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domenica 31 ottobre 2010

Falsi Facebook,Twitter ed Youtube

Sta divenendo sempre più preoccupante il fenomeno di falsi siti con domini con nome molto simile a quello di siti famosi, con tanti visitatori ad esempio Facebook,Twitter e You tube, che spesso riportano su altri siti, i quali pagano per far generare traffico web ed avere opportunità di vendita. Ora poi, oltre agli avvisi pubblicitari alcuni siti, con nome quasi uguale a Twitter e mostrando un uccello, molto simile al logo di Twitter, offrono regali, ad esempio un IPAD a chi risponde a questionari anonimi.

Quello però che la pagina non dice, è che potrebbe essere necessario, rispondere a molte altre domande, oppure firmare per tutti i tipi di servizi e offerte di abbonamento, al fine di qualificarsi per i premi.

Alcuni esperti ed anche i responsabili di Twitter, ritengono la pratica molto ingannevole e i dipendenti di Twitter, stanno lavorando per ridurre la confusione degli utenti. Gli esperti hanno osservato che questi siti truffaldini sono realizzati, in modo da assomigliare sempre più a quelli che imitano. Inoltre possono guadagnare da pochi centesimi fino ad un dollaro, per ogni visitatore che dirottano verso altri siti e quindi hanno un ottimo incentivo per continuare nella truffa. Facebook ha recentemente citato due uomini ed una società canadese di affiliazione marketing, denominata MaxBounty, rei di generare messaggi di spam del tipo “hai vinto un ipad” oppure “ hai vinto un omaggio da 1000 dollari “ che reindirizzavano su programmi di marketing on line.



In ogni caso, sembra che il fenomeno non si plachi, anzi sia in espansione e tramite questo sistema non si diffondono malware ma sicuramente rispondendo ai questionari, l'utente fornisce una serie d'informazioni che possono essere vendute a società pubblicitarie, oppure può essere indotto, ad esempio, a sottoscrizioni ad SMS o ad altri servizi.

sabato 30 ottobre 2010

Giovane condannato a pagare 30 euro per due brani condivisi

Dopo cinque anni di causa, un ragazzo, che aveva 16 anni quando aveva condiviso due canzoni, usando la connessione del padre è stato condannato da un tribunale in Germania, a pagare 30 euro, invece dei 600, ossia 300 euro a brano, proposti dai proprietari dei diritti, giudicate eccessivi.



Prima di tutto i giudici non hanno accettato le pretese dei proprietari dei diritti nei confronti del padre del giovane, che, anche essendo l'intestatario della connessione, non aveva commesso l'infrazione, né l'aveva autorizzata, quindi il giovane aveva agito a sua insaputa. In secondo luogo, sempre i giudici pur accettando il ricorso contro il giovane, non hanno ritenuta giusta la richiesta di risarcimento avanzata dai proprietari dei diritti ed hanno invece considerato, vari parametri, ossia che le canzoni erano vecchie e che avevano avuto pochissimi download ed erano state a disposizione per pochissimo tempo. Alla fine tutte queste valutazioni, hanno portato a ritenere che fosse giusta la cifra di 30 euro come risarcimento ai proprietari dei diritti.

Anche la Danimarca vicina alla three strikes law?

In Danimarca ferve la discussione su come trattare il download illegale e mentre i titolari dei diritti d'autore vorrebbero un intervento sempre più attivo da parte degli ISP, quest'ultimi sono piuttosto restii ad impegnarsi. A tal fine il governo, che ha intenzione di mettere d'accordo i due gruppi, ha spinto il ministero della Cultura a formare una commissione per decidere come le infrazioni debbano essere gestite.



Questa commissione sembra sul punto di proporre un sistema del tipo dei tre avvisi e la disconnessione, già approvata in Francia e ci sono due modelli, piuttosto simili su cui ancora si discute. Come al solito il monitoraggio delle infrazioni toccherebbe ai titolari dei diritti poi, secondo un modello, gli ISP dovrebbero inviare gli avvisi, secondo un altro, lo dovrebbe fare un organo governativo ed in tutti e due i modelli, poi un organo indipendente dovrebbe valutare le infrazioni.


Negli avvisi, però si cercherà di aggiungere messaggi che spiegano cosa vieti la legge sul copyright, come proteggere una connessione wireless e come togliere un software di condivisione, ossia si cercherà anche di avvertire ed educare l'utente, lasciando anche un numero verde al quale ci si può rivolgere in caso di dubbi. Ovviamente le associazioni dei consumatori sono preoccupate da tutto questo meccanismo che in ogni caso, prevederà costi aggiuntivi per gli utenti, chiunque si occupi di inviare le lettere. Il governo ha, comunque, fatto sapere di aver già riservato un milione di corone a sostegno di questa campagna antipirateria.

giovedì 28 ottobre 2010

Secondo Sandvine traffico P2P in espansione

Abbiamo già sentito parlare di Sandvine, la società famosa soprattutto per aver fornito i sistemi di filtraggio che Comcast ha utilizzato per parecchio tempo per bloccare il traffico BitTorrent, Ora la società ha rilasciato il suo ultimo rapporto sul traffico internet, secondo il quale il traffico P2P è in espansione e soprattutto predomina BitTorrent fra i client. Ad esempio in Nord America, più della metà del traffico giornaliero a monte, può essere attribuito al P2P. Ma questo trend è piuttosto diffuso in tutto il mondo,Invece il traffico a valle è dominato dallo streaming video.



Nel rapporto Sandvine, sono state divise le varie aree geografiche e analizzate per quello che riguarda gli usi della banda ed anche i client più usati. BitTorrent è il client più utilizzato in quasi tutte le regioni geografiche, meno che in America Latina dove predomina Ares.


Le percentuali di uso di BitTorrent a valle ed a monte sono.
USA 8,39% 34,31%
Europa 8,29% 29,97%
America Latina 6,80% 11,91%
Pacifico ed Asia 16,91% 37,63%

Per quello che riguarda poi il Nord America, il traffico P2P ha in media uno share del 19,2% nelle ore di punta, nei primi mesi del 2010, mentre era al 15,1% nel 2009 e questo, appunto vuol dire che è in aumento e come detto, BitTorrent è il client più usato.


Mentre in Europa, forse per l'effetto hadopi e l'IPRED svedese, il traffico P2P sarebbe sceso all'11% dal 22% del 2009 e sempre BitTorrent è il client, più usato.


In America Latina abbiamo ancora un incremento del traffico P2P salito al 36,7% nei primi mesi del 2010, contro il 31,9% del 2009. Domina Ares, seguito da edonkey.


Infine nella zona asiatica e del Pacifico anche qui abbiamo un incremento del traffico al 25, 7% nelle ore di punta, nei primi mesi del 2010, rispetto ai valori del 2009, mentre il client più usato è sempre BitTorrent.


Bisogna comunque considerare che Sandvine vende prodotti per filtrare il traffico, quindi è meglio sempre prendere i dati con la dovuta cautela.

Chiuso in Moldova il più grande tracker BitTorrent

Dopo la denuncia di un associazione che rappresenta autori locali, TorrentsMD, con oltre 270.000 membri ed oltre 1,2 milioni di peers, è stato chiuso dalle autorità. Ora però l'associazione sta trattando con il tracker il ritiro della denuncia, dietro l'assicurazione della rimozione di tutti i Torrent che riguardano il loro materiale. In ogni caso le autorità stanno investigando ed in basi alle leggi locali, gli amministratori del sito potrebbero essere ritenuti colpevoli dal punto di vista, penale, civile ed amministrativo. Secondo il codice penale, potrebbero anche essere condannati ad una pena che va dai 3 ai 5 anni di carcere, ma molto probabilmente se la caveranno solo con una sanzione.



