Lo scorso dicembre il governo USA aveva chiesto informazioni riguardanti gli account Twitter di Birgitta Jonsdottir, membro del parlamento islandese, di Julian Assange, fondatore di Wikileaks, di Bradley Manning, il soldato statunitense ritenuto responsabile della fuga di notizie di Jacob Appelbaum, rappresentante di Wikileaks in USA e di Rop Gonggrijp uomo d'affari olandese e attivista. Ora il giudice Teresa Buchanan, del distretto orientale della Virginia, ha respinto la mozione riguardante l'opposizione all'azione del governo che aveva sequestrato a dicembre i records di connessione di alcuni utenti di Twitter, legati alla vicenda di fughe di notizie riservate sul sito di Wikileaks.
Le informazioni richieste riguardavano tutti i dati relativi agli account numeri di telefono ed indirizzi email ed anche tutti i registri di connessione, riguardanti gli IP con cui si erano connessi, il tempo, i dati riguardanti i file inviati a qualcun altro ed i destinatari di questi file.
A gennaio, poi, l'ACLU e la FEP hanno inviato una mozione al tribunale chiedendo che questi record richiesti fossero rilasciati dal governo, per il primo emendamento e per il quarto della Costituzione degli Stati Uniti.
Nella mozione veniva anche richiesto che fossero resi pubblici i record per sapere cosa il governo cercasse in essi. Secondo il giudice la mozione è respinta perchè il governo ha fornito sufficienti garanzie sulle motivazioni che hanno portato al sequestro, ovviamente trattandosi di un'indagine riservata non possono fornire ai querelanti queste motivazioni. In ogni caso non è stato violato il primo emendamento perchè il sequestro non ha alterato i documenti e neanche il quarto, relativo alla privacy in quanto i dati erano già pubblici e disponibili su Twitter.
Del resto in base all' articolo 18 USC 2703 (d), dello Stored Communications Act, che regola l'applicazione del diritto di accesso a documenti su Internet non di contenuto, come ad esempio informazioni sulle transazioni, tale richiesta, fatta dai pubblici ministeri, deve dimostrare “con fatti specifici e articolati “ che le informazioni richieste sono pertinenti ad un'indagine penale e secondo il giudice Buchanan, così è per quello che riguarda la richiesta dei records di connessione, riguardanti gli utenti di Twitter legati a Wikileaks.
La EFF ha intenzione, però, di impugnare la decisione del giudice.