finchè non cede e manda il sito off line e se il sito cerca un altro host ricomincia da capo, solo nei casi più gravi ricorre al tribunale. Eppure il suo metodo risulta vincente, nei primi sei mesi del 2010 sono stati chiusi 5 indicizzatori Usenet, 6 siti di streaming, un server FTP, e 29 siti con link a materiale illegale e ben 384 siti Torrent, quasi due siti al giorno.



Indubbiamente il silenzio che circonda tutta la vicenda, aiuta Brein nel suo sterminio di siti BitTorrent, che però violano la legge. Per quello che, ad esempio, riguarda Pirate Bay, avrà anche vinto in tribunale ma il sito è ancora in piedi e bisognerà vedere quando cercherà di far chiudere un altro sito famoso ed in grado di spendere soldi in legali per difendersi, attirando inoltre l'attenzione dei media, cosa succederà, certo per ora fra il 2009 ed il 2010, oltre 800 siti sono stati chiusi, rimane questa realtà inconfutabile. Sappiamo anche però, che molti dei siti chiusi poi riaprono con un altro nome, un altro dominio, un altro host, come abbiamo scritto qui, quindi il dato interessante sarebbe quanti di questi siti e soprattutto il materiale illegale che veicolavano è definitivamente scomparso dalla scena di internet?

La RIAA ha speso più di 16 milioni di dollari in spese legali

Un documento che è stato veicolato dai media, ha dimostrato che la RIAA, per le cause contro la pirateria, ha speso più di sedici milioni di dollari e non ha ricavato altrettanto dalle stesse. Quindi la RIAA è delusa? Per niente affatto, infatti Torrent Freak ha intervistato il vice-presidente Jonathan Lamy, il quale ha dichiarato che il loro principale scopo era quello di mettere paura, dare un esempio e sono soddisfatti dai risultati raggiunti.



Lamy ha detto che prima di cominciare con le azioni legali hanno cercato di dissuadere mediante campagne educative, tenute anche da artisti o da esperti che illustravano tutti i rischi che si correvano con la violazione del copy-right. Ma hanno ottenuto scarsi risultati, perchè la gente smette solo quando si rende conto, che potrebbe finire in tribunale. E' lo stesso discorso dei controlli per la velocità, se gli automobilisti non avessero paura delle multe, andrebbero a velocità supersonica.


Uno studente, ad esempio ad un incontro, quando gli è stato chiesto cosa lo avrebbe dissuaso dal continuare a condividere materiale illegale, avrebbe risposto che doveva vedere lui o la sua compagna citata in giudizio, perchè aveva bisogno di toccare con mano per rendersi conto che quello che faceva gli avrebbe potuto arrecare problemi.


Quindi la RIAA ha pensato che poiché altri metodi non erano serviti, citando migliaia di persone, il loro messaggio sarebbe giunto al pubblico.


Ma si saranno poi raggiunti i risultati sperati? Sicuramente per la RIAA si, del resto per anni i media hanno scritto dei suoi metodi e dei milioni di risarcimento richiesti, ciò ha sicuramente informato la maggior parte delle persone e spaventato quelle che avevano agito con superficialità ed ignoranza.


Ora però la RIAA ha smesso di perseguire i singoli file-sharer perchè, secondo l'associazione, la pirateria musicale è diminuita abbastanza e la gente compra più dischi invece di condividerli illegalmente.


Comunque anche i file-sharer che si sono trovati coinvolti nei processi dalla RIAA hanno speso tanti soldi fra risarcimenti e spese legali ma per essi Lamy non ha alcuna pietà e ricorda invece quanti lavoratori dell'industria musicale si sono ritrovati senza stipendio per colpa delle loro violazioni.

UK: PRS vuole che gli ISP paghino i danni compiuti dai file-sharer

Il PRS (Performing Right Society) che raccoglie le royalty per conto dell'industria musicale, vorrebbe che gli ISP pagassero per i danni effettuati dai loro utenti, tramite i download illegali.



