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venerdì 31 dicembre 2010

FBI alla caccia dei responsabili attacco DdoS a Paypal

Dopo che il blog di Paypal è stato colpito da un attacco DdoS il 6 dicembre per aver rotto i rapporti con Wikileaks perpetuato dal gruppo Anonymous, Payback, si è rivolto all'FBI, che ha iniziato ad investigare ed ora ha come obiettivo una rete di computer con sede in Texas. Secondo la ricostruzione dell'FBI Anonymous avrebbe utilizzato Twitter per reclutare i partecipanti all'attacco e li avrebbe indirizzati ad un server IRC irc.anonops.net. Lì fu detto loro di istallare un 'applicazione network stress testing la Low Orbit Ion Cannon (LOIC), che può sommergere un sito con le richieste HTTP ed i pacchetti TCP.

In questo server IRC, inoltre vi erano dei canali gestiti dai membri di Anonymous che offrivano supporto tecnico riguardo al LOIC e qui venivano decisi i prossimi siti che sarebbero stati oggetto di attacco DdoS.
Gli investigatori alla fine hanno rintracciato 8 indirizzi e seguendo le varie tracce anche in Europa hanno infine rintracciato l'indirizzo IP intestato a Tailor Made Services, una società di Dallas che fornisce "server di hosting dedicato." 

Durante un raid effettuato il 16 dicembre, gli agenti hanno copiato due hard disk all'interno del server . L'indagine comunque va avanti, perchè c'era anche una pista canadese, che poi invece ha dimostrato come la società canadese di server virtuali fosse ospitata da una ditta californiana, la  Hurricane Electric. Aggiorneremo la notizia quando si avranno maggiori informazioni. 

Cina: Skype vietato con le nuove regole sul Voip ?

Il Ministero dell'industria e dell'informazione tecnologica cinese ha comunicato che solo ai vettori China Telecom e China Unicom sarà possibile gestire i servizi VoIP nel paese. 

Questo porterebbe al fatto che Skype verrebbe vietato in Cina anche se non è stato ancora fissato un calendario per quando andranno in vigore le nuove disposizioni riguardo al VoIP. Skype ha stretto un accordo con il vettore TOM Online e offre una versione in lingua cinese del suo software. 

Secondo esponenti del partito comunista cinese essi intendono creare servizi VoIP tipo Skype, questo potrebbe significare che vogliono bandire Skype dal paese. Per ora Skype rifiuta di commentare se la sua impresa sarà bloccata in Cina in futuro e dice che per ora TOM online è disponibile.

In ogni caso China Unicom è il vettore di Apple in Cina, anche per questo probabilmente Skype ha da poco aggiornato la sua app per iphone ed ipod touch che permette di effettuare chiamate VoIP su reti 3G

La SEC vuol vederci chiaro su Facebook e Twitter

La US Securities and Exchange Commission, secondo quanto riferito dai media, starebbe interessandosi ad alcune società non quotate in borsa come Facebook, Twitter Linkedin e Zynga che però suscitano grande interesse degli investitori.
Società come SecondMarket e SharesPost curano le transazioni private e soprattutto ha creato interesse a novembre quella riguardante un 15% di una compartecipazione a Facebook transato ad una cifra pari a 570.000.000, cosa che porterebbe il valore di Facebook a 56 miliardi di dollari. 

Secondo gli azionisti, però Facebook non ha intenzione di essere quotata in borsa fino al 2012. Comunque la SEC è interessata anche perchè se il numero degli azionisti di queste società superasse i 499 soci, la società dovrebbe rendere pubblici i suoi dati finanziari, secondo la normativa. Facebook sta infatti introducendo misure per frenare le negoziazioni nel mercato privato. 

mercoledì 29 dicembre 2010

La Time Warner Cable si oppone a rivelare gli ip dei porno-pirati

Già sappiamo che anche nelle citazioni di massa contro i presunti colpevoli dei download illegali dei vari film indipendenti, tutelati dal Copyright Group, la Time Warner Cable, aveva ottenuto dal giudice, il permesso di consegnare i dati di pochi IP al mese, questo per non dover assumere più persone per svolgere il lavoro. Ora, di nuovo la Time Warner Cable si è rifiutata di consegnare ai legali della Larry Flynt Publishing (LFP),che gestisce un impero nell'editoria per adulti, fra cui la rivista Hustler, i nomi corrispondenti agli IP dei 40000 citati per aver scaricato illegalmente "This Ain't Avatar XXX".

La TWC avrebbe riferito al legale di Flynt, Stone che poteva garantire i dati di solo 10 utenti al mese fra quelli citati. Secondo il legale è un numero realmente insufficiente ma la LFP non è d'accordo con tale valutazione e non vuole sfidare la TWC, che è uno dei suoi partner commerciali. Sembrerebbe comunque che queste cause in cui sono citate moltissime persone, comincino ad essere ostacolate o dagli ISP o dai giudici.

 Come sappiamo il giudice Collyer ha costretto il copyright group a rifare la lista delle persone che intendeva citare, mettendo solo quelle di cui aveva i dati e che potevano rientrare nella giurisdizione della corte di Washington D.C. Anche Ken Ford che aveva nel complesso citato 22.000 persone seguendo l'esempio del Copyright Group, sempre legate a violazioni nei film per adulti, ha avuto imposto un notevole stop dal giudice John Preston Bailey che ha bloccato tutte le citazioni tranne una dicendo che per ogni caso debbono essere pagati 350 dollari di tassa ed in ogni caso debbono prima essere depositati i dati che dimostrino che gli imputati risiedono in West Virginia e quindi i loro casi sono di competenza della corte. Già per poter far ciò senza intervenire contro tutti i 22.000 citati, le ditte legate al porno che hanno intentato il procedimento avrebbero dovuto pagare oltre 7,7 milioni di dollari in spese giudiziarie.

Secondo, però l'avvocato Stone a lui non succederà niente del genere, in quanto le sue citazioni sono fatte meglio di quelle del Copyright Group, in parte copiate da Ken Ford, che non presentavano abbastanza prove per dimostrare come gli imputati fossero collegati. Stone infatti, nei documenti presentati alla corte avrebbe meglio spiegato come gli imputati si aiutassero ad ottenere la stessa copia del film, ossia condividessero lo stesso Torrent. Senza la filosofia dello sciame, BitTorrent non sarebbe quello che è e secondo Stone, questo dovrebbe dimostrare inconfutabilmente il motivo della citazione di tante persone insieme. Vedremo, poi, se il tribunale ed i giudici gli daranno ragione. 

martedì 28 dicembre 2010

Perfect 10 contro Google

Un caso, iniziato nel 2005 da Perfect 10, contro Google torna, ora, ad essere discusso presso i tribunali di San Francisco per l'appello. Nel 2007, una corte federale decise che i motori di ricerca, come Google non violano la legge mostrando miniature e link delle immagini di donne di “Perfect 10”.

Ora, però il sito torna alla carica, sostenendo che anche l'inoltro di Google degli avvisi di tekedown al sito Chilling Effects Clearinghouse, costituisce una violazione del diritto d'autore. Chilling Effects Clearinghouse, è un deposito di tutti gli avvisi di takedown ed ha pubblicato migliaia di questi avvisi a fine di ricerca scientifica. Secondo Perfect 10 questo inoltro al sito Chilling Effects Clearinghouse, porta ad una diffusione delle foto di Perfect 10 e quindi ad un ulteriore violazione del copyright.

