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mercoledì 12 maggio 2010
Sexy-shop non ottiene il rinnovo anche per abusi contro file-sharer
Una società che gestisce sexy-shop ed è di proprietà di uno degli uomini più ricchi della Gran Bretagna, è stata sottoposta a campagna diffamatoria in quanto cliente degli avvocati dell'ACS law ed in seguito ha rinunciato a chiedere la licenza ed ha chiuso il negozio.
Questa volta la fama di persecutori di file-sharer con l'invio di richieste di denaro, in seguito a presunte infrazioni, degli avvocati dell'ACS law, ha coinvolto anche David Sullivan, proprietario del Daily Sport e del Sunday Sport e presidente del club di calcio del West Ham United.
La sua attività è però principalmente legata al mercato pornografico ed ora un negozio di proprietà di Sullivan è divenuto vittima, in seguito anche ai controversi sistemi utilizzati dagli avvocati dell'ACS law, partner legali.
Infatti Sullivan è proprietario della Darker Enterprises Ltd, società che gestisce una catena di sexy shop e che all'inizio di quest' anno ha chiesto il rinnovo licenza.
Ma, come prescrive la legge, che ne dà la possibilità, sono stati presentate varie obiezioni contro questo rinnovo ed una riguardava l'atteggiamento bullistico nei confronti di file-sharer innocenti, accusati di aver scaricato illegalmente materiale pornografico. Le imprese Darken hanno quindi preferito rinunciare al rinnovo, hanno poi chiuso il negozio e lasciato la città.
Ovviamente la vicenda riguarda un singolo negozio, ma i responsabili della società si sono lamentati della campagna diffamatoria nazionale che li ha avvolti e che può arrecare danno alla loro attività.
Sempre i responsabili della Darken hanno precisato che la Sheptonhurst Ltd., che è una controllata di Darker Enterprises Ltd, è stata avvicinata da un gruppo d'avvocati, ossia dal gruppo ACS law, che hanno offerto i loro servigi per i problemi relativi al copy-right su internet e la decisione di servirsi del loro aiuto legale è stata presa a livello operativo da vari distributori, senza che Sullivan ne sapesse qualcosa.
Sicuramente una simile reazione fa capire che gli avvocati dell'ACS law si sono fatti molti nemici e che i loro partner commerciali cominciano a prendere le distanze, temendo che le opposizioni alle licenze si possano diffondere a macchia d'olio, mettendo in difficoltà la loro attività.
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