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giovedì 19 agosto 2010

Il web è morto, la rete no?

Ormai da giorni si discute sui media di due articoli, ben fatti ed approfonditi del direttore di Wired USA Chris Anderson e dell'editorialista Michael Wolff., secondo i quali, il World wild web sarebbe in declino, sostituito dalle applicazioni presenti negli smartphone dove invece di cercare, si ottiene.



Chris Anderson spiega che in tal modo si realizza la naturale evoluzione del capitalismo, mentre Michael Wolff interpreta il fenomeno come provocato da grossi investitori, che abbandonano il web per pascoli più redditizi.


Tutti è due concordano che il web non è il culmine della rivoluzione digitale ed ormai l'evoluzione degli smartphone ha provocato una sempre maggiore concentrazione degli utenti in piattaforme chiuse, dove trovano tutto ed anche i produttori possono incontrare i loro clienti, quindi sono tutti felici.


Certo continueranno ad esserci le pagine web, ma il browser web diverrà sempre meno usato, come le cartoline ed i telegrammi e il centro di gravità di tutti i media si sposterà in ambiente post-html.


Oltretutto da ricerche statistiche compiute da Compete, risulta che i primi dieci siti web hanno rappresentato il 31% di pagine visualizzate nel 2001 negli USA,  il 40% nel 2006 e circa il 75% nel 2010. Ormai non c'è più spazio per i piccoli, tutto il traffico è monopolizzato da grandi siti, secondo Yuri Milner, il russo che detiene il 10% di Facebook, alcuni forti gruppi di potere economico  possono avere il controllo di milioni di persone. In effetti Facebook con oltre 500 milioni di iscritti non è più un sito web, bisognerebbe inventare una nuova definizione, per rappresentare qualcosa di così maestoso.


Ma proprio la presenza di affaristi come Milner, propensi ad un accaparramento ed una verticalizzazione, sul modello dei media tradizionali, porta l'utopia collettivista del web a morire.


La contrapposizione è ormai fra un sistema aperto come quello di Google, che ha controllato il traffico e le vendite e che ha dominato sul web come Cesare Augusto su Roma e quello dei contenuti, al quale anche Steve Jobs si è votato ed anzi controlla sia i distributori di contenuti (Itunes) che i dispositivi (ipod,iphone,ipad), attraverso i quali il contenuto viene consumato.


Insomma è stato l'utente medio ad uccidere il web, usando app per iphone ? Oppure Facebook? E Wikileaks e linux e l'open source e tutti quelli che diffondono liberamente i contenuti o fanno ricerche, utilizzando il web ma non vogliono diventare cechi su un telefonino, dove li mettiamo? Ai posteri la risposta ma per me il web è tutt'altro che morto.

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