Come sappiamo gli avvisi di takedown fanno parte del DMCA (Digital Millenium Copyright Act) introdotto nel 1998 che fa sì che non sia responsabile di quanto postato dagli utenti, il sito, che, subito, elimina il file coinvolto nell'avviso. Anche se Viacom aveva iniziato un procedimento contro Google, che poi ha perso, proprio sulla responsabilità del prestatore di servizi su quanto postato dagli utenti.

Il sito Chilling Effects Clearinghouse, è stato fondato otto anni fa da Wendy Selzter per educare il pubblico e garantire una certa trasparenza nel sistema di comunicazione e rimozione. Anche Electronic Frontier Foundation è coinvolta nel sito e dice che tale lavoro di ricerca serve anche per valutare se gli obiettivi del Congresso riguardo al DMCA sono nella pratica, rispettati. Vedremo, ora cosa decideranno i giudici.

lunedì 27 dicembre 2010

Mastercard potrebbe chiudere i rapporti con siti cyberlocker

Alcuni siti come Megaupload e Rapidshare, poiché i loro utenti oltre caricare e scaricare file legali, li utilizzano anche per file pirata, potrebbero vedere presto interrotti i loro rapporti con Mastercard. Questo tipo di intervento, insieme ad altre, ad esempio la chiusura dei domini è fra le misure previste dalla proposta di legge COICA, che per ora è stata bloccata al Congresso.

Nonostante ciò, la RIAA e la MPAA stanno cercando di fare pressioni su servizi bancari e di carte di credito, società di pubblicità ed ISP perchè siano più attivi nei confronti dei siti pirata ed anche Google ha detto che avrebbe modificato i suoi algoritmi al fine di favorire i siti con contenuti legali.

Fra i fornitori di carte di credito e sistemi di pagamento, soprattutto Mastercard sembra pronto ad assecondare le richieste di MPAA e RIAA e chiudere i rapporti con siti canaglia, anche senza imposizione del tribunale, infatti ha da poco, tagliato i rapporti anche con Wikileaks.

Fra i siti particolarmente segnalati dalla RIAA, c'è Megaupload che supporta pagamenti tramite vari meccanismi, tipo Mastercard, Visa, American Express, Paypal ecc.

In ogni caso, il proprietario di Megaupload ha detto di aver sempre tolto ogni materiale illegale dopo richiesta del proprietario dei contenuti e che in cinque anni non sono mai stati citati. In ogni caso i proventi enormi di Megaupload derivano soprattutto dalla pubblicità e Mastercard, molto probabilmente chiudendo i rapporti, danneggerebbe più se stessa, che il famoso sito cyberlocker.

Avatar, il film più scaricato del 2010

Come al solito a fine anno, Torrent Freak, propone la lista dei film più scaricati del 2010, e possiamo trovare al primo posto Avatar, invece sono presenti film che hanno avuto scarso successo ai botteghini e mancano film con successo di pubblico tipo Toy Story 3 ed Alice nel paese delle meraviglie.

Avatar aveva già avuto un grande successo d'incassi e con 16.580.000 download, solo su BitTorrent, Avatar è sicuramente il film più piratato dell'anno. Finora non si erano mai visti tanti download di un film, in un solo anno. Il vincitore dello scorso anno, Star Trek, aveva avuto 10.960.000, un numero ben inferiore a quelli di Avatar. Un altro titolo presente nei primi dieci è “The hurt locker” che però ha iniziato ad essere parecchio scaricato dopo che ha vinto sei Oscar, anche se, come abbiamo più volte scritto, oltre 5000 persone sono state citate dal Copyright Group, per avere condiviso il film illegalmente. Come detto, sono assenti dall'elenco, film con incassi importanti come Toy Story 3 e sono, invece, presenti film come Kick-Ass e Green Zone, che hanno avuto incassi modesti ai botteghini.

Riportiamo, sotto l'elenco dei film

1 Avatar                 downloads 16.580.000
2 Kick-Ass              downloads 11.400.000
3 Inception             downloads 9.720.000
4 Shutter Island      downloads 9.490.000
5 Iron Man 2           downloads 8.810.000
6 Scontro di Titani   downloads 8.040.000
7 Zona Verde          downloads 7.730.000
8 Sherlock Holmes   downloads 7.160.000
9 The Hurt Locker    downloads 6.850.000
10 Salt                  downloads 6.700.000

I dati come ogni anno sono stati raccolti da Torrent Freak da varie fonti, comprese le relazioni di migliaia di siti BitTorrent.

What.cd raggiunge il suo milionesimo Torrent

What.cd fondata nel 2007, nel periodo in cui è stato chiuso Oink, ha da poco, avuto l'upload del suo milionesimo Torrent. All'inizio parecchi degli utenti di Oink migrarono a What.cd, il tracker privato che oggi ha quattro volte i brani contenuti da Oink quando era al suo apice.
Secondo i responsabili, gli utenti di What.cd non sono pirati occasionali ma fanatici della musica che pensano realmente ad essa come forma d' arte e quindi sono interessati dalla qualità, non a scaricare i top brani del momento. Sempre secondo i responsabili del sito, per questi audiofili non ci sono negozi di download legale che offrono la stessa qualità del materiale presente su What.cd ed i dischi sono proibitivi per i prezzi per costruire una collezione sufficientemente ampia, così confluiscono nel sito formando la spina dorsale della comunità. 

Ovviamente il sito ha avuto, per la sua attività, problemi di copyright, in un primo momento ha dovuto cambiare hosting, poi l'IFPI è intervenuta riguardo al sistema di donazioni del sito. I responsabili, però che hanno, da poco, lanciato un loro software tracker, chiamato Ocelot che è aperto anche ad altri amministratori che debbono gestiresiti di grandi dimensioni, con utenti che scaricano contenuti, hanno tutta l'intenzione di restare on line, perchè hanno lavorato tanto per raggiungere questo traguardo e vorrebbero che oltre per gli audiofili di lingua inglese, il sito fosse un punto d'incontro per tutti gli amanti della musica del mondo.

ACS Law: altri 27 casi messi in discussione dal giudice

Avevamo parlato di come il giudice Birss, che sembra molto competente in materia, avesse respinto 8 casi, nel corso dei quali i legali dell'ACS law volevano la condanna in contumacia dei presunti colpevoli di violazione del copyright, per vari errori presenti nella richiesta ma soprattutto, in quanto fungeva da parte lesa l'azienda Media CAT che è una società di facciata, dietro alla quale si nascondono varie industrie creative, che non vogliono comparire pubblicamente.

 In tal modo si dava vita ad una speculazione compensativa, sulla quale il giudice Birss vuole, invece, vederci chiaro e nel momento che è stato chiamato a deliberare sul caso del signor Billington, in cui erano presenti errori, ha deciso, in base all'articolo CPR Parte 3 regola 3.3 (1), di convocare tutti i casi collegati alla società Media CAT il 17 gennaio, che in teoria, per gli stessi motivi già specificati per gli 8 esaminati, potrebbero essere tutti respinti. Se ciò dovesse accadere, questo potrebbe essere un punto fondamentale per quello che riguarda la così chiamata 'fatturazione speculativa' nel Regno Unito.

Inoltre l'ACS Law non potrà più difendere i diritti di Media CAT e sembra che anche Digi Protect gli abbia tolto il mandato, quindi dato la fama che lo studio legale si è fatta, bisognerà vedere quale industria creativa gli affiderà i suoi casi in futuro. Ugualmente lo studio Gallant MacMillan , non rappresenterà più Ministry of Sound, sicuramente anche quella una vicenda in cui l'etichetta ha ricavato molta pubblicità negativa. Oltretutto, come abbiamo visto anche nel precedente articolo, le citazioni di questi legali, ad esempio quelli dell'ACS law sono piene di errori.

