Dopo le note vicende riguardanti la privacy degli utenti su Facebook, come si era già scritto, due rappresentanti del Congresso avevano richiesto chiarimenti su quanto scritto dal Wall Street Journal, ora Marne Levine, vice-presidente di Facebook ha risposto con una lettera ai due rappresentanti del Congresso, dicendo che gran parte di quanto scritto sul Wall Street Jornal era sbagliato e che al massimo la condivisione dell'ID utente faceva accedere a dati, che lo stesso utente aveva deciso che fossero pubblici, quindi non si poteva parlare proprio di “violazione della privacy”.
Levine, comunque, ha ammesso che sono state individuate una manciata di applicazioni che condividevano lo UID con un broker di dati di terze parti in violazione dei termini del servizio. Facebook comunque ha effettuato, in tal senso tutti i passi dovuti chiedendo al broker la cancellazione dei dati e lo stesso ha deciso di non operare più sulla piattaforma Facebook per il futuro. Ora quando il Congresso si riunirà nel 2011, bisognerà vedere se si insisterà ancora per un regolamento sulla raccolta dati degli utenti da parte delle società, cosa che i due rappresentanti del Congresso uscente, avevano ripetutamente premuto,affinchè si attuasse.
Nessun commento:
Posta un commento