Nel frattempo, come detto, l'associazione che difende i diritti dei proprietari di contenuti locali sta raggiungendo un accordo con il tracker che ha detto che rimuoverà tutti i Torrent che conducono a materiale dell'associazione ed inoltre si è creato un software che blocca immediatamente gli utenti che tentano di pubblicare file, sempre di proprietà degli artisti locali.

mercoledì 27 ottobre 2010

Giudice ordina la chiusura immediata di Limewire

Alla fine Limewire ha dovuto cessare tutte le sue attività, dopo che un giudice federale americano della corte Distrettuale di New York, ha dato ragione ad una richiesta della RIAA , che aveva sostenuto la necessità della chiusura, avendo il sito provocato miliardi di danni all'industria musicale



Della vicenda si era spesso parlato sul blog, e secondo l'ingiunzione Limewire avrebbe intenzionalmente favorito la violazione da parte degli utenti e che sapeva delle infrazioni commesse attraverso di esso.


Questa è una sentenza di fondamentale importanza che potrebbe cambiare radicalmente il mondo del filesharing, anche perchè nel 2008 Limewire aveva uno share del 37% rispetto al 14% di uTorrent.


Ciò potrebbe significare che gli utenti di limewire si riverseranno su altri client e quindi uTorrent e Vuze, potrebbero avvantaggiarsi ma anche che parecchi software simili a limewire, potrebbero divenire il prossimo bersaglio della RIAA.


A gennaio verrà effettuata una prima stima, che dovrebbe compensare le case discografiche dei miliardi di dollari persi a causa di Limewire. La RIAA fa comunque capire che il discorso non finirà qui in quanto il giudice ha firmato un provvedimento che comincia a colpire i mezzi attraverso i quali, gli utenti possono compiere i download illegali.

sabato 23 ottobre 2010

USA: sempre più vicina COICA, la nuova legge contro la pirateria

La proposta di legge che dà la possibilità di staccare la spina ai siti web accusati di favoreggiamento sembra essere sempre più vicina e la legge dovrebbe essere emanata nel tempo restante, al Congresso, sempre quest'anno ossia dopo il ritorno del Congresso, a prevalenza democratica a novembre. Si chiede pressantemente un voto prima che il nuovo Congresso si riunisce nei primi mesi del 2011, forse a causa della preoccupazione che le elezioni potrebbero portare  le camere verso il controllo repubblicano e rendere meno probabile la promulgazione di tale legge denominata COICA.



Su tale proposta di legge,fervono, infatti, le opposizioni dei gruppi a sostegno delle libertà civili che sostengono si tratti di un modo per balcanizzare internet, mettere in pericolo la libertà di parola e creare grossi problemi a pagine web legittime. La legge non autorizzerebbe i federali a chiudere i siti che agiscono illegalmente ma agirebbe sui loro domini e bloccherebbe qualsiasi operazione bancaria effettuata negli USA dai siti pirata. Secondo la MPAA questa proposta di legge affronta il peggio del peggio ed è focalizzata sui siti web che sono impegnati nella promozione di attività illegali e qualcosa era necessario fosse fatto al riguardo. In effetti anche con il blocco del dominio gli utenti potrebbero raggiungere i siti digitando direttamente gli indirizzi IP


Un sito web, rischierebbe il sequestro di dominio quando è progettato principalmente per offrire copie non autorizzate di opere protette dal copyright o marchi contraffatti, ecco perchè anche Chanel,Nike, Tiffany ecc hanno firmato la lettera chiedendo che la legge venga approvata.


Però la registrazione per i domini di primo livello in altri paesi invaliderebbe la norma e forse per questo The Pirate Bay, come misura precauzionale, già possiede thepiratebay.se. In ogni caso, come detto, i gruppi d'opposizione ritengono che tale norma vada contro il primo emendamento e possa creare un precedente pericoloso, con gravi conseguenze per la libera espressione, la libertà globale di Internet ecc. Da più parti, comunque, non si capisce la necessità di tutta questa fretta nel voler subito far approvare una legge molto discutibile.

Righthaven, il giudice non riconosce la violazione del copyright

Righthaven LLC è uno studio legale che si è alleato con il Las Vegas Review-Journal e denuncia per violazione del copy-right centinaia di siti, anche quelli che copiano solo poche righe. Ora però, un giudice ha dato torto alla società riconoscendo il diritto del fair use. Il caso riguardava un agente immobiliare di Las Vegas di nome Michael Nelson, che gestisce un piccolo blog e che aveva messo in un suo articolo, otto frasi copiate da un lavoro di 30 righe del Las Vegas Reviw-Journal, mettendo anche il link all'articolo.

Per questo motivo, Nelson era stato citato presso un tribunale federale ed erano stati richiesti 150.000 dollari di ricompensa ed era anche che fosse bloccato il nome del dominio.


Nelson ha però combattuto accusando, prima di tutto Righthaven di utilizzare questo tipo di cause come fonte di entrate ma soprattutto ha cercato di convincere il giudice di aver copiato pochissimo materiale protetto dal copyright e di non aver creato alcun danno commerciale al giornale. Il giudice si è convinto ed ha detto che non c'era stata violazione del copyright, in quanto tale uso rientra nella dottrina del fair use. Questa è la prima sentenza, fra le oltre le 150 in cui è coinvolto Rightaven che ha avuto un esito positivo per il proprietario del blog ma forse, anche questa volta lo studio legale, non è uscito a mani vuote, in quanto si parla di un accordo privato intercorso fra Nelson e Righthaven.

Fra poco il terzo processo per Jammie Thomas

Ormai è sicuro Jammie Thomas dovrà affrontare un terzo processo, dopo il primo processo, annullato e il verdetto in cui era stata condannata a pagare 1,92 milioni di dollari per la condivisione di 24 canzoni e dopo che il giudice Davis aveva preso la decisione di tagliare la cifra a 2250 dollari a canzone, il team legale dell'imputata aveva chiesto al giudice Davis di cambiare il verdetto, invece di tagliare il risarcimento attraverso il “remittur” (che è una sentenza di un giudice in cui vengono diminuiti i livelli di danno assegnati da una giuria in una causa civile), gli avvocati chiedevano che fosse dichiarato che i danni erano, incostituzionalmente, scollegati dal danno effettivo.

 Questo avrebbe chiuso il caso e si sarebbe potuti ricorrere in appello. La RIAA però si è opposta alla proposta della difesa e ha dichiarato che la richiesta di Jammie Thomas per il riesame non si basa su circostanze impellenti, ma piuttosto sul suo desiderio di evitare un altro processo e quindi la decisione di un'altra giuria, con la quale non si potrà discutere se il risarcimento è ragionevole, rispetto al danno subito. Aggiunge ancora la RIAA, che visto che il nuovo processo sta per iniziare ed essi hanno impegnato soldi nella sua preparazione sarebbe assurdo questo brusco dietro front alla vigilia della prova. Il dipartimento di giustizia è d'accordo con la RIAA , anche se il giudice Davis non si è ancora espresso, quindi, molto probabilmente,si andrà al terzo processo.

Facebook: maggiori problemi relativi alla privacy per i gay

Alcuni ricercatori, fra cui Saikat Guha di Microsoft e Bin Cheng e Paul Francis del Max Planck Institute, hanno deciso di studiare i casi di pubblicità mirata online e hanno scoperto che gli inserzionisti possono riconoscere gli utenti gay dagli altri utenti, dai dati della persona che sta cliccando, anche quando l'orientamento sessuale viene nascosto.