Infatti l'esponente del PRS, Will Page sostiene in un articolo che gli ISP dovrebbero essere costretti a monitorare il traffico illegale ed a rifondere i proprietari dei diritti.


Basandosi su quanto prescritto nel Digital Economy Bill, che prevede che il livello di file-sharing sia misurato, Will Page, nel suo articolo, propone vari modi in cui gli ISP potrebbero compensare i proprietari dei diritti.


Ovviamente gli ISP non sono entusiasti dell'idea, secondo i portavoce di Talk Talk, monitorare il traffico, prima di tutto avrebbe un costo che ricadrebbe su tutti gli utenti, anche quelli che non hanno mai scaricato materiale illegale e poi avrebbe ripercussioni legali andando contro le normative della privacy e quelle della conservazione dei dati.


Oltretutto si è visto anche nella causa che ha visto contrapposti Google e Viacom che i prestatori dei servizi non possono essere responsabili dei danni arrecati dai loro clienti e sono obbligati non a filtri preventivi ma ad eliminare il materiale illegale, dopo aver ricevuto il takedown.


I responsabili di Talk Talk fanno l'esempio di altri servizi pubblici, tipo gli autobus che non possono essere considerati responsabili se hanno trasportato taccheggiatori di negozi.


Inoltre è molto probabile che gli utenti, sapendo che il traffico è monitorato passino a sistemi che rendono il traffico criptato od allo streaming.


La cosa migliore, insistono i responsabili di Talk Talk sarebbe passare a nuovi modelli di business con offerte differenziate, cosa già detta da Peter Jensen, il quale come abbiamo riferito vorrebbe vedere anche gli ISP impegnati in questi nuovi modelli.

giovedì 15 luglio 2010

Peter Jenner, il file-sharing è inevitabile

Peter Jenner manager e discografico inglese e che inoltre ha ottenuto una laurea in economia presso l'università di Cambridge, ha parlato all'eForum Westminster ed il blog Musically. , ha riportato quanto da lui dichiarato.



Peter Jenner dice che anche se è un esperto del mondo musicale, soprattutto guarda al copy-right come economista ed ha idee chiare su come l'industria musicale dovrebbe procedere.


L'ex manager dei Pink Floyd e di the Cash dice, inoltre, che impedire che la gente copi è una perdita di tempo ed anche una legge offensiva simile al proibizionismo americano del 1930.


Chiunque abbia un computer secondo Jenner può copiare, inutile impedirlo ed invece di andare contro i consumatori, bisognerebbe perseguire Google e Youtube che fanno i soldi con queste violazioni.


Sempre secondo Jenner agli autori interessa soprattutto creare e sono più le industrie interessate al diritto d'autore ed alla sua estensione nel tempo. Un artista nel momento che crea non si sta certamente a preoccupare se i suoi nipoti beneficeranno della sua opera. Quindi è soprattutto necessario ricreare il rapporto fra autori e pubblico, senza mediatori.


Le industrie dovrebbero proporre modelli che aiutino i creatori a guadagnare tramite le loro opere, sempre secondo il manager.


Le industrie discografiche ed anche gli ISP dovrebbero appunto lavorare in tal senso, creando dei sistemi commerciali che soddisfino creatori ed utenti, oltretutto da questi nuovi modelli potrebbero trarre vantaggi economici sia gli ISP che l'industria musicale.


Ad esempio se tutti nel Regno Unito pagassero 1 sterlina al mese per la musica si avrebbero 60.000.000 di sterline, non è così difficile, ci vuole la volontà di lasciare i CD e concentrarsi su altri modelli creativi e considerare il mondo musicale come un servizio, invece di concentrarsi sul prodotto.


Rapidshare , ad esempio, poiché la gente paga per esso, rappresenta un modello che si può usare ed imitare.
Invece come sappiamo, spesso Rapidshare è trascinato in cause dai detentori dei diritti d'autore, in quanto favorirebbe la pirateria, quindi non credo che le maggiori etichette seguirebbero il suo modello.