Nel caso inoltre del signor Billington, che ha scritto al tribunale, è stato anche sbagliato il nome, perchè all'indirizzo dove gli avvocati dell'ACS law hanno inviato la lettera non esiste alcun Allan solo Aaron, ovvio che magari l'errore del nome potrebbe essere banale ma si pensi se lo stesso errore può essere fatto ad esempio su un indirizzo IP. La cosa importante ora è che il giudice informa tutti e 27 gli individui dell 'udienza di gennaio e dà ad essi la possibilità di rispondere ed è assolutamente cruciale, che essi lo facciano.

Non passa in Spagna l'emendamento contro i siti P2P

La camera dei rappresentanti spagnola ha votato contro l'emendamento proposto dal ministro della cultura Ángeles González-Sinde, che prevedeva per i siti con link a contenuti protetti dal copyright,di essere messi offline, senza intervento del giudice. L'emendamento che faceva parte della legge per il sostegno dell'economia, aveva suscitato, fin dalla sua prima formulazioni, feroci proteste popolari.


Finora, infatti i tribunali spagnoli, in vari procedimenti avevano sostenuto che i siti P2P con link a materiale coperto dal copyright e che agivano senza fini di lucro, erano legali in Spagna. Le major americane, per le quali la Spagna rappresenta uno dei principali paesi dove la pirateria dilaga avevano cercato di influenzare il governo spagnolo, affinchè agisse contro il download dei file illegali.


L'associazione degli utenti di internet che si era creata contro l'emendamento ha scritto, saputa la notizia che la volontà del popolo ha messo fine alle pressioni imposte da lobbisti, ambasciate e governi stranieri, sui loro rappresentanti presenti al governo. Invece i rappresentanti delle industrie creative, hanno espresso il loro disappunto ad esempio il presidente dell'associazione anti-pirateria Promusicae ha deplorato la decisione del governo ed ha detto che l'industria creativa è lasciata morire mentre i “ladri” file-sharer hanno ottenuto protezione. Tutte queste persone ora chiedono le dimissioni del ministro della cultura che non è riuscita a far passare l'emendamento.

Carl Lundström, fa appello alla Corte Suprema

Sappiamo che anche l'appello contro il team di Pirate Bay e Carl Lundström, è finito con una condanna a periodi di reclusione e a risarcimenti dell'ordine di milioni di dollari. 

Ora Carl Lundström, tramite i suoi legali, fa ricorso alla corte suprema, in quanto non viene accettata la sentenza della Corte di Appello. E' molto probabile che anche gli altri del team, Peter Sunde e Fredrik Neij, seguiranno il suo esempio. Carl Lundström che è l'erede milionario di Wasabröd, fornì computer, larghezza di banda e server per The Pirate Bay, all'inizio della sua attività, attraverso la sua società Rix Telecom.

I motivi presentati nel ricorso, per opporsi alla sentenza dell'appello, sono molteplici. Prima di tutto perchè Pirate Bay dovrebbe essere considerato colpevole delle infrazioni imputategli, quando altri servizi, ad esempio Google svolgono la medesima attività. Poi secondo Carl Lundström, il procuratore non è riuscito a dimostrare che egli ha agito di concerto con gli altri del team, nei confronti dei reati imputabili a Pirate Bay. Inoltre la corte d'appello avrebbe concluso che egli fornì computer e servizi gratuitamente a Pirate Bay e non c'è stato nessun accordo del genere. Soprattutto, però Carl Lundström,insiste che egli si può considerare un ISP per i servizi forniti a Pirate Bay e non è mai successo che un ISP, sia stato ritenuto responsabile di quanto veicolato dai suoi clienti o condannato a pagare simili risarcimenti.

Come sappiamo, invece il processo contro Gottfrid Svartholm non si è ancora svolto a causa di una malattia dell'imputato, vedremo cosa a questo punto, deciderà la corte suprema per Carl Lundström, che tende però a separare nettamente il suo operato dagli altri del team.

FCC: definite le regole per la net neutrality

Dopo anni, di discussioni, piani e contropiani la FCC con tre voti a favore contro due,approva una serie di regole per la banda fissa, mentre nel mobile rimane tutto molto confuso. L'ordine approvato dalla FCC dovrebbe “preservare l'open internet come una piattaforma per l'innovazione, gli investimenti, la concorrenza e la libera espressione. "

 In base alle nuove regolamentazioni c'è il divieto per il blocco dei contenuti legali e si richiede trasparenza da parte degli ISP. La FCC, riafferma quindi il suo potere sanzionatorio nei confronti degli ISP, colpevoli di filtraggio dei pacchetti, dopo la lunga questione che l'ha vista contrapposta a Comcast .Sarà anche vietato favorire la circolazione di applicazioni e pacchetti premium nei confronti di un numero limitato di utenti. Il regolamento votato dalla FCC è stato subito contestato dai provider perchè economicamente oneroso per essi ma anche alcuni gruppi riformisti hanno detto che è troppo tiepido nei confronti dei gestori del wireless, obbligati solo a regole di trasparenza e a un divieto di discriminazione irragionevole. 

 Secondo Public Knowledge si tratta in ogni caso di un passo in avanti anche se non è ancora chiaro, in quale direzione. Molti repubblicani, hanno detto comunque, che tenteranno di ribaltare le decisioni della FCC, quando si tornerà a legiferare all'inizio dell'anno prossimo ed essi sostengono che fin dall'inizio internet ha prosperato ed è cresciuta senza alcuna regolamentazione federale e che inoltre, i giudici hanno stabilito, nella questione posta loro da Comcast che la FCC, non ha giurisdizione su internet. Altri gruppi, come accennato hanno invece detto che l'azione della FCC è stata debole e che la sua azione è stata fortemente influenzata dai fornitori di banda larga, come ad esempio ha sostenuto Aaron Craig amministratore di Free Press, che avrebbe voluto regole più rigorose, il quale ha detto che questa è stata un'occasione sprecata per emanare regole chiare e significative per salvaguardare in internet condizioni di parità e tutelare i consumatori. 
Inoltre si creerebbe una disparità fra utenti della banda larga e del mobile con un internet a due velocità. Julius Genachowski ,responsabile della FCC ha difeso la regolamentazione, scaturita dopo sette anni di dibattiti e discussioni, come forte ed equilibrata, ma le proteste da una parte e dall'altra non accennano a placarsi.
 

Utorrent: problema con barra degli strumenti Conduit

La BitTorrent ha firmato un accordo con una società la Conduit per offrire con l'istallazione dell'ultima versione di uTorrent, la 2.2, la nuova toolbar. Ma sembra che molti utenti abbiano avuto, vari problemi, ad esempio non sarebbe apparsa la notifica che chiedeva se si volesse istallarla o meno, in alcuni casi, in altri, invece, pur avendo cliccato sull'opzione, la toolbar veniva istallata lo stesso.

Molti utenti, piuttosto inquieti, si sono rivolti a forum lamentando il problema che in un primo momento la BitTorrent ha negato, poi ha detto che poteva essere un bug che si sarebbe verificato in pochissimi casi, perchè essi avevano più volte provato e non avevano avuto problemi e che in ogni caso la toolbar si può disistallare tranquillamente dalle applicazioni Windows. Morris della BitTorrent ha detto che essi sono dispiaciuti e che l'offerta è nata per essere realmente facoltativa e che se si deselezionano tutte e tre le caselle la toolbar non si dovrebbe istallare, in ogni caso indagheranno se ci potesse essere un bug nell'aggiornamento. 

Del resto per la BitTorrent questo rappresenta un flusso d'entrate costante e mentre prima offriva la toolbar Ask ora è passato a Conduit, quindi non ha nessuna intenzione di scontentare gli utenti od il cliente, preferisce che la questione si risolva nel più breve tempo possibile.