 In base ad un esperimento effettuato con uomini e donne eterosessuali e con uomini e donne omosessuali, si è dimostrato che la pubblicità variava nel caso di uomini e donne omosessuali ma il fenomeno era maggiore per i gay, anche quando l'orientamento sessuale era nascosto. Solo cliccando, ovviamente, per l'inserzionista non ci sono altre informazioni, che l'l'indirizzo IP o l'indirizzo e-mail se ci si iscrive al sito commerciale ma se, come è stato scoperto in questi giorni, l'inserzionista viene a raccogliere altri dati collegati con il Facebook ID, ecco come alcune informazioni che l'utente non pensava affatto di rivelare, possono essere collegate fra loro.
Quindi il passaggio delle informazioni, dagli sviluppatori di terze parti agli addetti alla pubblicità, potrebbe, soprattutto nel caso di informazioni riservate, come l'orientamento sessuale, avere effetti molto spiacevoli per gli utenti, soprattutto gay che si trovano poi bersagliati da una pubblicità mirata.

giovedì 21 ottobre 2010

Interesse dei politici sulla vicenda privacy di Facebook

Avevamo parlato di come il Wall Street Journal avesse riportato la notizia secondo la quale molte applicazioni di terze parti di Facebook, fra cui Farmville di Zynga,avrebbero venduto i dati degli utenti ad inserzionisti pubblicitari in violazione delle norme d'uso, ora due membri della Camera del governo USA , Ed Markey, democratico del Massachusetts, e Joe Barton, repubblicano del Texas, hanno posto una serie di 18 domande al Ceo di Facebook Mark Zuckerberg.

 Fra le domande anche ad esempio, quali accorgimenti intende usare Facebook per proteggere i dati utenti, esposti dalle applicazioni di terze parti? Ed anche Facebook ha appurato se ci potrebbero essere suoi dipendenti coinvolti nella evidente violazione della privacy degli utenti? Ora la coppia di politici ha richiesto una risposta per il 27 ottobre. Andrew Noyes portavoce di Facebook ha rilasciato una dichiarazione dicendo che la società è ansiosa di chiarire ufficialmente, le notizie poco chiare che si sono diffuse in rete dopo l'articolo del Wall Street Journal ed inoltre essi stanno lavorando costantemente con gli sviluppatori e gli altri soggetti responsabili della comunità per mettere in atto ulteriori misure di salvaguardia contro le violazioni dei termini del loro stesso contratto.



Markey e Barton si sono, sempre, mostrati molto interessati riguardo alle violazioni delle società, che operano in internet. Infatti erano già intervenuti a proposito di Google Street View, e avevano richiesto chiarimenti ad Apple, dopo un cambio di politica sulla privacy.

martedì 19 ottobre 2010

Altro studio legale copia logo Compagnia delle Indie

Ormai abbiamo spesso scritto, di come gli studi legali statunitensi e britannici abbiano scoperto come trasformare la pirateria in un business e soprattutto in America e Canada, ormai siano nati vari studi con il nome Copyright.
Il più famoso, lo studio l'US Copyright Group (USCG ), che ha citato oltre 5000 utenti del film “the hurt locker “ha depositato il suo marchio e come abbiamo scritto, ha addirittura intimato ad un altro studio legale, il Copyright media group di cambiare il suo nome.



Ora, è nato un altro gruppo ancora la Copyright Defense Agency , che mostra nel suo sito un logo, emesso dalla regina Elisabetta I, nel 1600 ed era lo stemma della famosa “Compagnia delle Indie Orientali”. La società, esiste a tutt'oggi ed è molto chiara su chi possiede l'emblema.
"Oggi lo stemma è un marchio della Compagnia delle Indie Orientali", spiegano i responsabili della compagnia . Forse quindi conviene alla Copyright Defense Agency cancellare il logo, in quanto non sarebbe molto credibile uno studio legale che intende perseguire i violatori del copyright e si macchia dello stesso crimine.

lunedì 18 ottobre 2010

What.cd lancia il nuovo tracker Ocelot

What.cd, nato nel 2007 dalle ceneri di Oink è ora una leggenda e una comunità privata di amanti della musica. Ha oltre un milione di Torrent e in ogni momento oltre cinque milioni di peers utilizzano il suo tracker fra i più attivi di internet. Per questo ha cambiato da pochi giorni il suo tracker ed ha pubblicato un lungo articolo sulla sua realizzazione.

 Il tracker riceve circa 3500 contatti al secondo, un numero impegnativo sia per l'hardware che per il software. Il vecchio tracker, che nei primi anni andava bene era basato sul codice XBTT, che era stato poi modificato per renderlo più adatto alle crescenti esigenze del sito. In seguito, però XBIT si è rivelato tutt'altro che perfetto e così è iniziato il lungo cammino, durato tre anni e mezzo, che ha portato il team di What.cd ad unire la sorgente TBDev con il proprio codice Gazelle, creando alla fine un codice che potesse sostituire XBIT. Ora è stato creato, appunto, Ocelot che è sicuramente uno dei tracker più leggeri e che utilizza solo il 20-30% della CPU di un processore e 3GB di RAM, invece dei quattro sistemi utilizzati da XBIT che utilizzavano fra il 50 ed il 100% della CPU. In futuro il codice del tracker verrà reso disponibile per la comunità BitTorrent, in modo che tutti ne possano trarre beneficio.

Massiccio attacco contro l'host Reality Check

Come detto nel titolo, l'hosting provider Reality Check è stato oggetto di un attacco che ha danneggiato molti server, mettendo off line molti siti BitTorrent, come Torrent Reactor,Vertor,YourBitorrent,Fullds, ecc, ossia più di nove siti fra i maggiori, ma sicuramente ce ne sono molti altri. Tutti questi siti avevano più di un milione di visitatori al giorno.



Per un po' si è temuto ad un attacco anti-pirateria ma sembrerebbe invece l'azione di un ex-lavoratore scontento, che aveva lavorato per il provider per tre anni, ecco perchè i danni sono stati così massicci. E' ovvio che ora anche altri siti potrebbero avere problemi, dato il fatto che molti utenti si sono riversati sui siti che trovavano on line, mentre per quelli down ci vorranno parecchie ore prima che ricompaiano.

Russia: Google,Vkontakte,lettera alle major

Cinque società che agiscono in Russia fra cui Google, Vkontakte, Mail.ru e due motori di ricerca, hanno scritto alle industrie dei media, chiedendo che cessino le azioni contro di loro per atti di pirateria compiuti dai loro utenti. La legge Russa infatti, a differenza di quanto succede nel resto del mondo, ritiene responsabile il prestatore del servizio dell'atto di pirateria compiuto dagli utenti.



Queste società di servizi sostengono che sono gli utenti finali a violare e nei loro confronti dovrebbero agire le major e che è realmente impossibile controllare il materiale caricato da migliaia di utenti. Mentre  le major, non accettano questa linea e dicono che è responsabilità del sito, il materiale caricato dagli utenti e che le società debbono assumere più personale per il controllo.


Le società di servizio, propongono alle major un sistema per risolvere le controversie direttamente con i trasgressori. Ad esempio una volta ricevuto un avviso di takedown, essi avvertirebbero l'utente o l'uploader della denuncia. Quest'ultimo poi, potrà contestare l'accusa direttamente ai detentori di contenuti.

Le società coinvolte sperano così di non essere più coinvolti in cause tipo quella che vede coinvolto il sito di social network, Vkontakte, al quale Gala Records ha chiesto 22.000 dollari per alcune canzoni pop caricate dagli utenti. Soprattutto, però le società di servizi, hanno paura, che, senza un accordo con i produttori dei contenuti, potrebbe prendere una brutta piega la legge su cui sta lavorando il governo per la regolamentazione di internet e che prevede che i fornitori di servizi vengano tassati, per ricompensare i detentori del copy-right delle perdite subite.

L'operazione payback colpisce anche il sito dell'Intellectual Property Office

Anonimus, la comunità che ha sferrato un personale attacco contro i siti di associazioni anti-pirateria tipo MPAA e RIAA e contro quelli di studi legali, ora ha diretto i suoi colpi contro un sito di un organo governativo, esattamente quello dell'Intellectual Property Office, del Regno Unito.

L'operazione Payback, iniziata colpendo per prima, la società anti-pirateria AiPlex Software, il cui amministratore aveva dichiarato di ricorrere anch'esso ad attacchi Ddos contro i siti BitTorrent che non rimuovevano prontamente il materiale illegale, sembra non voler fermarsi e vuole che i media prestino attenzione allo scontento di molte persone riguardo alle leggi sul diritto d'autore o all'inasprimento delle stesse, come è previsto anche dagli accordi internazionali raggiunti nell'ACTA.