Francia: sempre più parlamentari della maggioranza contro Hadopi 2

Un gran numero di parlamentari anche della maggioranza di destra sembrano avere sempre più dubbi sull'hadopi 2, le Figaro ha raccolto la testimonianza, in tal senso di Jean-François Copé , un membro influente del partito UMP,(Unione peu un Movimento popolare) lo stesso di Sarkozy, ammette la sua colpa e dice che ha cambiato idea sulla questione, considerando la legge maldestra nella sua formulazione.



Secondo la legge, infatti gli utenti più volte accusati di violazione, potrebbero essere disconnessi per un anno da internet ed inoltre verranno anche puniti coloro che non riescono ad evitare che altri utilizzino la loro connessione per scambiarsi materiale illegale.


L'opinione pubblica ha comunque associato il sostegno dato a questa legge dall'UMP con l'idea che il partito odi internet


Per cercare invece di convincere gli elettori del contrario, i deputati UMP hanno pubblicato una relazione a maggio intitolata “ La libertà e le regole del mondo digitale” in cui prendono le distanze dal regime di terrore creato dal rapporto Olivennes e convalidato dal presidente Sarkozy.


Fra le altre cose, nella relazione c'è scritto che la legge hadopi 2, sancisce solo gli utenti mentre il download illegale dovrebbe essere debellato non con una normativa restrittiva ma con l'introduzione di nuovi modi legali di accedere ai contenuti, ad esempio lo streaming legale.


Nella relazione inoltre l'UMP dichiara di essere favorevole alla net neutrality della rete e che questa dovrebbe essere tutelata in Francia ed in tutto il mondo salvo le deroghe dovute alla criminalità o agli interessi di gestione di rete, interventi però, che debbono essere attentamente controllati.


Copè però chiarisce che non intende chiedere un'abrogazione della legge, ma lui e i suoi amici deputati controlleranno bene come verrà attuata.


Tanto i primi messaggi agli utenti dovrebbero essere inviati a settembre e comunque anche i produttori di contenuti stanno aspettandone l'attuazione, sperando che la nuova alta autorità attuerà processi per tutte le loro richieste, in quanto identificare i pirati è costoso, per monitorare ad esempio 100 titoli e raccogliere 25.000 indirizzi IP al giorno si spendono circa 35.000 euro al mese, ossia 420.000 , euro l'anno, secondo un esponente dell'Unione editori di software d'intrattenimento, ed i costi sono ancora più alti per monitorare il download illegale di musica.

mercoledì 14 luglio 2010

Il Partito del Pirata vuole rivelare al pubblico gli accordi ACTA

Fin dall'inizio tutte le riunioni riguardanti il famoso trattato ACTA si sono svolte nel più assoluto segreto e la cosa continua anche in seno al Parlamento Europeo, per cui Christian Engstrom deputato del Partito del Pirata, si è visto costretto ad abbandonare un incontro con i negoziatori ACTA, perchè non avrebbe potuto poi, rivelare al pubblico e principalmente ai suoi elettori, quanto discusso durante la riunione.



Come sappiamo ACTA è un accordo internazionale con lo scopo di colpire la pirateria e la contraffazione e solo ad aprile, dopo anni di lavoro e di silenzio, i negoziatori hanno reso pubblico un estratto dell'accordo ma si pensava, che da allora in poi, le riunioni fra i negoziatori, fossero rese pubbliche.


Invece dopo l'ultima serie di incontri tenutisi a Lucerna, la Commissione a lavoro su ACTA è giunta al Parlamento Europeo per dare maggiori aggiornamenti su quanto discusso negli incontri e questa riunione è stata chiusa al pubblico.


Christian Engstrom, che era stato ammesso ad ascoltare i risultati dei negoziati su ACTA ha più volte chiesto se poi avrebbe potuto diffondere quanto ascoltato, avendone avuto risposta negativa ha preferito abbandonare la riunione.