Anche Torrentz cambia il suo dominio

Ormai, abbiamo più volte parlato della chiusura in USA di 82 domini e di come, dopo l'episodio soprattutto di Torrent-Finder, molti siti Torrent hanno paura che la stessa sorte possa capitare anche ad essi.
 Abbiamo anche detto che Demonoid ha variato il suo dominio in ME ed ora è la volta di Torrentz che cambia il suo da com in eu. Del resto sembra proprio che dietro il problema di Torrent-Finder ci sia la MPAA ed anche se il sito è operativo passando ad un dominio .INFO, sta combattendo una battaglia legale perchè, a parere dell'amministratore, non vi erano motivi validi per mettere giù il dominio.

Nella dichiarazione che ha portato all'esproprio del dominio c'è scritto, fra l'altro, che sono stati individuati cinque siti di linking, cyberlocker e bit torrent che sono tra i più popolari siti web su Internet per la distribuzione di copie illegali di film, spettacoli televisivi, software e file musicali. Nel caso soprattutto di Torrent-Finder, il sito semplicemente permette alle persone di cercare fra vari motori di ricerca ed indicizzatori, che a loro volta ospitano solo Torrent che possono poi portare o no a materiale coperto dal copyright. Ma gli stessi Torrent trovati con Torrent-Finder sono reperibili anche su Google e Bing ed altri motori di ricerca.

Quindi è ovvio che molti altri siti BitTorrent che funzionano come meta motori di ricerca Torrent o indicizzatori, abbiano paura che lo stesso procedimento possa essere intrapreso contro di essi e come Demonoid e Torrentz, cambino il dominio.

Svezia: nuova retata che coinvolge gruppi “Scena”

In Svezia la polizia sembra aver ancora una volta individuato i gruppi al vertice della piramide della pirateria, sarebbe stato chiuso almeno un top sites chiamato “Devil” e sequestrati vari computer e una dozzina di server con oltre 200 TB di dati, soprattutto film di Hollywood.

Sembrerebbe che sia stato arrestato ed interrogato quello che si ritiene il gestore di Devil che è stato accusato di aver distribuito decine di migliaia di film delle Major. Sembra inoltre, che alcuni importanti gruppi di rilascio film, almeno in Svezia, ma sembrerebbe anche in un altro paese europeo, abbiano avuto interrotta la loro attività. Sicuramente, quindi un grosso successo per l'associazione Antipiratbyrån, che ha fornito le informazioni che poi si sono rivelate di grande importanza per l'azione della polizia.

venerdì 24 dicembre 2010

BPI contro i motori di ricerca, soprattutto Google

La BPI accusa i motori di ricerca in particolar modo, Google di favorire la ricerca illegale, che invece dovrebbero eliminare del tutto dai loro risultati, lasciando solo le opzioni legali. Infatti se si cerca un film od un brano musicale, al primo posto compaiono i Torrent perchè in effetti, in base agli algoritmi di ricerca si trovano in posizione più avanzata.



E' stato, infatti, sempre riconosciuto che ciò che ha portato la tecnologia BitTorrent a diffondersi così velocemente sono stati i motori di ricerca ed in particolare Google. In questi giorni se ne è accorta anche la BPI che dice che i motori di ricerca sarebbero responsabili come le applicazioni P2P dei download illegali. Come già detto, a riprova di quanto sostenuto, la BPI mostra i risultati di ricerca delle singole tracce in UK in cui 17 risultati su 20 sono risultati illegali mentre per gli album si sono avuti ben 14 risultati su 20.


Ancora più pericoloso sembrerebbe l'auto-completamento e l'istant search di Google, che potrebbero spingere verso fonti illegali anche persone che non ci pensano affatto. Come detto le etichette musicali stanno spingendo i motori di ricerca perchè varino gli algoritmi e già Google due settimane fa, ha detto di aver tolto tutti i completamenti che riguardano la parola pirateria. Cosa che se ci pensiamo bene neanche è molto giusta perchè taglia fuori i blog di notizie che niente c'entrano con i download illegali.

Ma sappiamo benissimo che la maggior parte dei siti BitTorrent, come è apparso anche chiaramente anche al processo contro il team di Pirate Bay, guadagnano cifre astronomiche grazie alla pubblicità, essendo siti molto visitati, basterebbe che non si permettesse ciò e ci sarebbero molti meno siti e quindi molto meno materiale illegale in giro. In tal modo anche la gente dovrebbe ricercare solo contenuti legali e i motori di ricerca potrebbero riportare le ricerche secondo gli algoritmi, senza doverli manipolare.

La MPAA contro Newzbin 2

Abbiamo già, lungamente raccontato la vicenda che ha portato alla nascita di Newzbin 2 ed ora la MPAA sta agendo, anche in tribunale, contro l'host BT in modo che il provider sia costretto a bloccare il sito nel Regno Unito.

Già erano giunte voci di un intervento diretto della MPAA con ill provider, ma indubbiamente se ora la MPAA si è rivolta al tribunale vuol dire che tali richieste non erano state accolte da BT.

I responsabili della MPAA hanno spiegato che in base all'articolo 97A del Copyright, Designs and Patents Act, è possibile l'ingiunzione, tramite l'intermediario internet e che tale articolo, presente anche nella normativa europea ha permesso, in altre nazioni, di bloccare l'accesso degli utenti a siti canaglia, impedendo, così che questi ultimi continuassero a guadagnare perpetuando le violazioni. 

Il comunicato rilasciato dai responsabili di Newzbin 2 è stato il seguente “ Per ora si tratta soltanto di una richiesta al giudice alla quale essi si opporranno tramite i loro legali anche negli interessi degli utenti del Regno Unito, per i quali, se fosse applicata, questo tipo di censura verrebbero intaccati i principi democratici alla base delle democrazie occidentali. Anche perchè essi sono sempre stati solleciti nel rispettare gli avvisi DMCA da parte dei produttori di contenuti e stanno attenti ad agire legalmente, quindi questa richiesta di tagliare fuori gli utenti del Regno Unito da contenuti legittim,i appare immotivata e spropositata. Anche in questo caso, come in quello di altre ingiunzioni, bisognerà vedere cosa deciderà il giudice, anche se il nuovo Digital Economy Bill, da l'opportunità al giudice di oscurare siti in seguito alla denuncia di associazioni a tutela del copy-right.

Chiusi 29 siti Torrent ed Usenet da MPAA e Brein

Con un operazione congiunta fra la MPAA e l'associazione anti-pirateria Brein, sarebbero stati chiusi nei Paesi Bassi, più di due dozzine di siti BitTorrent, Usenet e altri siti di file-sharing. 

Fra i siti chiusi, sicuramente HD-UNiT3D, ilcui link porta ora all'home page di Brein. Questi siti sarebbero stati chiusi, in quanto tramite essi, si condividevano materiali illegali e ci sarebbero stati link a musica, film, spettacoli televisivi e giochi, di origine non conforme alle norme sul copyright. Secondo i responsabili Brein sarebbero stati chiusi, quest'anno oltre 600 siti del genere. Alcuni però pensano di poter scavalcare le leggi con hosts stranieri ma ora, grazie alle collaborazioni internazionale, questo non sarà più possibile.

 La MPAA non ha ancora rilasciato dichiarazioni. In ogni caso, la cosa che lascia un po' perplessi è che mentre in genere la Brein agiva sul'host perchè oscurasse il sito, questa volta sembrerebbe che ci sia un controllo sui domini, cosa che dovrebbe essere di competenza delle autorità non delle associazioni private anti-pirateria. In ogni caso la Brein non vuol fornire una lista dei siti chiusi, per non offrire ad essi maggiore pubblicità.