 Infatti in un recente attacco alla MPAA è stato scritto “Cosa deve fare il popolo fare per essere sentito? A che punto deve arrivare la gente per avere la loro supplica preso sul serio? “ Infatti gli attacchi in genere non provocano grossi danni, a parte molto probabilmente tutte le email ed il materiale privato dell'ACS law, compresi i dati degli utenti citati, cosa che ha suscitato molto scalpore ma ha fatto anche vedere chiaramente come questi avvocati abusino della loro professione.
Secondo il comunicato di Anonimus “L' Intellectual Property Office sta perpetuando il sistema che permette lo sfruttamento dell'utilizzo del copyright e della proprietà intellettuale”per questo è stato colpito.

Brein usa 15 investigatori contro FTD

Entra nel vivo il processo fra Brein e la comunità FTD, che secondo l'associazione anti-pirateria è un servizio che permette agli utenti di scaricare illegalmente film, programmi TV e musica. Sembrerebbe però che oltre quindici investigatori di Brein, camuffati da utenti normali, abbiano controllato la comunità ed uno, avrebbe anche caricato un film illegale.

FTD si difende, invece, dicendo di essere una comunità di osservatori, che potevano segnalare l'ubicazione del materiale su Usenet. Infatti, l'accusa riguarda, proprio, questi particolari utenti, che avrebbero, prima caricato del materiale illegale su Usenet e poi lo avrebbero segnalato su FTD. Solo che FTD, ha le prove, che uno di questi particolari utenti, era un uomo di Brein. Infatti risulterebbe che l'indirizzo IP dell'utente NieZoekeNie possa essere ricondotto ai numeri usati da Brein e questo utente avrebbe segnalato su FTD, un film sempre caricato con lo stesso username su Usenet.


I responsabili dell'associazione anti-pirateria Brein hanno smentito, ovviamente, tutto, dicendo che i 15 investigatori, erano solo osservatori che volevano rendersi conto come funzionasse la comunità e che FTD, cerca di distogliere l'attenzione dalla propria attività illegale con accuse false ed irrilevanti. Sulla vicenda, comunque dovranno ora decidere i giudici e si aspetta il verdetto per la fine di novembre.

domenica 17 ottobre 2010

Twitter cessa i rapporti con JustSpotted

I responsabili di Twitter hanno comunicato che non avranno rapporti con il sito JustSpotted.com. JustSpotted, un nuovo servizio che verrà lanciato il 19 ottobre, prevede di utilizzare una combinazione di feed di Twitter, aggiornamenti di Facebook, i messaggi e gli aggiornamenti del blog Foursquare per tracciare la posizione di una celebrità ovunque si trovi nel mondo, quasi in tempo reale.

 Il servizio però ha fatto nascere molte perplessità sulla violazione della privacy perchè secondo alcuni, il sito rappresenta un modo per intromettersi nella vita delle persone. Infatti dicono alcuni esperti, che mentre prima le celebrità dovevano preoccuparsi con la macchina fotografica ora dovrebbero stare in ansia appena vedono qualcuno con cellulare collegato ad internet e con account Twitter.


Secondo però i responsabili di JustSpotted , il rapporto interrotto con Twitter riguarderebbe Scoopler e non JustSpotted, che continuerà a fornire update sulle posizioni delle celebrità prendendo i dati da varie fonti, tra cui Twitter.

sabato 16 ottobre 2010

Google avvisi per gli url di phishing

A settembre Google ha annunciato un programma che prevedeva l'invio di avvisi agli amministratori di rete e questi avrebbero, quindi, ricevuto email indicanti gli url ritenuti dannosi dallo scanner automatico di Google.



Ora, il programma è stato avviato e quindi ora gli amministratori di rete possono ricevere avvisi e possono pulire i loro siti. Infatti spesso gli hacker bersagliano i siti web, al fine di inserire contenuti maligni e questo avviene all'insaputa del gestore del sito web. Questi avvisi possono anche essere utili in quanto c'è sempre un lasso di tempo prima che questi url finiscano nella lista nera e invece gli amministratori possono agire più velocemente e cancellarli. Comunque anche Chrome ha integrata la navigazione sicura e blocca l'accesso degli utenti ai siti in black list.

venerdì 15 ottobre 2010

La Francia lancia “musique carte" contro la pirateria musicale

Mentre in Francia cominciano ad arrivare migliaia di avvisi ai downloader violatori del copyright, come prevede la legge hadopi, per far abituare i giovani a ricorrere all'acquisto legale di musica on line, la Francia lancia un'iniziativa che coinvolgerà i giovani fra i 12 ed i 25, che potranno utilizzare una carta prepagata per gli acquisti di musica on line, dal costo di 50 euro ma 25 saranno pagati dal governo francese che, spenderà per l'iniziativa della durata di due anni, 50.000.000 €.


Quindi il governo francese, oltre alla repressione, cerca di educare i giovani all'utilizzo di mezzi legali per l'acquisizione di musica digitale e tale iniziativa è stata accolta con favore dal Parlamento Europeo. Ci saranno inoltre benefici per i siti che parteciperanno all'iniziativa e che dovranno tenere bassi i prezzi dei loro brani e pubblicizzare la “musique carte”.


Del resto la Francia più volte ha espresso la sua intenzione di voler salvaguardare la sua cultura nazionale e oltre quella musicale, si è espressa spesso contro gli ebook a sostegno dei libri e del materiale stampato. Il governo infatti ha promesso aiuti e campagne di abbonamenti gratuiti per i diciottenni a testate giornalistiche per aiutare la carta stampata, sempre più in concorrenza con le news on line ed il broadcast.


Questa iniziativa quindi, a sostegno della musica digitale legale può sembrare un controsenso ma forse è solo un modo di seguire ed assecondare le tendenze dei giovani ed evitare, in tal modo, che ricorrano online a materiale illegale, salvaguardando nello stesso tempo artisti ed autori musicali nazionali.

giovedì 14 ottobre 2010

Google offre aiuto a pagamento contro la pirateria

Google, sempre nell'occhio del ciclone, per quello che riguarda il materiale che viola il copyright oppure la pubblicità su siti che contengono materiale illegale, è da più parti, anche in campo politico, spinto ad impegnarsi di più per contrastare la pirateria.



Qualche tempo fa, inoltre alcuni esponenti della RIAA e dell'IFPI hanno chiesto a Google di fornire ad essi un sistema per rintracciare più velocemente il materiale pirata, in modo che essi poi potessero fare le loro richieste di takedown.


La risposta di Google, però ha lasciato senza parole i portavoce delle grandi etichette in quanto la società ha predisposto tre sistemi per i terzi per accedere alle API web. Il primo sistema è progettato per servizi di terze parti che visualizzano annunci Google nei risultati di ricerca, il secondo è riservato agli sviluppatori e si basa su poche ricerche ed il terzo, riservato all'IFPI ed alla RIAA è un servizio a pagamento, che si chiama Site Search e prevede un costo di 5 dollari ogni 1000 queries, in modo, secondo i responsabili Google di recuperare i costi della fornitura del servizio. In tal modo però le grandi etichette potrebbero spendere alcuni milioni di dollari all'anno.

mercoledì 13 ottobre 2010

Copyright Group contro Copyright Media Group


Ossia avvocati contro avvocati, tutti però intenzionati a trasformare la pirateria in  un business. Sicuramente il Copyright Group è famoso, in quanto ha citato oltre 16.000 persone e dà lungo tempo se ne parla sui media ma sta venendo alla ribalta, il Copyright Media Group con a capo un avvocato di Chicago, John Steel che rappresenta soprattutto produttori di film per adulti, anche se il modo d'agire è il medesimo di quello del Copyright Group, ed anche le lettere inviate ai presunti violatori, in cui chiedono un paio di migliaia di dollari, sembrano un frutto di copia ed incolla.