Engstrom ha detto che tutto questo è vergognoso e che non c'è alcun motivo per il quale i negoziati ACTA debbano essere effettuati in segreto ed i membri del Parlamento Europeo non possano, poi, discuterne con i loro elettori.


Engstrom ha anche aggiunto che le leggi dovrebbero essere fatte dai rappresentanti eletti, dopo discussione popolare, non imposte da membri non eletti e l'informazione tenuta fuori dalla portata del pubblico, fin quando non è troppo tardi, oltretutto ciò va contro il trattato di Lisbona che prevede che la Commissione deve informare in modo plenario il Parlamento Europeo.

Interfilm.ru, richiesti 1,25 miliardi di risarcimento

Dopo un raid effettuato nel 2009, la polizia russa ha iniziato un'indagine che coinvolgeva la coppia formata da Ivan e Irina Podorozhnikovymi. che amministrava il sito Interfilm.ru, accusato di essere un importante centro di cammed pre-realise ed anche alcuni degli utenti dello stesso.  Ora sembrerebbe che il ministero degli interni abbia sporto denuncia penale contro la coppia e le case di produzione sia nazionali che estere sostengono che il tracker ha causato un danno di 38700 milioni di rubli, ossia 1,253 miliardi di dollari.


Oltretutto i proprietari del sito hanno cambiato casa e preso misure per far sì che il sito continuasse ad essere on line, durante l'inchiesta, usando Leaseweb nei Paesi Bassi ed un host malese e questo potrebbe anche determinare una condanna a sei anni di carcere, in base alla parte 3 dell'articolo 146 del codice penale russo.


Sono stati presi di mira anche gli utenti migliori del sito, alcuni dei quali, parrebbe abbiano scaricato pre-realise da interfilm.ru e le avrebbero caricate sui propri siti, traendone quindi lucro ed essendo per questo perseguibili penalmente in base alla legge russa.

UK: altri avvocati a caccia di file-sharer

L' esempio ormai famoso del Copy-right Group che ha denunciato oltre 5000 condivisori di "The hurt locker" è stato spesso sulle pagine diei giornali e dei blog ma sappiamo bene che in UK c'è stata una lunga serie di studi legali che per anni ha fatto lo stesso, magari meno platealmente, i Davenport Lyons, l'ACS law, lo studio Tilly Bailey e Irvine, che ben presto ha rinunciato per paura di creare discredito al nome del suo studio legale ed ora si affaccia alla ribalta Gallant Macmillan che dice, sul suo sito web,  che può offrire avvocati con competenze in contenziosi riguardanti la reputazione, le attività commerciali e la proprietà intellettuale.



Sempre sul sito web, vengono elencati i clienti di cui proteggono gli interessi tra i quali, The Jerusalem Post, Claims Direct, Ted Baker, Kookai ma soprattutto ora stanno inviando lettere per conto del night club e casa discografica Ministry of Sound.


Il loro approccio, nelle lettere inviate ai presunti violatori di Ministry of Sound – The Annual 2010,  è molto più soft ma viene sempre richiesta una somma di 375 sterline a compenso della condivisione illegale dell'album dal costo di 8,75 sterline.


La cifra richiesta, secondo lo studio legale, coprirebbe vari costi, compresi i danni, la ricerca di prove, le relazioni con gli ISP, i costi dell'invio della lettera.


I presunti violatori hanno 21 giorni di tempo entro i quali potranno pagare e risolvere così l'infrazione altrimenti saranno avviati procedimenti penali nei loro confronti.


Come detto però, lo studio legale Gallant Macmillan cerca di risolvere alcuni problemi imputabili agli altri gruppi legali e tenta, diciamolo chiaramente, di estorcere i soldi in modo più umano.


Infatti essi scrivono che sono consapevoli del fatto che minacciare azioni legali può essere angosciante e che pur essendo principalmente impegnati a difendere gli interessi dei loro clienti si sforzano di comunicare con i destinatari delle lettere in modo rispettoso e cortese.