La Global Gaming Factory in fallimento

Come dimenticarsi la strana società, ossia la Global Gaming Factory di Hans Pandeya che sembrava fosse intenzionata a comprare Pirate Bay, sfruttando la sua popolarità per creare un commercio legale? 

Poi la stampa ha riportato che il proprietario aveva cercato di stringere le stesse trattative con Mininova, prima che la causa contro l'associazione anti-pirateria Brein non la costringesse ad eliminare tutti i Torrent. Pochi mesi fa, anzi Hans Pandeya ci ha riprovato, sembrando voler comprare Demonoid. Ma le trattative finivano subito, in quanto la Global Gaming Factory non sembrava godesse di una grossa stabilità o di liquidità ed infatti, la situazione già traballante della società ora è in picchiata del tutto, in quanto due società che da agosto debbono avere circa 220 mila dollari, hanno chiesto che la Global Gaming Factory sia messa in fallimento.
 I debiti complessivi della società, comunque, sembrerebbero essere molto più alti . Oltre a quanto richiesto dalle due aziende, Kennicott AB e Hercora Trading Technology, che avrebbero fatto prestiti all'azienda ad agosto 2008, Hans Pandeya ha mancanze personali intorno alle 400.000 corone ed anche la società ha debiti registrati intorno alle 450.000 corone.
 Inoltre la società non ha presentato alcun bilancio per il 2009. Vorrà dire che non sentiremo più parlare della Global Gaming Factory ? Forse, ma non è detto che magari Hans Pandeya, non provi a creare qualche altro gruppo e tenti ancora, quello che sembra lo scopo della sua vita, ossia trasformare un sito BitTorrent in una redditizia attività legale.
 

Un'occhiata ai file BitTorrent presenti on line, alla fine del 2010

BitTorrent è sicuramente un modo sempre più usato per condividere file on line e mentre la tecnologia sta per celebrare il suo decimo anniversario, e nel 2005 erano presenti solo pochi Torrent, oggi grazie anche ai dati di Bitsnoop è possibile offrire una classificazione dei file Torrent disponibili sui principali tracker pubblici, divisi in cinque categorie:
La categoria “video” è sicuramente quella con il maggior numero di Torrent e due terzi degli utenti attivi su BitTorrent stanno scaricando, o condividendo contenuti video. 
Per quello che riguarda la categoria giochi, quelli per PC sono i più condivisi su BitTorrent, seguiti in ordine da quelli PSP, Wii Playstation, XBox , NDS , Mobile e Mac. 
Una categoria che poi sta crescendo rapidamente è quella degli ebook, al momento si contano 399.267 torrents ebook, che sono seguiti da libri audio, con 81.841 file torrent e fumetti con 15.774 torrent disponibili.

Bisognerà vedere in futuro come si evolverà questa situazione, soprattutto considerando che la maggior parte delle nazioni, Stati Uniti in testa stanno attuando campagne feroci contro la pirateria e nello stesso tempo stanno favorendo il lancio di iniziative legali. Quindi il prossimo anno si potrebbe avere anche una drastica diminuzione dei file Torrent presenti on line, oppure la tecnologia BitTorrent, come ha già fatto la Blizzard per i suoi giochi, potrebbe essere usata da un maggior numero di aziende per diffondere i loro contenuti legali.  

Editori giapponesi accusano Apple di violazione del copyright

Un consorzio di editori giapponesi avrebbe, qualche tempo fa, emanato un comunicato stampa, avvertendo l'Apple che sul suo store si vendono traduzioni pirata di libri bestseller di scrittori giapponesi.

 Il gruppo degli editori avrebbe anche scritto che l'Apple non fa abbastanza per evitare questa violazione del copyright. Secondo Asahi.com, Apple ha offerto copie non autorizzate di libri di autori di primo piano, come Haruki Marakami e Keigo Higashino.
Ci sarebbero anche opere illecite del premio nobel per la letteratura del 1994, Kenzaburo Oe. Alcune opere dopo le proteste del consorzio giapponese sarebbero state tolte dallo store ma altre sarebbero rimaste. Apple ha commentato dicendo che non è sempre facile verificare l'attribuzione del copyright durante l'approvazione delle sue app ma che in ogni caso prende molto sul serio la richiesta del Consorzio degli Editori giapponesi e cercherà per il futuro che altre vicende simili possano accadere. 

domenica 19 dicembre 2010

Anche la banca d'America chiude con Wikileaks

Anche la Banca d'America si è aggiunta a tutti gli altri servizi finanziari che hanno chiuso i rapporti con Wikileaks fra cui Mastercard, Paypal, Visa Europa e prima ancora Amazon, che aveva tolto i servizi hosting a Wikileaks. Su Twitter, i responsabili di Wikileaks, hanno annunciato il fatto, invitando i loro sostenitori a spostare i conti presso altri istituti finanziari. Finora, inoltre sono stati molti i servizi che avevano chiuso i conti con Wikileaks e che hanno, poi, visto i loro siti essere soggetti ad attacchi DdoS.

Responsabili della Banca d'America avrebbero detto venerdi che "La Banca d'America si unisce alle azioni precedentemente annunciate da MasterCard, PayPal, Visa Europa e gli altri a non elaborare le transazioni di qualsiasi tipo che noi abbiamo ragione di credere che siano destinate a Wikileaks. Questa decisione è basata sulla nostra ragionevole convinzione che Wikileaks potrebbe essere coinvolto in attività che sono, tra l'altro, in contraddizione con le nostre politiche interne per l'elaborazione dei pagamenti”.

Nello stesso tempo si vocifera fra i media che Wikileaks stia per rilasciare pagine compromettenti sull'operato delle banche, in cui, in particolare, si mostrerebbe il comportamento immorale tenuto da quest'ultime, nei confronti dei loro clienti. Non si sa quali società finanziarie siano coinvolte ma alcuni media avevano riportato lo scorso anno una dichiarazione di Assange, il quale aveva affermato di essere in possesso di 5GB di dati, appartenenti secondo lui, ad uno dei dischi rigidi di un computer appartenente ad un dirigente proprio della Banca d'America. In ogni caso, come sappiamo Assange è stato rilasciato, su cauzione di 374.000 dollari, dal tribunale inglese, dopo esser stato arrestato in seguito al mandato internazionale emesso contro di lui dalla Svezia per l'accusa di stupro. A gennaio, ci sarà una nuova udienza, in cui verrà deciso se Assange, verrà o no estradato in Svezia, nel frattempo anche negli USA s'indaga su di lui, in seguito ai documenti riservati rilasciati da Wikileaks in queste ultime settimane.

Facebook, entrate pubblicitarie per 2 miliardi nel 2010

Indubbiamente quest'anno Facebook, ha avuto molta notorietà fra i media, prima il film poi, la settimana scorsa la prestigiosa rivista “Time” ha nominato Mark Zuckerberg, Ceo di Facebook, “Person of the year” in quanto è il più giovane miliardario fra coloro che si sono costituiti autonomamente la loro fortuna ed inoltre, ha fatto interagire un dodicesimo della popolazione mondiale, creando Facebook.
Tutto questo successo, e la marea di pagine visualizzate avrebbe portato gli inserzionisti pubblicitari ad usare sempre più Facebook, portando le sue entrate intorno ai 2 miliardi nel 2010, più di quello che si aspettavano gli stessi responsabili del social network.