Ma lo studio Dunlap, Grubb, e Weaver, lo studio legale che ha registrato il marchio per il nome Copyright Group, ha inviato un fax agli altri avvocati chiedendo di cambiare il nome del loro studio consorziato, altrimenti avrebbe potuto essere confuso con il loro. Inoltre, sempre nello stesso fax viene richiesto un risarcimento di 25.000 dollari, per l'uso improprio del nome, altrimenti si sarebbe agito in tutti i modi necessari.


Steel ha scelto invece, direttamente la via legale, chiedendo ad una corte dell'Illinois di emettere una sentenza che dichiari che il nome del suo studio consorziato è legale. Egli inoltre esige che il Copyright Group paghi le spese legali del procedimento e che sia cancellato il marchio di fabbrica relativo al suo nome.

Appello Pirate Bay, l'accusa conferma la richiesta del carcere


Siamo ormai al settimo giorno del processo a Pirate Bay del quale non abbiamo più parlato, in quanto soprattutto basato su video del precedente procedimento penale. Oggi, tutti coloro che rappresentano l'accusa, hanno fatto la loro aringa finale. Håkan Roswall, Peter Danowsky, Henrik Pontén e Monique Wadsted hanno tutti sostenuto la necessità del carcere e dei risarcimenti consistenti per punire ed in parte compensare i danni provocati dall'attività illegale svolta dal sito Pirate Bay. Il pubblico ministero Håkan Roswall, ha detto che le prove contro gli imputati sono anche più forti di prima o forse, si vuole, rivolgere ad un atteggiamento molto diverso dei politici e dell'opinione pubblica nei confronti della pirateria, in ogni caso riafferma la responsabililità, che è stata documentata di tutti e quattro gli imputati nella gestione del sito.

martedì 12 ottobre 2010

Irlanda: l'ISP UPC vince la sua battaglia

Un ISP irlandese UPC, ha vinto contro L'IRMA, la società che rappresenta Emy, Sony, Universal e Warner e che nel 2009 ha stretto un accordo privato con l'ISP Eircom, di cui abbiamo parlato anche qui, affinchè s'impegnasse a svolgere un compito tipo quello previsto dalla legge hadopi in Francia, ma senza passare per il tribunale, ossia scollegando, esso stesso, gli utenti recidivi. Poichè Eircom aveva paura che essendo l'unico ISP ad attuare una simile politica, questo rappresentasse una svantaggio commerciale, si voleva convincere gli altri ISP a fare altrettanto, minacciando che altrimenti sarebbero stati essi a pagare per le colpe dei loro utenti.



Come detto, però UPC, si è opposto alla cosa e la legge ha dato all'ISP ragione, dicendo che anche se l'industria discografica era danneggiata dalla pirateria, non esistono leggi tali in Irlanda che possano costringere un ISP a filtrare o scollegare gli utenti da internet, può applicare qualcosa del genere solo chi intenda farlo, su base volontaria, tipo appunto Eircom, che certo non riporterà pubblicità positiva da questo fatto.


UPC ha comunque detto in un comunicato che,in ogni caso, non giustifica la pirateria e ha sempre preso una posizione forte contro le attività illegali sulla rete e che continuerà a collaborare con i detentori del diritto d'autore che hanno ottenuto dal giudice l'ordine necessario nei confronti delle violazioni del copyright..


UPC, è particolarmente soddisfatto della sentenza, in quanto è sostenuto il principio che gli ISP non sono responsabili delle violazioni perpetuate dagli utenti, sulla rete messa dagli ISP a disposizione.

Hadopi: ISP si rifiuta di inviare avvisi ai file-sharer

Come abbiamo più volte detto è operativa Hadopi 2 in Francia e moltissimi utenti stanno cominciando a ricevere avvisi del tipo "Attenzione, la connessione Internet è stata usata per commettere atti che potrebbero costituire una violazione della legge, ecc”, di solito questi avvisi vengono inviati tramite email dagli ISP stessi, che sono già costretti dalla legge a rivelare in tempi brevissimi, i dati dietro gli IP monitorati. Solo che la stessa legge non impone poi agli ISP di dover inviare essi stessi gli avvisi e l' ISP “Free” ha deciso di non inviare nulla ad i suoi utenti.

 Egi afferma che non essendo scritto nella legge non è tenuto a farlo ma è giusto che ci pensi la struttura dietro Hadopi. Il suo comportamento è, però, visto con sospetto dagli altri ISP, che pensano che in tal modo il provider possa avere un vantaggio competitivo, anche Orange ha accusato Free di dare l'immagine di un certo lassismo. Alla fine sono stati coinvolti anche i politici ed il ministro francese



Frédéric Mitterrand ha detto che il governo avrebbe emesso un decreto per sanzionare gli ISP che non collaboravano, In tal caso, però sarà difficile la sanzione dal momento che Hadopi, appunto, non prevede che sia compito degli ISP, l'invio degli avvisi.

lunedì 11 ottobre 2010

HP lancia il vaccino digitale contro BitTorrent

Come sappiamo la tecnologia BitTorrent può essere molto utile per poter trasferire file di grosse dimensioni ma la banda di imprese, scuole, università può essere messa a grosso rischio da alcuni pesanti utilizzatori della tecnologia BitTorrent. HP ha approntato un sistema, presentato nel corso di una conferenza stampa a Barcellona che potrà proprio servire agli amministratori di rete per evitare programmi nocivi sui loro computer, sempre secondo HP. L'applicazione è stata già provata con successo presso l'università di Leeds dove ha sterminato tutto il traffico BitTorrent.

 Il programma che si chiama Application Digital Vaccine (AppDV), è in grado di bloccare completamente social network, P2P, Webmail, le applicazioni di streaming audio / video, giochi online, e tunneling. Anzi può concedere ad esempio l'accesso a Facebook o a MySpace ma può bloccare le funzioni chat ed email legate a queste applicazioni. Come faranno gli utenti che vorranno aggiornare Starcraft 2, tramite BitTorrent,? Gli amministratori di rete potranno sicuramente porre delle eccezioni ma sicuramente HP e gli ISP, se applicano questo vaccino digitale, daranno un bel colpo alla tecnologia BitTorrent ed alla net neutrality della rete.

Lo studio legale ACS law in bancarotta ?

Già leggendo le email trafugate la situazione dello studio ACS law sembrava non del tutto rosea, con oltre 500 reclami riguardo a comportamenti della sua azienda presso la Solicitor’s Regulatory Authority (SRA), parecchie fatture non pagate ad ISP ed ad altri avvocati ma fino alla pubblicazione di tutto il materiale privato della sua attività Crossley poteva sperare di convincere gli ISP a rivelare i dati dietro gli indirizzi IP e continuare ad inviare lettere. Ora però, che tutta la sua attività ed il suo modo di operare è venuto alla luce e che quindi sarebbe estremamente difficile trovare ISP che non si oppongano alle sue citazioni, non gli rimane che chiudere l'attività. Del resto già lo studio Davenport Lyons è magicamente scomparso, ad un certo punto ed alcuni suoi avvocati erano già confluiti nell'ACS law. Altra possibilità infatti, sarebbe quella di far calmare le acque e ricominciare il tutto, associandosi con un altro studio legale ma chi si metterebbe con una persona più volte multata o sospesa dall'ordine degli avvocati?



Del resto come sappiamo alla base di questa sua impresa commerciale c'era il rapporto di collaborazione con alcuni ISP, perchè sappiamo perfettamente che gli utenti di Talk Talk e Virgin Media non erano mai fra gli indirizzi IP segnalati. Gli altri ISP, però facevano pagare il servizio, come risulta da una fattura non pagata ad Entanet, risalente ad addirittura al luglio 2009 ed un'altra emanata da O2 di oltre 13000 sterline. Anche alcuni avvocati partner come Lee Bowden ha inviato a Crosley email irate in agosto, chiedendo il pagamento di 17000 sterline per i servizi effettuati.


