Secondo un nuovo studio commissionato dalla BPI, il download illegale nel 2010, starebbe raggiungendo livelli record intorno agli 1,2 miliardi.
Questi risultati sono derivati da uno studio commissionato dalla BPI e realizzato da Harris Interactive e UKOM/Nielsen. Anche se è aumentata la vendita di musica on line, che per i singoli passerà a 160 milioni nel 2010 rispetto ai circa 149 milioni nel 2009,tale crescita è rallentata dalla pirateria musicale.
Infatti, sempre secondo lo studio ben tre quarti della musica scaricata in UK è di origine illegale, mentre esistono ben 67 siti legali da cui acquistare musica. Questo fatto, secondo la BPI, nuoce ai giovani talenti e frena gli investimenti nell'intrattenimento digitale. Sembra, però, essere cambiato il modo in cui si acquisisce musica illegale, mentre i metodi P2P restano al 23%, sta aumentando l'uso di siti cyberlocker, quello di siti illegali con MP3 a pagamento e quello dei motori di ricerca sempre con materiale che viola le leggi sul copy-right.
Inoltre, oltre il 44% delle persone non pensa di compiere un reato, soprattutto comprando Mp3 da siti illegali, anche se alcuni, stanno cambiando idea. Ad esempio un 13% ha detto di aver abbandonato il P2P, per utilizzare forme legali come lo streaming o le reti sociali, un 12% ha detto di aver abbandonato per paura di essere scoperti e un 29% ha detto di essere solidali con gli artisti e quindi preferiscono acquistare legalmente le loro opere. La BPI comunque, continua a sostenere che la crescita della pirateria è dovuta a mancanza di punizioni efficaci nei confronti dei downloader illegali e che la crescita della vendita della musica digitale non compensa la grave crisi che riguarda l'acquisto dei CD.
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