Secondo, infatti, quanto riferisce Bloomberg, i dirigenti di Facebook dovrebbe raddoppiare nel 2010 le cifre di vendita, rispetto al 2009 in cui la cifra era intorno agli 800/900 milioni, anzi dovrebbero superare il miliardo e mezzo,da essi stessi previsto e raggiungere i due miliardi. Gli analisti non sono sorpresi da questi numeri, in quanto nel fenomeno sono coinvolte una marea di pagine viste ed un interesse crescente dei clienti pubblicitari nei confronti dei social network.

Anche inserzionisti importanti come la Coca cola, Adidas e PMorgan Chase & Co, hanno scoperto che Facebook può essere un veicolo molto importante per i loro messaggi pubblicitari. Ora secondo gli analisti, il social network potrà guadagnare sempre più dalla pubblicità, se però starà attento ai problemi di privacy e alla sicurezza degli utenti. Molte vicende avvenute quest'anno, che riguardavano il fatto che applicazioni di terze parti potessero accedere ai dati degli utenti del famoso social network e li vendessero ad inserzionisti pubblicitari ha, sicuramente, appannato un po' il buon nome di Facebook, oltre a suscitare gli interessi di alcuni senatori americani.

giovedì 16 dicembre 2010

BPI: crescita record della pirateria musicale nel 2010

Secondo un nuovo studio commissionato dalla BPI, il download illegale nel 2010, starebbe raggiungendo livelli record intorno agli 1,2 miliardi. 

Questi risultati sono derivati da uno studio commissionato dalla BPI e realizzato da Harris Interactive e UKOM/Nielsen. Anche se è aumentata la vendita di musica on line, che per i singoli passerà a 160 milioni nel 2010 rispetto ai circa 149 milioni nel 2009,tale crescita è rallentata dalla pirateria musicale. 

 Infatti, sempre secondo lo studio ben tre quarti della musica scaricata in UK è di origine illegale, mentre esistono ben 67 siti legali da cui acquistare musica. Questo fatto, secondo la BPI, nuoce ai giovani talenti e frena gli investimenti nell'intrattenimento digitale. Sembra, però, essere cambiato il modo in cui si acquisisce musica illegale, mentre i metodi P2P restano al 23%, sta aumentando l'uso di siti cyberlocker, quello di siti illegali con MP3 a pagamento e quello dei motori di ricerca sempre con materiale che viola le leggi sul copy-right.

Inoltre, oltre il 44% delle persone non pensa di compiere un reato, soprattutto comprando Mp3 da siti illegali, anche se alcuni, stanno cambiando idea. Ad esempio un 13% ha detto di aver abbandonato il P2P, per utilizzare forme legali come lo streaming o le reti sociali, un 12% ha detto di aver abbandonato per paura di essere scoperti e un 29% ha detto di essere solidali con gli artisti e quindi preferiscono acquistare legalmente le loro opere. La BPI comunque, continua a sostenere che la crescita della pirateria è dovuta a mancanza di punizioni efficaci nei confronti dei downloader illegali e che la crescita della vendita della musica digitale non compensa la grave crisi che riguarda l'acquisto dei CD. 

I seeders una specie di Robin Hood?

Un nuovo studio prodotto nel Regno Unito, prende, soprattutto, in esame coloro i quali per primi seminano file illegali e le motivazioni per cui lo farebbero, essi in qualche modo agiscono per altri motivi rispetto ai “leechers” che scaricano file Torrent ma non offrono contenuti. Queste persone, secondo il lavoro di ricerca, si vedrebbero come benefattori che sfidano un sistema giuridico che riconosce come legalmente sbagliate le loro azioni, mentre il mondo dei file-sharer è ad essi riconoscente.
Gli economisti Joe Cox e Alan Collins dell'Università di Portsmouth, e Stephen Drinkwater dell'Università del Galles, studiando le risposte date da 6103 condivisori di file,ad un questionario pubblicato da tre siti web nel 2007, hanno scritto un articolo in cui giungono a queste conclusioni.

Gli autori, inoltre sempre studiando le risposte, hanno notato che i file-sharer più pesanti tendono ad essere i maschi più giovani con una certa educazione, mentre intorno ai 33 anni la loro attività, in tal senso, comincia a calare. La maggior parte dei giovani che condividono è nei college e soprattutto caricano materiale, per conoscenti, amici e parenti ma anche perchè pensano che la probabilità che essi siano scoperti e puniti sia molto bassa e ricavano un beneficio psichico, facendo quello che fanno. Infatti i ricercatori parlano di una specie di sindrome di “Robin Hood” che li porta ad agire per altruismo e per raggiungere una certa notorietà nel mondo del file-sharing.

Sicuramente nel Regno Unito il nuovo Digital Economy Act, in cui gli ISP, dovrebbero punire i recidivi, potrebbe cambiare la situazione, ma gli ISP, non vogliono inimicarsi i loro clienti od impegnarsi in costose tecniche di monitoraggio.

Secondo Cox, il discorso file-sharing potrebbe essere risolto in modo più radicale, con un intervento diverso da parte del governo. Soprattutto perchè questo atteggiamento filantropico, porta a ritenere non un reato condividere materiale illegale e leggi più severe non porterebbero a cambiare atteggiamento. Ecco perchè Cox parla di un cambio di atteggiamento radicale, i contenuti multimediali dovrebbero essere resi disponibili per tutti ed il governo dovrebbe ricompensare i detentori dei diritti e le industrie creative, magari mettendo maggiori tasse sui dispositivi,tipo ipod,lettori DVD, telefoni cellulari, sapendo che una parte di quello che si paga inizialmente servirà per coprire i costi di quanto, in seguito, si scaricherebbe gratis.

mercoledì 15 dicembre 2010

ACS Law:giudice blocca azione contro otto imputati

Non sempre le ciambelle riescono con il buco, quindi anche ai legali dell'ACS law non può andare sempre bene. Infatti un giudice ha respinto i tentativi di agire contro otto imputati contumaci,supposti colpevoli di aver violato o permesso ad altri di violare il diritto d'autore. 

La società Media CAT limited intendeva agire contro otto imputati, ma è stata appunto fermata dal giudice Birss. Anche perchè la società Media CAT è una specie di società di facciata, che permette ai titolari dei diritti di agire contro i file-sharer, senza comparire in prima persona. Infatti il giudice ha notato che gli otto procedimenti, contro persone diverse, potevano, però essere riuniti e presentavano caratteristiche insolite. Per prima cosa la società Media CAT non è la titolare dei diritti delle opere in questione e un caso di violazione copyright può essere invocato solo dal titolare dei diritti o dal licenziatario esclusivo. L'altro motivo per cui il giudice ha poi respinto le sentenze contumaciali è che le accuse riguardavano connessioni ad internet non protette, dove l'imputato, in base alla legge avrebbe dovuto autorizzare una violazione del copyright, mentre invece, nell'accusa effettuata dallo studio legale ACS, si parlava di consentire ad altri di violare, che di per sé non è un atto illecito.

 Quindi in definitiva, poiché le richieste dell'ACS law erano difettose riguardo a questioni tecniche e a quattro regole civili di procedura, il giudice ha negato sentenze contumaciali in ogni singolo caso. Indubbiamente, secondo il commento del gruppo di consumatori BeingThreatened, questo caso dovrebbe essere incoraggiante per gli innocenti minacciati in eventuali casi futuri, anche perchè al contrario degli avvocati dell'ACS law, il giudice è sembrato ben qualificato e competente.  

martedì 14 dicembre 2010

Anche Twitter rilascia lista tendenze 2010

Anche Twitter, come abbiamo scritto, hanno fatto Bing e Yahoo, rilascia una lista delle notizie o delle persone che hanno avuto più popolarità nel 2010, anche se il discorso di Twitter è più legato al fattore pubblicitario, introdotto in primavera e quindi nei primi posti si trovano prodotti sponsorizzati sul famoso social network, o società che hanno stretto rapporti con Twitter.