Tutto questo, come detto era già prima che l'immagine pubblica di Crossley fosse ancora più compromessa da questo arrivo su internet della corrispondenza riservata dell'azienda. Ci dovremo quindi aspettare una temporanea o permanente uscita di Crossley dal mondo P2P, o troverà il modo di riuscire lo stesso ad inviare lettere di risarcimento ai presunti file-sharer?

Intervista a Fritz Attaway e Craig Hoffman della MPAA

Due persone di spicco, all'interno della MPAA, Fritz Attaway e Craig Hoffman, sono state invitate, durante un corso sui media digitali ad esprimere le loro idee a proposito di pirateria, diritto d'autore e l'industria del cinema nell'era digitale.
Il loro punto di vista è sicuramente interessante, anche perchè essi dicono che non pensano che la pirateria digitale possa essere debellata ed i loro sforzi sono incentrati nel tenerla entro livelli sostenibili, in modo che si possa continuare a fare film e gli addetti del settore possano guadagnare con il loro lavoro.

 Poi qualcuno chiede loro il motivo del diverso comportamento della MPAA, rispetto alla RIAA, che ha denunciato molte più persone ed essi dicono che perseguono i colpevoli quando c'è bisogno, infatti sono parte in causa nel processo contro Pirate Bay ma credono di più all'educazione e alla creazione di nuovi modelli di business e soprattutto, a convincere ISP e politici, che c'è bisogno di interventi più severi contro i violatori dei diritti d'autore ed in particolar modo contro i siti, americani ed esteri che si arricchiscono con quest'attività. Essi infatti sono d'accordo che, sotto piena responsabilità degli ISP venga attuato un sistema del tipo dei “tre avvisi e la disconnessione”.

domenica 10 ottobre 2010

Sean Parker, di Facebook, sostiene la campagna a favore della marijuana

Sean Parker co- fondatore di Facebook, secondo quanto sostiene ABC news, avrebbe donato 100.000 dollari alla campagna a sostegno della liberalizzazione in California.



Anche Dustin Moskovitz, altro co-fondatore avrebbe contribuito con 70.000 dollari. I loro nomi sono divenuti, poi molto conosciuti ai più dopo il film “Social network” che è fra i film più visti di questo periodo.


Quindi la scesa in campo di colossi che sono fra i fondatori di una società, Facebook, con valutazione privata di 33,7 miliardi di dollari, potrebbe essere molto significativa per la campagna a favore della legalizzazione della marijuana. I promotori della campagna sostengono che è fondamentale per il futuro la riforma della politica delle droghe nel Paese.
In ogni caso, Parker, che a 19 anni ha contribuito a fondare Napster ed ora è partner di Founders Fund, nella Silicon Valley, ha sempre dimostrato un grande fiuto per gli affari e la capacità di anticipare le tendenze.

sabato 9 ottobre 2010

Plusnet si oppone a Ministry of Sound

Finalmente, l'effetto email rivelate ha avuto un suo positivo risvolto anche in tribunale e gli ISP non possono, più mostrare all'opinione pubblica di essere consenzienti con gli studi legali ed il loro sistema di “fatturazione speculativa”. Della vicenda avevamo parlato più volte, dicendo che lo stesso giudice aveva prorogato la causa che vedeva lo studio Gallant Macmillan, in nome dell'etichetta Ministry of Sound, chiedere i dati dietro migliaia di indirizzi IP di presunti violatori dei diritti d'autore, in attesa di maggiori informazioni ma senza l'opposizione dell'ISP Plusnet avrebbe infine dovuto concedere il permesso all'ISP di consegnare i dati. Ma i legali di Plusnet, dopo che i dati privati degli utenti consegnati allo studio ACS law sono finiti on line, hanno chiesto un rinvio del processo, cosa che è stata accolta dai giudici.Il procedimento è stato dunque rinviato al gennaio 2011.

 I responsabili di Plusnet hanno dichiarato che essi vogliono garantire che gli abbonati a banda larga siano adeguatamente protetti, in modo che i detentori dei diritti possano far valere i propri diritti per violazione del copyright senza provocare inutili preoccupazioni di persone innocenti. Inoltre sembrerebbe anche che gli ISP stiano cercando di ottenere una moratoria in modo di non dover più consegnare i dati dei clienti, in base a precedenti citazioni. L'opinione pubblica non potrebbe essere più felice di aver vinto la sua battaglia e sicuramente per il futuro non sarà tanto facile per gli studi legali ottenere i dati di migliaia di utenti. Le etichette ed i detentori dei contenuti perdono di popolarità ed anche soldi dal momento che il sito di Ministry of Sound, è stato messo fuori uso per ore da un attacco dDos, sempre effettuato dal gruppo Anonimus 4Chan che gli ha impedito di vendere musica on line.

Arrestato l'operatore di Mulve.com

L'esperienza di Mulve.com è durata poco e finita peggio. Ne avevamo parlato anche qui e qui. Mulve non conteneva musica propria ma permetteva agli utenti di ricercare brani sul più grande social network russo. Poi abbiamo parlato dei suoi problemi con la RIAA ed ora è giunta la notizia dell'arresto del suo operatore in Gran Bretagna. Ovviamente, appena si è sparsa la notizia di questo nuovo modo per accedere ad oltre 10 milioni di tracce ed anche di buona qualità, subito il sito è stato assalito da milioni di visitatori, provocando i primi problemi ai loro server.


La cosa che sicuramente può dispiacere è che i ragazzi che hanno sviluppato Mulve volevano solo divertirsi un po' ed in effetti essi non avevano contenuti vietati, il sito funzionava solo come motore di ricerca ed utilizzava l'hardware messo a disposizione da Vkontakte, il più grande sito di social network in Russia


I ragazzi, comunque dopo l'arresto metteranno fine a Mulve per sempre, infatti essi hanno detto che non disposti a passare i prossimi cinque anni in carcere per un progetto creato per divertirsi. Essi vogliono inoltre chiedere scusa a coloro i quali avrebbero danneggiato, creando Mulve.

Strana deviazione del traffico internet verso la Cina

Solo ora il resto del mondo viene a sapere che almeno per due volte il traffico mondiale è stato ridiretto verso la Cina e gli osservatori stanno ancora studiando, come gli episodi si siano potuti verificare e come impedirlo in futuro. Infatti secondo quanto dichiarato da Rodney Joffe, tecnologo al DNS (Domain Name System) registry Neustar, in un 'intervista rilasciata a Cnet, avrebbe dichiarato che il 24 Marzo si è verificato per la prima volta l'episodio, poi ripetutosi l'8 aprile, quando il 10% di tutto il traffico è stato deviato per 17 minuti.



I server cinesi, verso cui è stato deviato il traffico di grandi siti, come Facebook,Youtube, Twitter potevano anche modificare o cancellare i contenuti e forse questi eventi sono anche collegati con il grande attacco subito da Google e da altri grandi gruppi tech.
 
 Anzi secondo Joffe, ci sarebbero stati più di due redirect e ciò è provocato da una debolezza fondamentale del Border Gateway Protocol. Ora i gruppi di lavoro stanno studiando soluzioni che impediscano il redirect ma ci vorrà del tempo, una soluzione sarebbe quella di avvertire immediatamente gli amministratori dei siti al verificarsi del fenomeno in modo che questi possano anche prendere la decisione di rendere non raggiungibili per gli utenti quei siti sottoposti a redirect, dicendo loro che il sito non è al momento disponibile, in modo da non esporre a rischi sicurezza le loro email e gli altri dati privati.

venerdì 8 ottobre 2010

Justin Bieber (omonimo) eliminato da Facebook

Non stiamo chiaramente parlando del celebre Justin Bieber, ma della triste avventura del suo omonimo, un uomo che vive a Jacksonville ed al quale piace giocare a flipper, una persona  già di una certa età che però ha visto le sue pagine eliminate da Facebook con l'accusa di aver usato un nome falso. Forse data l'età anagrafica, è un po' difficile ipotizzare qualcosa del genere, anche perchè con questo nome, l'uomo di Jacksonville c'è nato molto prima del Justin Bieber più celebre.
 Molto spesso ha avuto problemi per il fatto dell'omonimia ed anche su Ping di Apple non volevano iscriverlo e poi ha risolto. Inoltre spesso gli arrivano email e telefonate dirette al celebre omonimo.Ha dovuto anche cambiare numero di telefono e metterlo a nome della moglie. Ora la vicenda dell'esclusione da Facebook è l'ultima goccia. Anche perchè Facebook senza preavviso od email ha disattivato il suo account. Ha cercato di contattare Facebook per essere reintegrato e spera in una soluzione positiva della vicenda, magari il Justin Bieber più famoso, potrebbe intercedere per lui.

