Le lobby dell'anti-pirateria sono davvero interessate a debellare la pirateria infantile? Sembrerebbe proprio invece una ricerca di un alibi per aumentare i controlli sulla rete e giungere a colpire i siti dove si possono condividere file. Ora una nuova direttiva presentata alla UE, sembrerebbe dimostrare che le loro strategie stanno raccogliendo frutti.
Del resto nel 2007, a Stoccolma, in un convegno proprio su questo tema, Johan Schlüter, del gruppo anti-pirateria, disse che la pornografia infantile era una grande opportunità perché tramite essa era possibile interessare i politici, spingerli a muoversi e giocando questa carta, si poteva arrivare ad ottenere il blocco dei siti e da lì colpire poi, i siti di condivisione files.
Questo fatto poi negli anni è stato usato da vari governi, basta pensare al grande filtro cinese, che sempre con la scusa del filtro su materiale pedo-pornografico, ben altri contenuti politici filtra, cosa che, come sappiamo Google non ha accettato, uscendo dal mercato cinese.
Anche Christian Engstrom, deputato del partito del pirata, scrive in un suo blog, che le grandi compagnie discografiche e cinematografiche, vogliono la censura della rete e sono disposti ad usare la pedo-pornografia, come scusa per ottenerla.
Il suo intervento è una risposta ai piani del commissario svedese Cecilia Malmström dell'UE per costruire un filtro europeo di internet ed oltretutto, è invece molto facile che, chi è veramente criminale, riesca ad aggirare questi filtri e a continuare a diffondere pedo-pornografia infantile.
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