Gli economisti Joe Cox e Alan Collins dell'Università di Portsmouth, e Stephen Drinkwater dell'Università del Galles, studiando le risposte date da 6103 condivisori di file,ad un questionario pubblicato da tre siti web nel 2007, hanno scritto un articolo in cui giungono a queste conclusioni.
Gli autori, inoltre sempre studiando le risposte, hanno notato che i file-sharer più pesanti tendono ad essere i maschi più giovani con una certa educazione, mentre intorno ai 33 anni la loro attività, in tal senso, comincia a calare. La maggior parte dei giovani che condividono è nei college e soprattutto caricano materiale, per conoscenti, amici e parenti ma anche perchè pensano che la probabilità che essi siano scoperti e puniti sia molto bassa e ricavano un beneficio psichico, facendo quello che fanno. Infatti i ricercatori parlano di una specie di sindrome di “Robin Hood” che li porta ad agire per altruismo e per raggiungere una certa notorietà nel mondo del file-sharing.
Sicuramente nel Regno Unito il nuovo Digital Economy Act, in cui gli ISP, dovrebbero punire i recidivi, potrebbe cambiare la situazione, ma gli ISP, non vogliono inimicarsi i loro clienti od impegnarsi in costose tecniche di monitoraggio.
Secondo Cox, il discorso file-sharing potrebbe essere risolto in modo più radicale, con un intervento diverso da parte del governo. Soprattutto perchè questo atteggiamento filantropico, porta a ritenere non un reato condividere materiale illegale e leggi più severe non porterebbero a cambiare atteggiamento. Ecco perchè Cox parla di un cambio di atteggiamento radicale, i contenuti multimediali dovrebbero essere resi disponibili per tutti ed il governo dovrebbe ricompensare i detentori dei diritti e le industrie creative, magari mettendo maggiori tasse sui dispositivi,tipo ipod,lettori DVD, telefoni cellulari, sapendo che una parte di quello che si paga inizialmente servirà per coprire i costi di quanto, in seguito, si scaricherebbe gratis.
Gli autori, inoltre sempre studiando le risposte, hanno notato che i file-sharer più pesanti tendono ad essere i maschi più giovani con una certa educazione, mentre intorno ai 33 anni la loro attività, in tal senso, comincia a calare. La maggior parte dei giovani che condividono è nei college e soprattutto caricano materiale, per conoscenti, amici e parenti ma anche perchè pensano che la probabilità che essi siano scoperti e puniti sia molto bassa e ricavano un beneficio psichico, facendo quello che fanno. Infatti i ricercatori parlano di una specie di sindrome di “Robin Hood” che li porta ad agire per altruismo e per raggiungere una certa notorietà nel mondo del file-sharing.
Sicuramente nel Regno Unito il nuovo Digital Economy Act, in cui gli ISP, dovrebbero punire i recidivi, potrebbe cambiare la situazione, ma gli ISP, non vogliono inimicarsi i loro clienti od impegnarsi in costose tecniche di monitoraggio.
Secondo Cox, il discorso file-sharing potrebbe essere risolto in modo più radicale, con un intervento diverso da parte del governo. Soprattutto perchè questo atteggiamento filantropico, porta a ritenere non un reato condividere materiale illegale e leggi più severe non porterebbero a cambiare atteggiamento. Ecco perchè Cox parla di un cambio di atteggiamento radicale, i contenuti multimediali dovrebbero essere resi disponibili per tutti ed il governo dovrebbe ricompensare i detentori dei diritti e le industrie creative, magari mettendo maggiori tasse sui dispositivi,tipo ipod,lettori DVD, telefoni cellulari, sapendo che una parte di quello che si paga inizialmente servirà per coprire i costi di quanto, in seguito, si scaricherebbe gratis.
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