Spotify riuscirà a sbarcare in America?

Sappiamo che il famoso servizio di musica nato in Svezia nel 2006, vuole disperatamente entrare nel mercato americano. Già sono slittate due date promesse per il lancio, ora l'ultimo appuntamento sembrerebbe previsto per la fine dell'anno. Spotify ha stretto rapporti con le maggiori etichette, Universal, EMI, Sony e Warner. Sembrerebbe però che Spotify stia incontrando grandi opposizione e la possibilità di apertura di negozi on line entro il 31 Dicembre stia divenendo sempre più remota. I responsabili delle stesse etichette hanno espresso perplessità e potrebbero chiedere royalties troppo alte. Inoltre altri sistemi del genere del tipo di Spiral Frog o My Space Music hanno deluso le aspettative delle etichette discografiche.



Anchei dirigenti Apple hanno rafforzato i dubbi,esprimendo perplessità sulla possibilità che il modello di business di Spotify potrebbe determinare ricavi ed in ogni caso sono preoccupati dall'impatto che un servizio musicale gratuito potrebbe avere sul mercato. E' difficile secondo loro, riuscire poi a vendere qualcosa che viene dato via gratuitamente e ciò potrebbe provocare danni all'Apple ed a Amazon, soprattutto in un periodo che Nielsen prevede stagnante riguardo alla vendita digitale. Quindi le etichette potrebbero aver paura, appoggiando Spotify, di perdere Apple che pensava anche ad un servizio di abbonamento legato allo streaming musicale. Oltretutto, l'idea di dare streaming gratuiti e guadagnare con la pubblicità non convince le etichette, che non vogliono tentare nuovi modelli di business.


Inoltre anche Google pensa di entrare nel mercato digitale musicale, lanciando un suo store che potrebbe pubblicizzare attraverso la moltitudine dei cellulari con Android, anche se tale store sarà probabilmente lanciato nel primo trimestre 2011. Ora bisognerà vedere se Spotify accetterà di pagare royalities più alte ed accetterà la sfida oppure se in America ci sarà posto solo per la musica digitale di Apple e di Google.

Il 92% dei bimbi di due anni ha immagini on line

Come sappiamo e abbiamo detto più volte c'è preoccupazione per come le persone tendono a divulgare le loro informazioni on line, soprattutto gli adolescenti.


Ora però un nuovo studio commissionato da AVG, rivela che l'età in cui foto appaiono on line è molto più precoce, perchè molti genitori tendono a mettere su internet immagini dei loro bambini appena nati ed addirittura ecografie. Secondo lo studio, condotto da Research now, che ha intervistato 2.200 madri con bambini piccoli negli Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Giappone, il 70% del campione preso in esame, ha detto di essere pronto a condividere le immagini dei loro bambini.

Sempre secondo lo studio le prime foto digitali appaiono quando il bimbo ha sei mesi e molti genitori pubblicano foto, dopo due settimane dalla nascita dei loro figli. AVG ha comunque consigliato i genitori di ricordare che essi stanno creando, per i loro figli, una storia digitale che seguirà il percorso della loro vita e magari, non tutte le immagini, magari adatte per essere mostrate ad un pubblico ristretto di amici e parenti sono idonee per essere condivise sul web. Inoltre AVG, consiglia sempre ai genitori che i siti come


Facebook Flickr, Picasa e YouTube, hanno impostazioni che permettono di decidere cosa si voglia mostrare a tutti e cosa invece solo ad un pubblico ristretto.

Effetto IPAD sulla pirateria di ebook

Attributor che aveva già eseguito un'indagine sulla pirateria degli ebook secondo la quale questa avrebbe causato danni economici all'industria del libro di 2,8 miliardi di dollari, ha ora pubblicato i dati di una seconda indagine, eseguita usando i dati della ricerca di Google, soprattutto, dopo che è stato lanciato l'IPAD ed il numero di lettori di ebook è cresciuto.



Secondo i risultati della ricerca la pirateria on line è molto aumentata e c'è bisogno di una seria campagna d'informazione per cui Attributor ha stretto una collaborazione con Macmillan e Kensington Publishing Corp. per sostenere la sua campagna globale per aumentare la consapevolezza dei consumatori circa il commercio equo e la distribuzione legale di e-book preservando la tutela dei diritti di autore.


I risultati dello studio hanno dimostrato che c'è stato un aumento del 50% della ricerca per il download pirata, rispetto allo scorso anno e che ci sono fra 1,5 ed i 3 milioni di query al giorno su Google riguardo alla pirateria degli e-books.


Inoltre, come detto dopo l'uscita dell'IPAD, c'è stato un 20% di aumento nella domanda di download pirata e complessivamente un aumento del 54% della ricerca degli stessi download rispetto ad agosto 2009.


Inoltre sono sorti molti piccoli siti che ospitano e-books pirata, mentre sui grandi siti come Rapidshare e Megaupload c'è cominciato ad esserci più controllo. L'ebook pirata più ricercato è risultato essere “"Breaking Dawn" di Stephanie Meyer.


E' ovvio poi, che Attributor essendo interessato a proporre questa campagna di sensibilizzazione ed educazione, insiste molto su questo punto, in ogni caso i dati rimangono comunque significativi di un fenomeno in aumento, che potrebbe ancora di più evolvere dato che ormai, sul mercato sono stati fatti uscire molti rivali dell'IPAD.

mercoledì 6 ottobre 2010

Eliminata app BitTorrent dall'Apple Store

L'applicazione di cui si era diffusamente parlato in questo articolo e che era sfuggita al controllo, molto probabilmente perchè si parlava di un client di Imageshack drive e non di BitTorrent è stata ora tolta dall'Apple Store, proprio perchè in effetti l'Apple ha confermato la sua politica di esclusione nei confronti di software, adoperati anche per il download illegale. Lo sviluppatore spera di poter far cambiare idea all'Apple ma in effetti, ci sembrava strano che i responsabili Apple si fossero lasciati ingannare dall'assenza della parola "torrent", anche perchè si trattava sempre di un applicazione basata sulla tecnologia BitTorrent.

 Molto probabilmente, poi tutta la diffusione della notizia sui media, avrà fatto capire che era meglio eliminare anche il surrogato piuttosto che aprire le porte ad infinità di applicazioni che possono utilizzare gli stessi sistemi. L'Apple ha in ogni caso comunicato allo sviluppatore che saranno sempre respinte applicazioni che permettono il download di file illegali.

La realizzazione di ACTA giunta al termine

Dopo un ultimo, sembrerebbe, incontro tenutosi a Tokio, è stata rilasciata una dichiarazione congiunta che dice come i partecipanti al negoziato abbiano risolto in modo costruttivo quasi tutte le questioni ed ora l'accordo sarà sottoposto ad approvazione delle rispettive autorità. I portavoce dicono però che lavoreranno in modo celere alle questioni ancora in sospeso, in modo da finalizzare il testo dell'accordo al più presto possibile. Inoltre il documento non è stato ancora pubblicato ma lo sarà al più presto possibile. Certo sarebbe interessante sapere quali sono i punti in sospeso ma è sicuramente più probabile che questi siano risolti a livello nazionale, soprattutto se riguardano la contraffazione di prodotti tipici locali. Ora c'è da leggere attentamente il testo una volta pubblicato e vedere se i deputati europei accetteranno l'ACTA.



