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giovedì 15 luglio 2010

Peter Jenner, il file-sharing è inevitabile

Peter Jenner manager e discografico inglese e che inoltre ha ottenuto una laurea in economia presso l'università di Cambridge, ha parlato all'eForum Westminster ed il blog Musically. , ha riportato quanto da lui dichiarato.



Peter Jenner dice che anche se è un esperto del mondo musicale, soprattutto guarda al copy-right come economista ed ha idee chiare su come l'industria musicale dovrebbe procedere.


L'ex manager dei Pink Floyd e di the Cash dice, inoltre, che impedire che la gente copi è una perdita di tempo ed anche una legge offensiva simile al proibizionismo americano del 1930.


Chiunque abbia un computer secondo Jenner può copiare, inutile impedirlo ed invece di andare contro i consumatori, bisognerebbe perseguire Google e Youtube che fanno i soldi con queste violazioni.


Sempre secondo Jenner agli autori interessa soprattutto creare e sono più le industrie interessate al diritto d'autore ed alla sua estensione nel tempo. Un artista nel momento che crea non si sta certamente a preoccupare se i suoi nipoti beneficeranno della sua opera. Quindi è soprattutto necessario ricreare il rapporto fra autori e pubblico, senza mediatori.


Le industrie dovrebbero proporre modelli che aiutino i creatori a guadagnare tramite le loro opere, sempre secondo il manager.


Le industrie discografiche ed anche gli ISP dovrebbero appunto lavorare in tal senso, creando dei sistemi commerciali che soddisfino creatori ed utenti, oltretutto da questi nuovi modelli potrebbero trarre vantaggi economici sia gli ISP che l'industria musicale.


Ad esempio se tutti nel Regno Unito pagassero 1 sterlina al mese per la musica si avrebbero 60.000.000 di sterline, non è così difficile, ci vuole la volontà di lasciare i CD e concentrarsi su altri modelli creativi e considerare il mondo musicale come un servizio, invece di concentrarsi sul prodotto.


Rapidshare , ad esempio, poiché la gente paga per esso, rappresenta un modello che si può usare ed imitare.
Invece come sappiamo, spesso Rapidshare è trascinato in cause dai detentori dei diritti d'autore, in quanto favorirebbe la pirateria, quindi non credo che le maggiori etichette seguirebbero il suo modello.

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