Inoltre essi scrivono che dopo aver pagato, i destinatari delle lettere possono considerare legittimo il possesso dell'album del quale sono accusati di condivisione che chiaramente, essendo costato 375 sterline, diventa sicuramente l'album più costoso che i condivisori avranno mai posseduto.

martedì 13 luglio 2010

I vestiti del futuro potrebbero parlare e sentire

Un professore del MIT,Yuel Fink ed i suoi colleghi, hanno inventato delle fibre che utilizzando sistemi piezo-elettrici, ossia che sfruttano  la proprietà di alcuni cristalli di generare una differenza di potenziale quando sono soggetti ad una deformazione meccanica, o ad al contrario, quando si applica una variazione di potenziale al cristallo, esso si espande o si contrae, sono in grado di trasformare le onde sonore in elettriche e viceversa, divenendo così attive. Nel numero di agosto di Nature Materials, Fink e i suoi collaboratori annunciano una nuova pietra miliare nel cammino verso le fibre funzionali: fibre in grado di rilevare e produrre il suono.



Già esistono altoparlanti piezo-elettrici,che si usano come allarmi negli orologi ed in altri dispositivi elettronici ma Fink utilizza un sistema in cui un lato delle fibre è differente dall'altro invece di essere simmetrico. Il cuore di queste fibre sonore è comunque costituito da un materiale plastico di uso comune nei microfoni. Aggiungendo alla plastica atomi di fluoro, i ricercatori sono riusciti ad ottenere un lato più lungo con atomi di fluoro ed un altro con atomi di idrogeno che mantengono la loro asimmetria anche quando sono riscaldati.. Questa differenza rende la plastica “piezo elettrica, nel senso che cambia forma quando ad essa viene applicato un campo elettrico.


Tessuti fabbricati con queste fibre piezoelettriche potrebbero essere utilizzati come ricetrasmettitori nelle comunicazioni.


Comunque fibre sono piuttosto difficili da ottenere ed i suoni variano fra i kilohertz ed i megahertz, quindi con frequenze molto più alte di quelle utilizzabili dagli esseri umani.

RIAA, Limewire ha nascosto i soldi per non pagare

Il legale della RIAA ha depositato dei documenti che proverebbero il fatto che Gorton,l'amministratore di Limewire avrebbe nascosto i soldi, guadagnati facilitando la violazione del copy.right, per evitare il risarcimento da corrispondere alle major.



Nei documenti presentati a nome della RIAA viene, inoltre richiesto che vengano congelati i fondi di Limewire e quelli delle attività di Gorton ed inoltre viene dichiarato che la maggior parte dei soldi sono stati messi dall 'amministratore di limewire in fondo comune intestato anche alla moglie ed ai figli, per paura che gli fossero tolti.


Come sappiamo a maggio le major hanno ottenuto una grande vittoria in quanto il giudice Wood ha riconosciuto il grande sito di file-sharing colpevole di induzione di violazione del copy-right e secondo, la RIAA nel 2006 Gorton ha guadagnato oltre 20 milioni di dollari con la sua attività illegale.


In seguito la RIAA ha chiesto al giudice un ingiunzione permanente che obbligasse il sito alla chiusura e molti esperti si aspettano questa decisione da parte del giudice ed un risarcimento pari ad un miliardo di dolllari.


La vittoria della RIAA in questo caso, sancita anche da un altissimo risarcimento dovrebbe servire da monito per tutti coloro che vogliono sfidare la musica ed il cinema, traendo lucro da attività illegali e per questo è necessario che agli amministratori di tali società venga anche sequestrato il patrimonio personale. Anche per questo la RIAA cerca con tutti i mezzi di entrare in possesso dei beni che Gorton ha cercato di mettere nel fondo famigliare, dimostrando anche con testimonianze che Gorton aveva trasferito il denaro in caso di una sentenza legale.