Infatti, mentre la MPAA plaude all'ACTA che fornirà nuovi strumenti per salvare i posti di lavoro a uomini e donne che lavorano nell'industria cinematografica, i deputati europei, tra cui il Vice Presidente Stavros Lambrinidis, non sono affatto convinti ed hanno redatto una lettera alla Commissione Europea che ha gestito le trattative.
In ogni caso è stata invitata la UE ad non applicare in alcun modo ACTA, prima che il Parlamento Europeo possa esprimere un suo parere informato sulla questione. Anche perchè,parrebbe che il testo definitivo di ACTA, oltre ad appoggiare i governi che introducono leggi del tipo dei tre avvisi e la disconnessione, contro i violatori del copyright, permetterebbe ai vari governi di obbligare gli ISP a dare informazioni sugli utenti ed a introdurre leggi draconiane contro la pirateria, mettendo a rischio la libertà e la privacy degli utenti di internet.
 
I Parlamentari Europei, sono comunque molto irritati di non avere notizie certe e di tutta questa segretezza ed infatti, volevano un incontro con i promotori di ACTA a Tokio, ma il governo giapponese ha preferito evitarlo per problemi di pianificazione. Ora il 7 Ottobre ci dovrebbe essere un'incontro fra le parti USA e UE sul testo di ACTA.

Gene Simmons dei KISS dice : prima denuncia, poi pensa

Gene Simmons, bassista dei KISS ha parlato alla convention MIPCOM di Cannes dicendo agli autori ed ai cantanti di difendere strenuamente il loro marchio, denunciando chi condivide abusivamente il proprio lavoro e se è necessario, perseguire i colpevoli fino a togliere loro la macchina o la casa. Ricordo che i KISS, come dice Wiki, al loro attivo hanno 24 dischi d'oro 10 dischi di platino e 2 multiplatino, nonché 110 milioni di copie dei loro album vendute complessivamente in tutto il mondo, quindi forse bisogno, proprio di fare una colletta per il loro sostentamento non c'è.



Simmons dice ancora che l'industria musicale non ha avuto gli attributi per perseguire all'inizio di perseguire i ragazzi del college con il viso fresco e lentigginoso e ora la musica non ha futuro e ci sono centinaia di migliaia di persone senza lavoro.


Gene Simmons molto probabilmente non si è reso conto che nel passato la RIAA ha denunciato oltre 20000 persone e se ha cambiato atteggiamento e cerca l'aiuto del Congresso, od il supporto degli ISP è perchè ha speso oltre 16 milioni di dollari in spese legali, solo nel 2008 e ne ha ricavato 391.000. Anche i vari studi di avvocati, l'ACS law nel Regno Unito o il Copyright Group in USA, mandano lettere ma alla fine non denunciano nessuno.


Sempre da wiki ricordiamo che Simmons è sempre stato un personaggio, diciamo pittoresco.


Ogni membro della band assumeva un personaggio e Gene si fece soprannominare The Demon, per via del trucco facciale e dei costumi che gli davano delle sembianze da demone. Durante i concerti, Simmons terrà inoltre una serie di esibizioni che lo renderanno famoso, come la sua lingua lunga, lo sputo del sangue sintetico (numero eseguito generalmente mentre esegue gli assoli con il suo basso), e lo sputo del fuoco, numero eseguito generalmente alla fine del brano Firehouse.


Quindi, anche ora, Simmons non è interessato da questo risvolto economico, piuttosto in perdita della RIAA ed insiste che bisogna denunciare i trasgressori, anzi racconta parabole per rafforzare la sua tesi, come quella del buco della nave che se anche piccolo, se non è otturato può fare affondare tutta la nave.


Altra parabola, che farebbe realmente inorridire gli animalisti è che, da novello Fedro, racconta la vicenda di un contadino che avendo risparmiato, impietosito un cucciolo di volpe, si è visto poi rovinato con tutte le galline uccise e abbandonato dalla moglie, per un contadino più intelligente.


Vedetevi anche il video


martedì 5 ottobre 2010

Altri produttori di film per adulti citano file-sharer

Ormai lo studio legale Dunlap, Grubb & Weaver, meglio conosciuto come il Copyright Group, rappresenta un mito e piovono gli emulatori tra cui Kenneth Ford, un avvocato che opera in un 'associazione anti-pirateria, chiamata Adult Copyright Company e che ha intenzione di arrivare a citare oltre 10.000 ignoti per aver scaricato illegalmente materiale per adulti. I registi indipendenti di film tipo “Teens Tokyo" e "Porno Superheroes" ed anche la società di film per adulti, Third World Media, si apprestano infatti a citare, tramite l'avvocato Kenneth Ford, presso la corte del distretto settentrionale della Virginia Occidentale migliaia di file sharer anonimi chiedendo, agli ISP i dati che corrispondono agli indirizzi IP. Molto probabilmente già si arriverà a citare oltre 5000 persone.



Come saranno in questo caso le lettere inviate ai clienti, uguali a quelle inviate dal Copyright Group o diverse ? Certo essendo qui, la colpa in qualche modo più scabrosa, perchè non farà certo piacere a tante persone, colpevoli od innocenti che si sappia della loro abitudine di scaricare materiale pornografico, molto probabilmente ci sarà più gente che preferirà pagare e mettere tutto a tacere. Speriamo che in ogni caso, non capiti quanto è successo alle persone accusate dagli avvocati dell'ACS law nel Regno Unito, di aver scaricato illegalmente materiale pornografico, che in seguito ad un attacco DoS effettuato da Anonimus al sito dello studio legale, si sono ritrovati i loro dati personali, esposti agli occhi di tutti on line.

USA: settore tecnologico contro nuova legge anti-pirateria

Combattere il nuovo disegno di legge presentato dalla Commissione Giustizia del Senato e soprattutto sostenuto dal senatore Patrick Leahy, è divenuta una priorità assoluta, per molti gruppi commerciali legati al settore tecnologico. Il disegno di legge potrebbe andare al più presto al voto introduce norme molto più severe contro la pirateria e la contraffazione, come la chiusura dei siti che sarebbero incolpati di contenere materiale che viola il copyright.

Secondo ad esempio Ed Black, Ceo Computer e Communications Industry Association (CCIA), si poteva cercare di risolvere il problema della violazione del copyright in modo meno draconiano e non con la creazioni di leggi anti-primo emendamento. Diversamente, la pensano le industrie detentrici dei diritti d'autore secondo i quali, l'industria americana è rovinata dalla pirateria soprattutto provocata da siti residenti all'estero, quindi chiedono a gran voce una risposta più dura, in modo che un giudice possa chiedere la chiusura dei siti nazionali e possa obbligare gli ISP di impedire agli utenti americani l'accesso ai siti con sede estera. Dice Jonathan Lamy della RIAA, in risposta a chi si oppone all'approvazione di questa legge,"Queste imprese illegali minano la nostra economia e contribuiscono a far perdere il lavoro a migliaia di americani. La risposta da questi gruppi di sedicenti interesse pubblico non può essere sempre 'no'. I leader del Congresso e l'amministrazione hanno messo in chiaro che non fare nulla non è più un'opzione ".
Insomma, dopo la Francia e la Gran Bretagna i tempi sembrano maturi, per un'azione intensa contro la pirateria, anche in America.

Sembrerebbe comunque, dagli ultimi aggiornamenti che la proposta di legge, dovrà aspettare dopo le elezioni di novembre ma l'EFF avverte gli oppositori della legge di non pensare alla vittoria, in quanto molto presto questo disegno di legge verrà riproposto ed il Congresso dovrebbe ascoltare il punto di vista di tutti i cittadini interessati.