Ormai sono quattro anni che questa donna coraggiosa è impegnata in cause contro le major, tutto per aver condiviso 23 brani musicali tramite Kazaa,ora per cercare di risolvere il problema risarcimento e chiudere finalmente la vicenda, il giudice Michael Davis ha deciso di assegnare ad un mediatore il compito di mettere d'accordo le due parti avverse, anche se l'avvocato della Thomas è convinto che sarà molto difficile rimuovere le industrie dei contenuti dalle loro ultime posizioni.
Per ricordare velocemente la vicenda a chi non abbia ancora mai sentito parlare di Jammie Thomas, la donna, accusata nel 2006 di condivisione illegale di musica, subì un primo processo e fu condannata a pagare per 23 brani, 222.000 dollari. In seguito, però il processo fu annullato per un errore formale nel costituire la giuria ma il secondo processo condannò Jammie Thomas ad un risarcimento ancora più alto 1.920 mila dollari.
Il giudice però ha ritenuto il risarcimento richiesto “mostruoso e scioccante” ed ha ridotto la cifra a 54.000 dollari . Ma per la RIAA sarebbe stato grave, che venissero discussi e non accettati i metodi con i quali essi arrivano alla cifra da chiedere come risarcimento, quindi ha fatto un'offerta di transazione di 25.000 dollari e quando la Thomas non ha accettato l'accordo, la RIAA si è rivolta al tribunale, contestando la riduzione del risarcimento, decisa dal giudice Davis.
Ora il mediatore dovrebbe mettere, come detto d'accordo le parti, che sono molto lontani da un punto di vista comune, altrimenti la vicenda tornerà ad essere dibattuta nei tribunali.
Nessun commento:
Posta un commento