Ad esempio nella lista film compaiono “Scott Pilgrim vs the World" e "Despicable Me" che hanno usato come promozione, l'acquisto di trends su Twitter. Anche per quello che riguarda gli intrattenimenti TV, non vincono, la consegna degli Oscar o dei Grammy ma l' MTV Video Music Awards, in cui era stata creata una speciale app per discutere della manifestazione su Twitter. Per quello che riguarda le notizie, anche su Twitter sono ai primi posti, la coppa del mondo di calcio, la quinta parola con più successo è stata “vuvuzela” riferendosi alle trombette che sono state il tormentone durante le partite di calcio in Sud Africa e la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico ed il terremoto di Haiti.

Fra i cantanti ha vinto Justin Bieber, a sorpresa. In ogni caso, il successo di queste iniziative, sponsorizzate su Twitter dimostra che il suo nascente modello di business ha sicuramente delle potenzialità.

sabato 11 dicembre 2010

Rilasciato il primo client BitTorrent decentrato

Un limite della tecnologia BitTorrent è che il processo di download si basa su un server centrale e in primo luogo ci sono motori di ricerca Torrent ed indicizzatori, come Pirate Bay ed Isohunt ma ora è stato rilasciata l'ultima versione del client tribler, che funziona con zero server e unisce funzioni come lo streaming video istantaneo e controllo avanzato dei contenuti, soprattutto per quello che riguarda lo spam.

 Il team Tribler, il cui progetto è finanziato con i soldi dei contribuenti europei, ha fatto una lunga strada dal 2006 ad oggi, ossia fino al rilascio della realise 5.3. Tribler lavora su una base di dati P2P, invece che sul server centrale e benchè il client sia basato sul protocollo standard BitTorrent ed utilizzi i tracker per comunicare con altri peer, con esso si può continuare a scaricare quando un tracker è down.

 Inoltre Tribler, come detto, permette agli utenti di scegliere se vogliono riprodurre immediatamente il file scaricato o attendere che prima finisca il download. Oltre a ricercare file possono crearsi dei propri canali o iscriversi a quelli di altri, quando più persone si trovano in un canale, i torrent associati ottengono una spinta nei risultati di ricerca.

 Fra le altre opzioni c'è l'integrazione dei sottotitoli, il supporto per i magnet link e un controllo avanzato dello spam. Quindi Tribler consente di cercare e scaricare file, senza bisogno di siti BitTorrent e moderazione, una vera e propria rivoluzione non solo per la tecnologia BitTorrent ma per il mondo P2P in generale. Questa rivoluzione è esclusivamente, però, limitata a BitTorrent in quanto sappiamo che ad esempio c'è già in emule, il sistema kad ma sicuramente come dice il dottor Johan Pouwelse, leader del progetto Tribler a Delft University of Technology, Tribler utilizza lo stesso sistema di Google per tener fuori gli spammer, basato su PageRank, un sistema di reputazione distribuito. L'unica cosa negativa è che sono ancora poche le persone che usano il client. 

Eircom illustra il suo servizio MusicHub

Come sappiamo l'ISP Eircom si è accordato con l'industria musicale per attuare un personale sistema del tipo dei tre avvisi e la disconnessione ed ora sta chiarendo come funzionerà, nello stesso tempo apre un servizio che permetterà, ai suoi utenti, di scaricare legalmente la musica.

Eircom infatti, fornirà ai suoi clienti anche un servizio di streaming musicale ma per coloro che scaricano file illegalmente e sono recidivi, sono previsti anche dodici mesi di sospensione del servizio. Il servizio di notifica ormai, collaudato invia oltre 1000 avvisi al mese, ai downloader illegali. Questi dopo tre avvisi saranno sospesi per sette giorni e se continueranno, per un anno.
Come sappiamo, però altri ISP, come UPC, si sono rifiutati di accordarsi con l'industria musicale ed il tribunale ha dato loro ragione, anche se il governo irlandese prega gli ISP di trovare accordi con l'industria dell'intrattenimento.

 In questo caso Eircom, che funziona da leader, ha appunto dichiarato di aver lanciato il servizio chiamato MusicHub che permetterà agli abbonati  di ascoltare musica in streaming, dalle grandi case discografiche tra cui Universal Music, Sony, EMI, Warner Music e Merlin. Secondo Eircom, lo streaming sarà illimitato e senza pubblicità e poi se i clienti vogliono scaricare canzoni possono usufruire dei pacchetti fino a 15 brani per 5,99 euro o fino a 40 per 12,99 euro. Insomma Eircom dà agli utenti tutte le possibilità di acquisire musica legalmente, chi invece vuol continuare a scaricare gratis, è giusto che paghi. 

Nuova campagna “ I Share Everything But My Music’

Questa settimana si è visto l'avvio di una nuova campagna anti-pirateria, questa volta creata dalla società di distribuzione digitale IRIS Distribution e dalla American Association of Independent Music (A2IM). Questa campagna vuole essere un sostegno per gli artisti che creano ed è rivolta, soprattutto, a bambini, infatti le immagini, con un coniglio testardo che non condivide e con un procione ladro, sono disponibili anche su magliette ed altri vestiti per bambini.

 Forse è questa la strada giusta, educare, in modo gentile, senza allarmi e minacce a rispettare i diritti creativi degli altri. In ogni caso, i bambini sono sempre molto recettivi e svegli e rappresentano sicuramente il popolo di consumatori di domani. Bryn Boughton, responsabile dell'IRIS distribution, ha infatti dichiarato che tutta la campagna si riduce a sostenere gli artisti che creano la musica che tutti amano e hanno  creato qualcosa di divertente che la gente può acquistare e nello stesso promuove la difesa della musica e comincia a far riflettere i bambini sul problema della pirateria musicale. 

Utorrent aggiunge due nuove apps: VLC media ed uCast

Due nuove apps sono state aggiunte ad uTorrent ,VLC player che è un riproduttore multimediale free con una moltitudine di codec, grazie al quale sarà possibile visualizzare i file multimediali direttamente con VLC, senza aprire cartelle od estrarre archivi ed uCast, che permetterà agli utenti di creare un feed RSS di alcuni selezionati torrenti scaricati, e condividere questo con gli amici, ma anche con altri utenti di BitTorrent. 

I feeds RSS, che BitTorrent, ad esempio, chiama TorrentCasts, possono facilmente essere importati in uTorrent o in qualsiasi altro client che supporti il dowload di RSS. In questo modo si può creare una specie di blog Torrent ed è anche possibile aprire questi Torrent Cast in collaborazione, con più amici. Le due applicazioni sono già disponibili nell'app market e serve l'ultima versione di uTorrent per scaricarle.

venerdì 10 dicembre 2010

Mininova si accorda definitivamente con Brein

Mentre Mininova, aveva dovuto, per evitare filtri e multe, eliminare tutti i Torrent, caricati dagli utenti, perdendo molto traffico e visitatori, come abbiamo scritto qui, le vicende in tribunale continuavano a rimanere aperte con Brein e solo in questi giorni, stanno per essere chiuse definitivamente.

Mininova ha infatti, ritirato la sua richiesta di ricorso contro la sentenza del tribunale, precludendosi quindi la possibilità di tornare come era prima e nello stesso tempo ha accettato di pagare a Brein un compenso e l'associazione anti-pirateria rinuncerà alla richiesta di risarcimento danni.

