Con l'introduzione della famigerata legge IPRED, l'associazione Antipiratbyrån si è messa molto al lavoro per raccogliere prove che siti, come ad esempio un server FTP privato, contenente libri audio, mettevano a disposizione dei loro utenti materiali coperti dal copy-right. Solo che ovviamente, molti si sono chiesti come abbia fatto l'associazione ad ottenere siffatte prove, se non hackerando il sito, ma la polizia svedese, ha rifiutato di aprire un'inchiesta dicendo che non ci sono sufficenti elementi per individuare un crimine specifico.
La vicenda riguarda il server privato FTP che contiene oltre 2000 libri audio, le generalità del cui proprietario sono state richieste, in base alla legge IPRED, da cinque case editrici, che aiutate, appunto, dall'associazione antipirateria, avevano raccolto prove della presenza sul sito, di due dozzine di opere coperte dal copy-right.
La prima causa è stata vinta dalle case editrici e quindi l'ISP ephone avrebbe dovuto rivelare le generalità del proprietario del server FTP, solo che nella causa di appello, poiché si può accedere al sito solamente tramite password , il giudice ha accolto le ragioni dell'ISP ephone in quanto le 27 opere coperte dal copy-right non sarebbero mai state messe a disposizione del pubblico.
Ora la vicenda è giunta alla Corte Suprema che ha chiesto alle due parti in causa se sia il caso di interpellare sulla questione in via pregiudiziale la Corte Europea.
Ma mentre la vicenda nei tribunali, segue il suo corso, molti, come detto, si sono domandati come avesse potuto acquisire le prove delle 27 infrazioni l'associazione Antipiratbyrån, se non violando il server. Il Procuratore Björn Ericson ha annunciato, però, che non ci sarà inchiesta sul famigerato gruppo anti-pirateria, nonostante molte siano state fatte molte accuse al riguardo alla polizia.
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