Bisognerebbe stare sempre attenti a quello che si scrive su colleghi o superiori su Facebook, anche perchè alla fine si possono creare situazioni spiacevoli e perdere il posto di lavoro. Anche se la vicenda di Dawnmarie Souza, che ha citato l'ex società per cui lavorava, dalla quale era stata licenziata in tronco, dopo pesanti commenti scritti sul suo capo, si è alla fine risolta a favore della donna e la società ha deciso di rivedere le sue politiche riguardanti le comunicazioni fra i suoi dipendenti.
La vicenda risale al 2009, quando la donna impiegata presso l' American Medical Response of Connecticut aveva espresso pesanti commenti sul suo capo, parlando su Facebook , con colleghi e subito si era ritrovata licenziata. In seguito però la U.S. National Labor Relations Board ha assunto il caso Souza e denunciato la AMR sostenendo che la donna non era nel torto parlando con i suoi colleghi,in quanto esercitava i suoi diritti d'espressione.
La vicenda risale al 2009, quando la donna impiegata presso l' American Medical Response of Connecticut aveva espresso pesanti commenti sul suo capo, parlando su Facebook , con colleghi e subito si era ritrovata licenziata. In seguito però la U.S. National Labor Relations Board ha assunto il caso Souza e denunciato la AMR sostenendo che la donna non era nel torto parlando con i suoi colleghi,in quanto esercitava i suoi diritti d'espressione.
Sembra che sia stato alla fine raggiunto un accordo con la società che aveva licenziato la donna, che ora dovrebbe essere reintegrata. L' emendamento, comunque della NLRB, dovrebbe inoltre tutelare tutti gli iscritti al sindacato, permettendo ai dipendenti di potersi esprimere liberamente, sul proprio lavoro, sui propri colleghi e superiori, non solo su Facebook, ma anche su blog, forum, siti web e qualsiasi altra forma in rete in cui essi possono esprimere il loro punto di vista.
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