Il co-fondatore di Mininova, Niek, ha detto a Torrent Freak che è finalmente felice che i guai giudiziari siano terminati per Mininova, in quanto per oltre due anni Mininova aveva negoziato con Brein sia privatamente che in tribunale e non si poteva ottenere di più del risultato attuale.

Telia Sonera dovrà ricorrere alla Corte Europea

La legge IPRED in Svezia obbliga gli ISP a consegnare i dati corrispondenti agli IP, di presunti violatori del copy-right alle associazioni anti-pirateria ma a loro volta gli ISP, vogliono tutelare la privacy dei loro utenti e quindi hanno smesso di memorizzare le informazioni riguardanti gli IP dei loro utenti, perchè non vi alcuna legge in tal senso in Svezia che obbliga gli ISP a memorizzare i dati. Ora poi, la battaglia fra l'associazione Antipiratbyrån e l'ISP TeliaSonera, giunta alla Corte Suprema, non è stata ancora risolta, in quanto il tribunale ha deciso che la decisione finale spetta alla Corte Europea.

Per ricordare la notizia, accenniamo al fatto che l'associazione anti-pirateria aveva richiesto, tramite tribunale, che l'ISP TeliaSonera consegnasse i dati dell'amministratore di SwetTorrents ma l'ISP si è rifiutato ed ha condotto una lunga battaglia legale, come detto, non ancora conclusa. 
Telia Sonera era stata già condannata dalla Corte distrettuale e da quella d'appello a consegnare i dati, e in caso non ottemperasse avrebbe dovuto pagare una multa di 109.000 dollari TeliaSonera non era, però disposta ad accettare la decisione e ha portato il caso al più alto tribunale del paese.Ora la Corte Suprema ha, come detto, sentenziato che la decisione spetta alla Corte Europea e ci vorranno anni prima che la cosa sia dipanata, nel frattempo gli ISP, continueranno, per proteggere la privacy dei loro clienti, a non memorizzare i dati.

Torrent-Finder si appellerà contro il sequestro

Come abbiamo scritto sono stati ben 82 i domini sequestrati in USA dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e dall' Immigration and Customs Enforcement (ICE), ma soprattutto ha colpito l'opinione pubblica la notizia del sequestro del dominio di Torrent-Finder, il cui proprietario egiziano, ha assunto un avvocato per recuperare il controllo del sito web. 

Il sito infatti, che era stato fondato quasi mezzo decennio fa, non ha mai avuto problemi e non ha link o contenuti illegali e Waleed, il proprietario aveva registrato il dominio con il suo nome. Secondo Snead, l'avvocato di Torrent-Finder è probabile che ICE abbia agito in base ad una disposizione che consente il sequestro di oggetti che facilitano l'infrazione. In tal caso poiché il DNS risiedeva in USA è stato sequestrato, anche se il proprietario non è degli Stati Uniti, infatti non è stato chiuso il sito stesso, l'azione è stata effettuata solo sul nome del dominio. 
Comunque ancora sia Torrent-Finder che il suo avvocato, non sanno esattamente di quali colpe si sia macchiato il sito, perchè sia stato sequestrato il suo dominio, quindi qualunque commento legale si basa, per ora, sulle attività passate dell'ICE nel far rispettare le leggi.

Raid in Islanda contro trackers e pesanti uploaders

In seguito ad un'indagine che era stata intrapresa oltre un anno fa, alla ricerca di siti illegali e di grandi uploaders, in Islanda sono state fermate nove persone, fra cui parecchi ragazzi di quindici anni. Tre persone sono state fermate a Reykjavík, ed altre 7 nella città portuale di Akureyri, nel nord del paese.

Sono stati anche sequestrati, computer e cellulari e perfino 80 grammi di marijuana. La polizia ha, inoltre trattenuto il proprietario di Rtorrent.net con nickname di “Mr IceFox” per oltre 28 ore. Sembra infine che siano stati oggetti delle indagini quattro trackers icebits.net, isparty.org, icebay.net e kreppa.org, dei quali attualmente, continua a funzionare solo icebay.net, anche se era girata la notizia che un membro dello staff del sito fosse stato arrestato, anche se i responsabili di Icebay smentiscono la notizia ma dicono, che a causa del clima attuale il membro dello staff si è dimesso. Molti altri siti Torrent islandesi, hanno preferito sparire per un po' dalla circolazione, appena si è diffusa la notizia degli arresti.

In Svezia si pensa alla galera per i downloader illegali

Da poco è uscita la nuova sentenza contro il team di Pirate Bay ma la procura svedese è sempre più dell'avviso che bisogna considerare pene che privino della libertà, come necessarie nei casi riguardanti il file sharing illecito, perchè è “un problema sociale devastante”. 

Infatti il procuratore svedese Henrik Rasmussen, ha dichiarato in un intervista ai media, che il carcere verrà ampiamente considerato, nel futuro nei casi che riguardano i file-sharer ed anche nei confronti di un uomo che nell'estate scorsa avrebbe condiviso 44 file tramite direct connect, il procuratore dice che potrebbe chiedere come pena una multa ma anche una reclusione a due anni di carcere. Quindi mentre il team di Pirate Bay è stato condannato anche a periodi di reclusione, in quanto riconosciuto colpevoli di una quantità notevole di violazioni del copyright, potrebbero rischiare pene detentive anche persone con violazioni estremamente minori. Rick Falkvinge del partito del pirata è chiaramente molto contrariato, di questa nuova piega molto più repressiva da parte di un pubblico ministero che egli definisce anacronista.

giovedì 9 dicembre 2010

USA: Assange rischia perchè non è un giornalista

Un portavoce del governo americano ha dichiarato oggi che Assange rischia un procedimento legale contro di lui, per aver divulgato informazioni riservate, senza essere un giornalista. Secondo il portavoce del Dipartimento di Stato, PJ Crowley, mentre il governo plaude al lavoro dei giornalisti che riportano notizie ogni giorno, non risulta loro, che Julian Assange possa essere classificato come giornalista. Avevamo già riportato la notizia che Assange è stato arrestato a Londra, per i reati di molestie sessuali, per i quali è ricercato in Svezia e secondo alcune fonti, ci sarebbero trattative fra il governo svedese ed americano, affinchè Assange venga portato negli USA.

Crowley ha detto, inoltre, che studieranno il caso e perseguiranno chiunque abbia violato le leggi degli Stati Uniti. Si pensa che gli Stati Uniti cerchino scuse per passare sopra al primo emendamento ed accusare Assange di spionaggio e già qualche mese fa, esponenti del governo avevano dichiarato che “la pagina web WikiLeaks costituisce una sfacciata sollecitazione ai funzionari del governo statunitense, inclusi i nostri militari, a infrangere la legge.

Intanto, invece Julian Assange si definisce un “editor” e lamenta il fatto che molti fornitori di servizi stanno prendendo le distanze da Wikileaks per paura di Washington. Ne avevamo già nominati alcuni, come ad esempio Amazon ma c'è anche PayPal, Mastercard, Visa e anche oggi un DataCell-based islandese, che curava alcuni pagamenti per Wikileaks, ha minacciato azioni legali, dopo che Visa e Mastercard hanno chiuso i conti. Intanto Mastercard e Visa erano stati sottoposti ad attacchi DdoS, ma questo non ha colpito i possessori di carta di credito. Comunque sono scomparse da Facebook e Twitter pagine relative all'operazione “Payback” o con altri sostenitori che proponevano attacchi DdoS.

Insomma, si sta facendo sempre più il vuoto intorno a Wikileaks, mentre sembrerebbe che la fuga di notizie sia da addebitare a mancanza di sicurezza nel Comando Centrale delle forze armate statunitensi.