Altro processo oltre quello di Jammie Thomas famoso e che ha visto la RIAA vedersi drasticamente ridurre il risarcimento, in un primo momento accordatogli dalla giuria. Parliamo del processo Tenembaum in cui secondo il giudice Gartner si sono calpestate le clausole della costituzione e nella sentenza di oggi il premio di 675.000 dollari è stato drasticamente ridotto a 67500.
Del resto il giudice Gartner ha fatto riferimento all'altra famosa causa che ha visto come imputata Jammie Thomas dove il giudice Davis in Minnesota ha ridotto il premio di 1,9 milioni di dollari a 2250 dollari a canzone che è già tre volte il minimo prescritto per simili reati che è di 750 dollari,anzi, ha usato proprio le stesse parole del giudice Davis per dire che anche in questo caso, il risarcimento richiesto di 675.000 dollari per la violazione di 30 canzoni è “senza precedenti ed oppressivo”.
Il giudice Gartner ha aggiunto che questo risarcimento è di gran lunga maggiore di quanto necessario, per servire gli interessi del governo nel compensare il titolare dei diritti d'autore e scoraggiare l'infrazione.
Mentre però nel Minnesota si andrà in contro ad un terzo processo che inizierà ad ottobre, il giudice Gartner non vuole che si possa ricorrere ad un altro procedimento, in cui si ritroverebbe con lo stesso problema, quindi ha lanciato un chiaro messaggio alla giuria ma anche al Congresso.
Inoltre il suo intervento lancia un chiaro messaggio, in quanto la clausola del giusto processo non tutela solo le grandi aziende come ad esempio la BMW da premi eccessivi, ma protegge anche la gente comune come Joel Tenembaum.
La RIAA comunque contesta l'operato del giudice che va contro il parere di dieci giurati e quanto stabilito dal Congresso e dice che mentre il giudice ha riconosciuto la colpevolezza dell'imputato ed il fatto che in primo momento avesse mentito, poi respinge il danno economico ed artistico causato da centinaia di canzoni illegati condivise da milioni di persone sulla rete P2P.
I giudici Davis e Gartner, invece sembrano essere concordi nel riconoscere un risarcimento a canzone di 2250 dollari, molto lontano dalla cifra massima di 150.000 dollari stabilita dalla legge ed anche tanto sbandierata nelle lettere inviate dai legali del Copy-right Group che nel 2010 hanno denunciato oltre 14.000 persone.
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